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venerdì 15 marzo 2013

Celebrata a Catania la 29esima “Giornata della donna in emigrazione”


SICILIA MONDO
Celebrata a Catania la 29esima “Giornata della donna in emigrazione”

La relazione del presidente Mimmo Azzia. il drammatico fenomeno degli “orfani bianchi” e della “sindrome Italia”

CATANIA - Anche a Catania, nella sede sociale, in sintonia con le numerose Associazioni siciliane aderenti in tutte le parti del mondo, Sicilia Mondo ha celebrato la “Giornata della donna siciliana in emigrazione” sul tema “La parità dei diritti a partire dai comportamenti della quotidianità per diventare cultura di civiltà”. 

L’iniziativa, giunta alla ventinovesima edizione, ripetuta ininterrottamente negli anni precedenti, ha coinvolto due generazioni di donne siciliane. Un vero appuntamento che riaggrega il mondo femminile con un incontro denso di sentimenti, ricordi della lontananza e del presente, nella gioia tutta siciliana dello stare insieme. 

Un evento storico che si ripete e che ha orizzonti ancora lontani per le radici profonde di una identità sostanzialmente fondata sui valori permanenti. 

Così ha iniziato il presidente Mimmo Azzia nella sua relazione, ricordando la recrudescenza della violenza che attraversa il mondo globalizzato. 

Gli Stati si consultano e corrono ai ripari. Nel 2011, a Istanbul, gli Stati membri del Consiglio d’Europa e non e l’UE, hanno approvato una Convenzione sulla prevenzione e tutela della donna contro la violenza, ratificata e fatta propria dal Governo italiano, nel settembre scorso. Anche negli Stati Uniti, nel 2012, le Nazioni Unite hanno approvato una nuova Convenzione sui diritti dell’uomo, specificando la violenza sulle donne. 

Ma le convenzioni e le leggi non bastano, dice Azzia. Occorre partire dal basso, dalla quotidianità dei comportamenti per creare una cultura della parità dei diritti. Questo è il tema della “Giornata”. 

Francesca Cuffari, delegata giovanile della Associazione, ha sottolineato la tragedia della donna emigrata ed immigrata che in terra straniera, deve adattarsi non solo alla ricerca del lavoro ma anche all’ambiente, spesso ostile, alla lingua e alla educazione dei figli. 

La parità dei sessi, anche se formalmente annunciata, in realtà stenta ancora ad affermarsi, anche se qui, nella nostra Catania, i segnali in senso positivo non mancano. Tre strade cittadine sono state intitolate a Rita Adria, Francesca Morvillo e Indira Gandhi. Meritevole l’iniziativa della signora Gabriella Comis, esempio di imprenditoria virtuosa che si è fatta assegnare una piazza dal Comune, per trasformarla in “giardino accogliente”, valorizzarla e restituirla al pubblico. Questi segnali di valorizzazione delle donne, ci fanno guardare il futuro con nuova speranza. 

Teodora Nicoleta Pascu, rumena, ha illustrato, con dovizia di riflessioni e di dati, la tragedia delle donne in Europa, dove la violenza rappresenta la prima causa di morte delle donne. Anche in Italia, il fenomeno è in accentuazione, particolarmente per le donne immigrate. 

La Nicoleta Pascu ha poi affrontato un tema che ha vivamente commosso la Assemblea. Ha ricordato il drammatico fenomeno degli “orfani bianchi” e della “sindrome Italia”. 

Si tratta di bambini rumeni che, sentendosi abbandonati dalle mamme trasferite in Europa per servizi domestici, si suicidano. Un fenomeno che ha raggiunto dimensioni allarmanti negli ultimi anni. Questa autentica tragedia si ricollega con la sindrome depressiva acuta che colpisce le donne rumene che lavorano in Italia e lasciano i propri figli senza vederli per anni. Queste donne non si considerano più “buone madri” per la prolungata lontananza dai figli, con l’aggiunta di una conseguente crisi di identità dovuta allo sradicamento dalla terra di origine. E’ chiamata “sindrome Italia” per la numerosa presenza di rumene nel nostro Paese. Il fenomeno, purtroppo in aumento, è stato scoperto nel 2005 da due ricercatori ucraini. L’allarme è consistente per la numerosa presenza della comunità rumena in Sicilia. Un fatto non accettabile in un Paese come il nostro che pone al centro il diritto alla vita ed alla dignità delle persone. 

Sulle relazioni è intervenuto Dario Pettinato, dell’Università di Catania, che si è detto convinto della necessità di potenziare e dare forza all’impegno sociale di Sicilia Mondo, assicurando anche un proprio contributo di collaborazione. Sebastiano Spoto Puleo, già assessore regionale, che ha presenziato la manifestazione, nel sottolineare che celebrare la “donna in emigrazione” è un fatto di civiltà, ha dato il contributo della sua lunga esperienza. Nel corso della manifestazione, è arrivata la telefonata dell’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro Ester Bonafede, che ha espresso il suo saluto all’assemblea, ha risposto con un lungo applauso. 

Il presidente Azzia, nel tirare le conclusioni, ha assicurato, tra l’altro, che Sicilia Mondo si farà portavoce per sensibilizzare le altre associazioni e le istituzioni sul fenomeno degli “orfani bianchi” e della “sindrome Italia” che meritano tutta la attenzione, proprio in Sicilia che ha lunghe tradizioni di ospitalità e civiltà. 

L’organizzazione della giornata è stata curata dal vice presidente Paolo Russitto. (Inform)

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