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mercoledì 13 marzo 2013

Mons. Perego: un cammino di educazione alla cittadinanza

FONDAZIONE MIGRANTES
Messaggio in occasione dell’incontro della Pastorale dei migranti nelle grandi città d’Europa
Mons. Perego: un cammino di educazione alla cittadinanza



TORINO - “Parlare di cittadinanza oggi, anche in relazione al fenomeno dell’immigrazione, significa anzitutto procedere a una sorta di ‘risemantizzazione’ del termine cittadinanza dentro una prospettiva storica cristiana, libera da condizionamenti mediatici e ideologici”. Lo scrive mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, un messaggio ai partecipanti all’incontro internazionale della Pastorale dei migranti nelle grandi città d’Europa, che quest’anno si svolge a Torino sul tema “Ero senza documenti e mi avete accolto. L’accompagnamento pastorale e la sensibilizzazione della comunità”.

“Una risemantizzazione che rilegge la cittadinanza a partire da tre luoghi, tre Appartenenze”, aggiunge mons. Perego: “una prima appartenenza è quella locale, data da una comunità coesa per lingua, tradizione, stili di vita. Una seconda appartenenza è quella nazionale ed europea, diremmo nata dalla modernità, dove contano alcune regole, alcune istituzioni comuni di riferimento. E la terza appartenenza è quella mondiale, quella dell’uomo planetario (Balducci), della fraternità (Ratzinger), che fa valere soprattutto la dignità e l’umanità comune tra i diversi popoli, dentro un processo complesso di dialogo, accordo, scambio dove contano sempre più Organismi internazionali (ONU), che tendono a un “ordine internazionale” (Gonella). Il Direttore della Migrantes si augura che le relazioni e il dibattito al Convegno, oltre alle diverse esperienze, possano costituire “materiale prezioso nelle nostre città e comunità per un cammino di educazione alla cittadinanza”.

Tra gli argomenti al centro del confronto, l’esperienza italiana nel trattamento dei migranti irregolari e il ruolo della Chiesa nell’educare la comunità all’accoglienza. L’appuntamento riunisce ogni anno i responsabili diocesani della pastorale dei migranti di diverse città europee, col fine di confrontare e designare gli orientamenti pastorali e le prassi adottate in materia di immigrazione. Il coordinamento, che si designa come “un’esperienza ecclesiale europea”, è nato nel 1989 a seguito dell’approvazione da parte dell’Unione europea delle disposizioni comuni sulla questione migratoria. Esso riconosce le specificità condivise dalle metropoli europee chiamate ad affrontare la variegata esperienza del fenomeno migratorio, come la “necessità” delle chiese e delle parrocchie di “accogliere un gran numero di cristiani venuti da fuori”, e la “sfida inevitabile” de “l’incontro con i credenti di altre religioni”.(Migrantes Online/Inform)

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