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mercoledì 6 marzo 2013

Tribuna italiana: I dati del voto nell’America Meridionale


ELEZIONI POLITICHE 2013
Circoscrizione Estero
I dati del voto nell’America Meridionale

Per la prima volta un partito - il MAIE - conquista due seggi. Merlo il più votato in assoluto. Per la prima volta tre parlamentari residenti in Brasile

BUENOS AIRES - Hanno votato in meno, ma quelli che lo hanno fatto hanno preferito il MAIE di Ricardo Merlo, che è stato in assoluto il candidato più votato all’estero, comprese le elezioni del 2006, del 2008 e le ultime di febbraio di quest’anno. Il PD, il più votato in tutta la Circoscrizione Estero, nell’America Meridionale ha conquistato un secondo posto e si è ripreso un senatore che nel 2008 aveva perso nelle mani del Pdl. L’Usei riesce alla fine a conquistare un seggio, ma non per il suo fondatore Eugenio Sangregorio, bensì per Renata Bueno, nata in Brasile. Per la prima volta tre parlamentari eletti all’estero risiedono in Brasile: due del PD (Fabio Porta, riconfermato alla Camera e Fausto Longo, matricola al Senato) e la citata Renata Bueno. I tre parlamentari residenti in Argentina i deputati Ricardo Merlo e Mario Borghese e il senatore Claudio Zin, sono tutti e tre del MAIE. 

Questi alcuni dati che vengono fuori dall’analisi del voto nell’America Meridionale. 

Una prima analisi del voto dello scorso 25 febbraio, per quanto riguarda la Ripartizione America Meridionale, infatti, vede in primo piano un aumento notevole degli aventi diritto al voto, (693.522 nel 2006, 838.373 nel 2008 e 1.093.766 nel 2013), ma un marcato calo della partecipazione: 47,01 nel 2006, 49,48% nel 2008, 34,21% nel 2013. Quali le cause? 

Almeno tre. In primo luogo, un calo prodotto dalla delusione o la stanchezza nei riguardi della politica o dei politici. Dal primo voto nel 2006 ad oggi, al di là di alcuni risultati ottenuti nel 2006 che successivamente sono stati cancellati, l’elezione dei nostri parlamentari non ha portato a quel cambiamento che ci si aspettava. Né per quanto riguarda la classica agenda di collettività (assistenza, pensione, diffusione culturale, rete consolare), né per quanto riguarda un rilancio dei rapporti tra l’Italia e i paesi dell’area, utilizzando il ponte offerto dalla presenza delle nostre comunità. Non siamo stati capaci di far capire in Italia le opportunità che possono derivare di questa presenza e, d’altra parte, l’Italia si è chiusa nelle sue beghe interne. Il successo di Grillo e l’alta astensione in Italia, sono dimostrative di quell’incapacità della classe politica di cogliere le occasioni per far ripartire l’Italia e per migliorare la vita di tutti i giorni della gente. Da noi, si è manifestata con l’astensione. 

L’astensione o la non partecipazione però, non si può attribuire soltanto alla stanchezza o alla mancanza d’interesse nei riguardi del voto. Ci sono due fattori che riguardano il sistema del voto per corrispondenza, che hanno contribuito a ridurre la partecipazione. Da una parte il periodo durante il quale sono state convocate le elezioni, si è svolta la campagna e si è andati al voto. Nell’America Meridionale dicembre, gennaio e febbraio sono i mesi delle feste natalizie e delle vacanze. Anche a livello di istituzioni della collettività, sono mesi di chiusura, proprio perché molta gente è fuori sede per le vacanze estive. Quindi si pensa ad altro e molti non sono a casa. 

Lo stesso ragionamento vale per quanto riguarda la ricezione del plico elettorale. Molti non erano a casa quando il postino ha bussato alla porta. Anche perché questa volta il postino doveva passare una sola volta e se non trovava l’interessato, doveva lasciare un avviso. La busta era a disposizione per 48 ore nell’ufficio elettorale e poi era riportata nella sede consolare. Le sedi consolari sono stata aperte anche il sabato e la domenica per consentire a chi non aveva ricevuto il plico, di ritirarlo. Ma, secondo non pochi testimoni, c’era più gente fuori dai consolati – i rappresentanti dei partiti che distribuivano propaganda elettorale – che dentro per ritirare i duplicati. Forse la procedura ha contribuito a ridurre la partecipazione, ma evidentemente ha assicurato un voto più sicuro e trasparente. 

