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mercoledì 20 marzo 2013

Tribuna italiana: Papa Francesco, la politica italiana e la nostra comunità


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Su “Tribuna Italiana” del 20.3.2013 l’editoriale del direttore Marco Basti
Papa Francesco, la politica italiana e la nostra comunità

BUENOS AIRES - "Sono stati più veloci dei politici italiani": così - secondo fonti Usa - il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scherzato col vicepresidente americano Biden, che sottolineava la velocità con cui è stato fatto il nuovo Papa. "Sono stati più veloci anche dei politici americani", ha aggiunto Biden a Roma per la cerimonia di inaugurazione del pontificato di Papa Francesco. 

Queste scherzose battute del capo dello Stato italiano e del vicepresidente americano, riportati dall’Agenzia Ansa, non fanno altro che certificare quel che la Chiesa ha messo in evidenza con l’elezione di Papa Francesco. Illuminata dallo Spirito Santo, secondo quanto essa insegna, o dimostrando ancora una volta che è maestra di umanità e quindi pronta a capire i bisogni e le richieste della gente, la Chiesa cattolica e in particolare gli uomini ai quali essa ha affidato l’elezione del successore di Pietro, ha risposto alle attese, non solo rapidamente, ma anche tirando fuori un vero e proprio asso dalla manica. 

Papa Francesco, infatti, in questi primi giorni è andato molto più in là di quanto ci si aspettasse dal nuovo Pontefice. Vero è che l’entusiasmo attuale non durerà per sempre e che probabilmente molti media e politici in tutto il mondo, che oggi lo acclamano con entusiasmo, cambieranno registro quando papa Bergoglio comincerà a ribadire alcuni principi millenari della Chiesa, ma è chiaro che con la sua elezione la Chiesa ha cambiato registro e in pochi giorni ha ricuperato una percezione positiva tra la gente, che da tempo aveva perso. 

Ma, tornando alla battuta del Presidente Napolitano, è vero che chi ha a cuore le sorti dell’Italia, chi segue la sua vita di tutti i giorni, chi è legato al Belpaese dalle proprie radici, non può fare a meno di constatare, di fronte alla sveltezza della Chiesa, la paralisi della politica italiana. Una immobilità che coinvolge i tre gruppi maggioritari di cui parlavamo la settimana scorsa. I vincitori morali del Partito Democratico. Gli sconfitti ma non tanti del Partito delle Libertà. I veri titolari di una vittoria che sembra inutile, del Movimento 5 Stelle. 

Perché il Pd da solo non può fare niente e vorrebbe il sostegno dei parlamentari grillini, che invece glielo negano. Perché il Pdl pur di ottenere qualcosa sarebbe disposto a dare qualsiasi appoggio al Pd, ma il partito di Bersani rifiuta qualsiasi accordo col centrodestra. Perché Grillo, continua a giocare la carta del tanto peggio tanto meglio, e sperando di mantenere compatti i suoi parlamentari, punta a tornare al più presto alle urne, per aumentare ancora il suo bottino parlamentare, anche se non si riesce a capire per fare cosa. Ma rischia intanto di subire lo sgretolamento dei suoi gruppi parlamentari. 

Una situazione nella quale tutte le mosse sono lente, incerte, pesate col bilancino, al limite della meschinità. Una situazione bloccata, appunto, lontana dalla voglia che anche la società italiana ha, di aria fresca, di finestre spalancate, di cambiamento reale. 

L’augurio è che alla fine anche la politica italiana riesca a far scattare quel rinnovamento che il Papa argentino di origine italiana, sta portando nella Chiesa. 

E per chiudere, vogliamo porre una domanda: quale delle due situazioni, quella della Chiesa o quella dell’Italia, rispecchiano meglio la situazione della nostra comunità italiana in Argentina? 

Le risposte saranno gradite. (Marco Basti -Tribuna Italiana /Inform) 

marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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