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lunedì 4 marzo 2013

Le Acli per l’accoglienza dei cittadini nordafricani

ASSOCIAZIONI
Preoccupazione delle Acli per l’accoglienza dei cittadini nordafricani
Si chiede un nuovo provvedimento per contrastare il rischio di una nuova emergenza


ROMA - Le Acli esprimono forte preoccupazione per il futuro di migliaia di immigrati che, giunti due anni fa in Italia dai Paesi del nord Africa, sono a rischio di esclusione da ogni forma di tutela umanitaria, essendo scaduto il periodo considerato di "emergenza".

"Purtroppo, dichiara il presidente nazionale delle Acli, Gianni Bottalico, dobbiamo registrare che a nulla sono servite le indicazioni delle Acli e del mondo del Terzo Settore che hanno più volte segnalato la necessità di una programmazione mirata, per non trovarsi di fronte a nuove e continue emergenze".

"La nostra attenzione – aggiunge Bottalico – è rivolta in primo luogo ai soggetti più vulnerabili, tra cui, i minori, le mamme con bambini, i disabili e le persone ancora in attesa del permesso di soggiorno che, senza l'emanazione di un provvedimento urgente del ministero dell'Interno, rischiano di finire in un limbo".

Anche nella prospettiva di non lasciare soli gli enti locali e le organizzazioni sociali e umanitarie nella gestione del problema, le Acli chiedono che nell'immediato si portino i posti per l'accoglienza del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) da circa 3.700 ad almeno 5 mila e che si eroghi, a chi non ha ancora ricevuto il permesso di soggiorno, il contributo di 500 euro una tantum, come previsto dalla vigente normativa.

Questi due provvedimenti potrebbero dare una risposta, seppure solo momentanea, ai cittadini immigrati in attesa di una soluzione dignitosa e un necessario sostegno ai circa 200 Comuni che in Italia gestiscono programmi di accoglienza umanitaria. (Inform)

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