A questo riguardo c’è da notare che alcuni risultati ottenuti nel 2008 sono stati sorprendenti, specialmente se confrontati a quelli dello scorso febbraio.. Infatti, il 2008 è stata l’unica occasione, delle tre elezioni, nella quale la partecipazione dei votanti alle elezioni dei senatori, ha superato quella di quanti hanno votato per eleggere deputati. 

E passiamo ai risultati concreti. 

IL MAIE, UN RISULTATO STRAORDINARIO 

Il primo dato che viene fuori in modo vistoso è quello del risultato ottenuto dal MAIE. Ha conquistato un rotondo primo posto nella Ripartizione America Meridionale con il 40% dei voti, superando il secondo – il Pd – per oltre dieci punti percentuali e il terzo, l’Usei per oltre venticinque punti percentuali. 

Rispetto alle precedenti elezioni del 2008, quando si presentò per la prima volta, il MAIE ha ottenuto quasi un 50% in più di voti: 129.831 contro 86.970 del 2008. 

Se si guardano le percentuali sul totale dei voti validi, si vede che ha conquistato 17 punti in più: 39,25% nel 2013, 22,68% nel 2008. Grazie a questo risultato, il MAIE ha ottenuto due seggi alla Camera, uno per il fondatore del movimento, Ricardo Merlo, che viene riconfermato, l’altro per Mario Borghese, medico cordobese. Inoltre il MAIE conserva un seggio al Senato, che nel 2008 era stato conquistato da Mirella Giai. La dirigente piemontese residente a Rosario ha deciso di non ricandidarsi. Il seggio ora è stato conquistato da Claudio Zin. 

Per il voto alla Camera il movimento ha ottenuto 129.831 voti, pari al 39,26%, primato assoluto per una lista in questa zona del mondo, nelle tre elezioni italiane. Anche nel 2008 il MAIE era arrivato primo nella lotta per la Camera, con 86.970 voti, pari al 22,68%, staccando l’allora seconda lista, quella del Pdl per 1903 voti. Nel 2006 il MAIE non esisteva e le elezioni erano state vinte dall’AISA, il partito che rappresentava l’associazionismo, con 99.817 voti alla Camera (33,12%). Di quella lista Merlo era il capolista ed entrò alla Camera grazie alle oltre 43mila preferenze ottenute. Nel 2008 Merlo ottenne 50.599 preferenze. Quest’anno, ha aumentato ancora il suo bottino di preferenze: 71.273, cioè praticamente un 40% in più di preferenze. 

Da parte sua Borghese è entrato alla Camera grazie alle 14.300 preferenze avute. Anche nel 2008 era arrivato dietro a Merlo nella lista del MAIE con 10.468 preferenze. 

Per le elezioni al Senato il MAIE ha avuto 120.290 voti, pari al 40,92% del totale di voti validi, con una crescita del 67% rispetto ai 72.511 voti ottenuti nel 2008. Allora il MAIE conquistò per il Senato il secondo posto dietro al Pdl, che ottenne 101.585 con oltre 50mila preferenze per il primo eletto Esteban Caselli. Il dott. Zin ora ha conquistato il suo seggio al Senato grazie alle 46.538 preferenze ottenute. Nella sua precedente esperienza elettorale italiana, nel 2006, Zin era stato candidato dell’Udc e aveva avuto 19.107 voti di preferenza, che non erano stati sufficienti per portarlo a Roma. 

Dietro a lui ora si è piazzato Walter Petruziello del Brasile ha ottenuto 22.583 preferenze. Petruziello era stato candidato dell’AISA nel 2006 (12mila preferenze) e nel 2008 (più di 7mila preferenze). 

Per quanto riguarda i risultati nei quattro paesi che hanno la comunità più numerose, il MAIE ha vinto le elezioni alla Camera in Argentina (78.216 voti pari al 43,99% del totale paese), in Venezuela (12.506 voti pari al 41,45% del totale paese) e in Uruguay (10.752 voti pari al 40,52% del totale paese). E’ arrivato secondo in Brasile, dietro al Pd, ottenendo 29.592 voti, pari al 36,95% dei voti espressi in Brasile. 

Per il Senato ha vinto in Argentina (77.336 voti pari al 49,47%) e in Venezuela (12.253, 45,59%); è arrivato secondo in Brasile (19.482, 26,48%) e terzo in Uruguay, dove non presentava candidato residente nel paese (6.051, 26,10%). 

Per concludere va detto che a livello Circoscrizione Estero, il MAIE è stato il quarto partito più votato all’estero, dietro al Pd, alla lista Monti, e al Pdl. Ma uno degli eletti nella lista Monti, Angela Fucsia Nissoli, entrata alla Camera nella Ripartizione America Settentrionale e Centrale, è dirigente del MAIE in quella Ripartizione ed ha partecipato nella lista Monti in rappresentanza del movimento fondato da Merlo. 

