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giovedì 14 marzo 2013

“Camminare, edificare e confessare: sono le linee della Chiesa”

RASSEGNA STAMPA
Da “La Stampa.it”
“Camminare, edificare e confessare: sono le linee della Chiesa”
La prima messa nella Cappella Sistina. Rifiutato il testo dell’omelia in latino, ha parlato a braccio in italiano. "Non siamo una organizzazione umanitaria"




"Non siamo una ong. Chi non prega Dio, prega il diavolo". Dall'altare parla a braccio in italiano come spesso facevano i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Francesco ha celebrato oggi pomeriggio la messa nella Cappella Sistina con i cardinali. Papa mariano come Wojtyla che consacrò alla Madonna il proprio pontificato ("Totus tuus"), appena mercoledì si è affacciato da San Pietro vestito di bianco Francesco ha annunciato il primo appuntamento in agenda: la preghiera alla Vergine. Poi oggi pomeriggio davanti al Giudizio Universale di Michelangelo, papa Bergoglio ha commentato il Vangelo della messa, tratto da Matteo e ha parlato della professione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Gesù gli risponde: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». La prima Lettura era tratta da Isaia sulle genti che affluiscono al monte del Signore e la seconda da Pietro sulle pietre vive che edificano la Chiesa. Il Papa, nella sua prima omelia da Pontefice, pronunciata a braccio in italiano, ha sottolineato che in queste tre letture c’è qualcosa di comune: "il movimento". Nella Prima Lettura il movimento è il cammino; nella seconda Lettura, il movimento è nell’edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento è nella confessione. "Camminare, edificare, confessare".

La prima cosa che Dio ha detto ad Abramo è questa: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Dunque - ha proseguito - "la nostra vita è un cammino. Quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede ad Abramo nella promessa". Quindi ha sottolineato: "Edificare. Edificare la Chiesa, si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore". Terzo punto: confessare. "Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va". Diventeremo - ha detto - una ong filantropica, "ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza".

Il Papa ha citato una frase di Leon Bloy riferita a quando non si confessa Gesù Cristo: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”, perché "quando non si confessa Gesù Cristo - ha spiegato - si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio". Una preghiera particolare è stata elevata a Dio perché Benedetto XVI possa servire la Chiesa anche “nel nascondimento con una vita dedicata alla preghiera e alla meditazione”. E ha aggiunto: "Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare delle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro".

Il brano evangelico proposto dalla liturgia - ha sottolineato - prosegue in realtà con una situazione speciale: "Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: 'Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c’entra'. Ti seguo ... senza la Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce - ha osservato - non siamo discepoli del Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore!".

"Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia - ha detto Papa Francesco - abbiamo il coraggio - proprio il coraggio - di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria, Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti". Quindi ha concluso: "Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia". (Giacomo Galeazzi Vatican insider-La Stampa.it, 14 marzo 2013)

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