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mercoledì 6 marzo 2013

Emigrazione italiana in Svizzera ieri e oggi

ITALIANI ALL’ESTERO
Tavola rotonda al Centro Studi Emigrazione di Roma 
Emigrazione italiana in Svizzera ieri e oggi



ROMA - Si è tenuta ieri al CSER la tavola rotonda di presentazione del libro di Paolo Barcella “Venuti qui per cercare lavoro. Gli emigrati italiani nella Svizzera del secondo dopoguerra”. Il volume offre i risultati di un’indagine originale, realizzata con i metodi della Oral History, attraverso numerse interviste, ma attingendo anche a scritti informali come lettere e temi scolastici. L’esperienza dell’emigrazione degli anni del dopoguerra e del boom economico (il libro prende in considerazione il trentennio 1945-1975) viene riletta attraverso il racconto dei protagonisti. Ne emerge uno spaccato dell’Italia dell’epoca, attraversata da forti cambiamenti e nuove possibilità, occasione di ascesa sociale per alcuni e di regresso per altri, specie nelle zone rurali e meno industrializzate.

Ne hanno parlato diffusamente Michele Colucci, ricercatore presso il Cnr, Istituto di studi sulle società del Mediterraneo, e Matteo Sanfilippo, docente di Storia Moderna dell’Università della Tuscia, e coordinatore editoriale di Studi Emigrazione, la rivista del CSER. Matteo Sanfilippo ha ricordato i più ampi fenomeni storici e migratori nei quali si colloca la ricerca di Barcella, di cui ha valorizzato l’ampiezza e la capacità di ricondurre ad un insieme coerente una mole di dati derivanti da espressioni soggettive. Il ruolo della memoria nella ricostruzione di un periodo storico è stato messo in evidenza come metodo di indagine capace di innovare significativamente la conoscenza storiografica e delle migrazioni in particolare.

Non poteva mancare un accostamento all’oggi migratorio, offerto da Carla Collicelli, vicedirettrice del Censis. L’esposizione ricca e dettagliata di Carla Collicelli ha confermato attraverso dati scientifici la percezione diffusa veicolata dai media sulla ripresa dell’emigrazione italiana verso l’estero. I dati Istat dell’ultimo censimento evidenziano un trend ascensionale negli ultimi anni, che interessa soprattutto giovani dai 29 ai 37 anni, generalmente laureati, provenienti in prevalenza dal Nord Italia. Mete preferite sono, nell’ordine, la Gran Bretagna, la Germania, la Svizzera, la Francia, gli Stati Uniti, il Belgio.

Da ultimo, l’intervento dell’Autore ha offerto nuovi spunti per il dibattito successivo: attraverso il prisma delle esperienze si possono leggere aspetti antropologico-culturali (cultura di provenienza, trasformazioni a contatto con il nuovo ambiente, legami familiari, reti sociali), socio-economici (condizioni di vita, progetti migratori, ambienti di lavoro) e politici (le responsabilità dei governi, il compito delle istituzioni). Un ruolo particolare in ordine al radicamento e al sostegno degli emigrati nel primo impatto con il nuovo ambiente è stato quello delle Missioni Cattoliche, delle Colonie Libere, dell’associazionismo in generale.

L’esperienza migratoria italiana del passato offre dunque numerosi spunti di riflessione sul presente, come è emerso dall’animato dibattito che ha concluso la serata. (Mariella Guidotti* /Inform)

*Cser-Centro Studi Emigrazione Roma

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