IL PARTITO DEMOCRATICO PRIMA FORZA ALL’ESTERO 

Il Partito Democratico, che ha ottenuto una sofferta vittoria in Italia, si conferma primo partito all’estero. Nell’America Meridionale ha visto la riconferma del suo deputato, Fabio Porta, ed ha strappato un senatore al Pdl. 

In questa zona del mondo, il partito di Bersani ha ottenuto circa 10 punti in più rispetto alle elezioni precedenti: 27,43 nel 2013, 17,89% nel 2008. Espressione del centrosinistra, nel 2006 non esisteva come partito, ma le forze principali che poi lo hanno costituito facevano parte dell’Unione, la lista che portò Prodi al governo. L’Unione ottenne nel 2006 83.372 voti pari al 27,66% dei voti. Sembrerebbe quindi che ha riconquistato i voti di allora, ma l’equazione non è così semplice. Infatti, in queste elezioni del 2013, il Pd ha fatto alleanze con varie forze, tra le quali il SEL, il partito del governatore della Puglia Nichi Vendola, con i socialisti e con l’AISA (Associazioni Italiane in Sudamerica), il partito del sen. Luigi Pallaro, che invece si era presentato da solo nel 2006 ottenendo il primo posto al Senato e alla Camera e nel 2008, quando era stato sconfitto, arrivando quarto. 

Torniamo quindi al risultato del Pd. I 90.716 voti ottenuti nelle elezioni alla Camera, pari al 27,43% del totale, hanno portato alla riconferma del capolista del Pd, Fabio Porta, che ha ottenuto 30.298 voti di preferenza. Nelle elezioni del 2008, quando il Pd aveva ottenuto il terzo posto con 68.605 voti pari al 17,89%, Porta aveva conquistato 15.932 preferenze. 

Nelle elezioni per il Senato di quest’anno, il Pd ha riconquistato un seggio a Palazzo Madama che aveva perso nel 2008, dopo averlo conquistato nel 2006 con l’Unione. 

Quest’anno con 73.175 voti pari al 24,89% del totale, ha ottenuto il secondo posto valido per conquistare un seggio al Senato. L’eletto è stato Fausto Longo, dirigente dell’Istituto Santi residente in Brasile, che ha avuto 29.077 voti di preferenza. Molti di più dei 2.280 ottenuti nel 2008 come candidato del Partito Socialista. Il candidato dell’AISA nella lista di senatori del Pd, Francisco Nardelli, ha ottenuto 22.583 voti. Il quarto candidato di quella lista, il presidente del Comites di Moron, Francesco Rotundo, ha avuto 9.585 voti di preferenza, meno delle 10.823 conquistate nel 2008 per la Camera e delle 9.794 ottenute nel 2006 come candidato dell’Unione. 

Il Pd ha vinto le elezioni per la Camera in Brasile, ottenendo 29.592 voti, pari al 36,95%; ed è arrivato secondo in Argentina (36.464, 20,51%), Venezuela (10.357, 34,32%) e Uruguay (10.240, 38,57%). Per il Senato è arrivato primo in Brasile (27.849, 37,91%) e in Uruguay (7.930, 34,20%) e secondo in Argentina (32.758, 20,95%) e Venezuela (7.612, 34,20%) 

LA DELUSIONE DI SANGREGORIO 

Terza nelle elezioni è arrivata l’Unione Sudamericana Italiani all’Estero, il partito fondato da Eugenio Sangregorio. Il partito del leone, si presentò per la prima volta nel 2006, conquistando appena il 4,71% dei voti. Nelle elezioni successive, Sangregorio si presentò sotto la sigla dell’Udc, ottenendo il 12,62% dei voti, allora pari a 48.393 voti, senza riuscire nell’intento di entrare a Montecitorio. Quest’anno, presentandosi un’altra volta come Usei, ha aumentato ancora la percentuale di voti sul totale, cioè il 13,31%, pur se è stato votato da meno persone: 44.024. 

Alla fine l’Usei ha conquistato il suo seggio alla Camera, ma non sarà per Sangregorio, che ha avuto 11.738 preferenze, bensì per la brasiliana Renata Bueno, che di preferenze ne ha ottenute 18.077. 

Terzo anche al Senato, l’Usei ha ottenuto per palazzo Madama 35.736 voti, pari al 12,16% del totale dei voti. Il più votato è stato Edoardo Pollastri, già senatore nel 2006 con l’Unione. Allora aveva ottenuto 19.523 preferenze e ora ne ha avute 16.052. 

