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venerdì 15 marzo 2013

“Il Corriere di Tunisi”: l’editoriale del 15 marzo; Nostri Problemi

STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
“Il Corriere di Tunisi”: l’editoriale del 15 marzo
Nostri Problemi



TUNISI - Molti gli avvenimenti che si sono succeduti durante il mese di febbraio da questo sud e da questo nord del mediterraneo.

In Italia, seppur ha vinto le elezioni la coalizione di sinistra, non ottiene i numeri sufficienti per governare agevolmente. Dovrà fare alleanze e con chi, otterrà o non otterrà la fiducia e da quale parte dell'emiciclo potrà ottenere consensi oppure si dovrà ritornare a votare? Bersani dal canto suo ha sottomesso una sua proposta di possibile governabilità seguendo una proposta minima basata su otto punti che è stata avallata dalla sua Direzione Nazionale ma che non si sa se verrà accettata per poter formare un governo.

La già difficile situazione italiana si complica, e ciò proprio mentre si conclude il mandato del Presidente Napolitano a cui toccherà tentare una via che permetta ad un ipotetico governo di ottenere la fiducia.

La stampa nazionale ed internazionale ha commentato a più non posso i risultati di queste elezioni e se non ci lanceremo in analisi ulteriori che di certo non porteranno lumi nuovi ad oscure situazioni, ci basta però notare che la voglia di nuovo in Italia, la sfiducia nei partiti tradizionali, l'idea di stato ladrone da combattere tramite liturgie populiste , ci sembrano echi di storie passate che, di per sè, ci sembrano inquietanti. A noi , in effetti è sempre apparso strano che si pensi che l'uomo della situazione possa sostituirsi alla situazione degli uomini...

All'estero gli italiani hanno votato invece dando una larga preferenza alla coalizione di sinistra mentre coloro che non hanno scelto di votare le sinistre hanno votato Monti. Berlusconi risulta invece perdente all'estero mentre il partito a-partitico di Grillo prende un solo seggio.

Il voto italiano all'estero riflette ovviamente l'immagine graffiante di un Berlusconi per gli italiani nel mondo che hanno visto nel governo tecnico di Monti una riconquista della credibilità italiana.

In Tunisia l'assassinio di Chokri Belaid ha segnato un passaggio importante che ha scosso tutto il paese. La partecipazione corale al funerale del leader di sinistra, ucciso mentre usciva di casa e dopo essersi, la vigilia, lamentato in televisione del dilagare delle violenze politiche, sotto il segno dell'impunità, ha profondamente scioccato l'insieme dell'opinione pubblica anche quella tradizionalmente in opposizione con gli ideali del partito di Belaid. La crisi di governo che ne è scaturita è, a questo titolo, esemplare: le dimissioni di Jebali, la nomina dell'ex Ministro degli Interni a Primo Ministro e l'approvazione di un governo che vede agli Esteri, alla Difesa, agli Interni e alla Giustizia ministri indipendenti ci sembra essere un passaggio importante che certamente dovrebbe aiutare al miglioramento di una situazione di stasi nel paese.

Si è festeggiato in tutto il mondo l'8 marzo ed anche quest'anno le donne tunisine hanno voluto tramite molteplici manifestazioni culturali e politiche rivendicare parità ed eguaglianza di diritti, in

una realtà in cui questi sono costantemente messi a repentaglio.

Molti gli arresti nel paese in questi ultimi giorni e molte le speranze che questi non vengano seguiti da immediate liberazioni. La circolazione di armi continua ad essere una delle inquietudini maggiori ed il problema della sicurezza sta diventando uno dei problemi che insieme al caro vita preoccupano maggiormente i tunisini e tutti noi. Non è ancora chiara la prossima agenda politico e non è stata ancora stabilita la data delle prossime elezioni nel paese, ciò che contribuisce a mantenere dubbi ed incertezze mentre si continua a temere la ricaduta della guerra in Mali. Basta vedere il filo spinato intorno all'Ambasciata di Francia per misurare l'inquietudine delle autorità specie dopo quello che è successo. (Il Corriere di Tunisi /Inform)

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