Tra i quattro paesi con le maggiori comunità, l’Usei ha fatto la sua elezione migliore per la Camera in Uruguay e Brasile, dove è arrivato terzo. Poi quarto in Argentina e quinto in Venezuela. Per il Senato è arrivato secondo in Uruguay, terzo in Brasile, quarto in Argentina e sesto in Venezuela. (Nella fotografia, Renata Bueno) 

LA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA 

La ripresa del Partito della Libertà in Italia, che in poche settimane lo ha portato a ricuperare sul Pd, quasi fino ad ottenere un pareggio, non si è verificata all’estero e meno che meno nella Ripartizione America Meridionale. 

Come nel 2006, il centrodestra in questa occasione ha presentato due liste. Allora erano state le liste “Per l’Italia nel Mondo” che faceva riferimento all’ex ministro Mirko Tremaglia e Forza Italia la lista di Silvio Berlusconi. In quella prima tornata elettorale, nell’America Meridionale, entrava alla Camera il capolista della lista di Tremaglia, Giuseppe Angeli, che otteneva 11.463 preferenze, mentre la lista arrivava terza con 35.207 voti pari all’11,68% dei voti, percentuale di poco superiore all’11,07 avuta per il Senato. 

Nel 2008 ci fu l’exploit. 101.585 voti (29,12%) per l’ingresso di Caselli a palazzo Madama con 50.407 preferenze. Alla Camera invece, il Pdl arrivava secondo e otteneva 85.073 voti (22,19%), e la riconferma di Angeli, con 14.166 preferenze. 

Nel 2013 il centrodestra si è presentato un’altra volta diviso. Da una parte Caselli, che era stato fino a poche settimane prima dello scioglimento delle Camere responsabile del Pdl per gli italiani nel mondo, ma che decideva di uscire dal partito e fare la sua lista “Italiani per la Libertà”. Dall’altra, il Pdl affidava all’on. Angeli la formazione di una lista pochi giorni prima del giorno dell’ufficializzazione delle liste. 

Caselli proponeva per la Camera la soubrette Ileana Calabrò e dietro a lei il suo collaboratore Franco Arena. Tutti e tre comparivano nei manifesti elettorali. Ma la lista Italiani per la Libertà non ha fatto una grande elezione. Alla Camera, ha avuto 22.231 voti, pari al 6,75% del totale dei voti validi nella Ripartizione America Meridionale. La sua capolista, la Calabrò, ha avuto 12.119 voti di preferenza e Arena 2.928 . Molto peggio per il Senato, dove la lista ha avuto 13.124 voti (cioè il 4,46% dei voti) e Caselli ha avuto 7.192 voti di preferenza, molto lontano dalle 50mila del 2008 con cui arrivò a Roma. 

La lista del Pdl, ha avuto praticamente gli stessi voti: 21.809 alla Camera, pari al 6,60%. Angeli ha avuto 5.432. Nelle elezioni per il Senato il Pdl ha avuto 15.960 voti pari al 5,43 per cento del totale. Ad ogni modo è evidente che a livello locale si è confermato il calo che il partito fondato da Berlusconi ha subito in tutta la Circoscrizione estero. 

Il Pdl per la Camera è arrivato 5º in Argentina, Brasile e Uruguay e 3º in Venezuela. Per il Senato è arrivato 5º in Argentina e Uruguay, 4º in Brasile e 3º in Venezuela. 

Il partito di Caselli per la Camera è arrivato 3º in Argentina, ultimo in Brasile e Venezuela e 4º in Uruguay. Per il Senato è arrivato 3º in Argentina, ultimo in Brasile e Venezuela e 6º in Uruguay. 

UNIONE ITALIANI IN SUDAMERICA E M5S 

L’Unione Italiani in Sudamerica, fondata da Pier Paolo Turrini, ha più che raddoppiato i risultati ottenuti alla Camera nel 2008 con la lista allora creata da Turrini “Consumatori Civici Italiani): da 4.878 (1,27% a 11.470 (3,47%). Nel Senato, dove si è presentato Turrini, l’UIS ha preso 70169 voti (2,44%) contro i 3.663 (1,05%) del 2008. 

Infine il movimento di Grillo, protagonista delle elezioni in Italia, in questa regione è arrivato ultimo con 6730 voti al Senato (2,29%)e 10511 alla Camera (3,18%). Da ricordare che i suoi candidati sono stati eletti attraverso primarie telematiche e tra loro non c’erano residenti in Argentina. (Tribuna Italiana /Inform)

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