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giovedì 11 aprile 2013

“Guardare da vicino, vivere da lontano”: una serata sull’emigrazione trentina in Svizzera e Germania


ITALIANI ALL’ESTERO

Incontro a Trento promosso da Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e Associazione Trentini nel mondo

“Guardare da vicino, vivere da lontano”: una serata sull’emigrazione trentina in Svizzera e Germania



TRENTO - Vittorio Ducati, trentino emigrato in Svizzera, e Boris Potrich, trentino emigrato in Germania, sono stati i protagonisti di “Guardare da vicino, vivere da lontano”, appuntamento promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e dall’Associazione Trentini nel mondo, per parlare di emigrazione ed accoglienza.



La serata si è svolta ieri 10 aprile presso il cinema Astra di Trento ed è stata conclusa dalla proiezione di “Touchol”, un film-documentario di Alvaro Bizzarri ambientato nella Svizzera degli anni Ottanta.



Intervistati da Mattia Pelli, storico dell’emigrazione e ricercatore presso la Fondazione Museo storico del Trentino, Ducati e Potrich hanno raccontato alcuni momenti della loro storia personale di emigrazione: si è parlato delle motivazioni che li hanno spinti ad emigrare, delle sensazioni che hanno segnato il loro viaggio e il loro primo impatto con il paese di accoglienza, delle condizioni di lavoro e di vita.



Le loro testimonianze hanno messo a fuoco alcuni degli aspetti peculiari delle esperienze migratorie nel periodo successivo alla Seconda Guerra mondiale: entrambi hanno confermato che la ricerca di un’occupazione stabile e meglio retribuita che consentisse di fare progetti per il futuro era la molla che spingeva a partire. Nei paesi di arrivo - hanno raccontato Ducati e Potrich - le opportunità di lavoro non mancavano e chi era disposto a sacrifici e ad impegnarsi per migliorare la propria formazione professionale, poteva ambire a qualifiche sempre più elevate. L’ostilità della popolazione è stata avvertita più in Svizzera che in Germania e la formazione di una famiglia ha aiutato entrambi ad affrontare con maggiore forza le difficoltà che derivavano dal trovarsi in un paese straniero.



All’intervista con i due testimoni è seguita la proiezione del film “Touchol” , che narra la storia di un giovane emigrato stagionale italiano in Svizzera che non vuole rassegnarsi alla vita in baracca e cerca di trovare una sistemazione decorosa e stabile. Il regista, Alvaro Bizzarri, è stato il primo operaio italiano ad aver scelto la cinepresa per dar voce ai migranti e denunciare le drammatiche condizioni dei lavoratori stagionali, separati dalle loro famiglie. Bizzarri ha sentito forte l’esigenza di documentare quelle esperienze di vita e le sue opere raccontano del lavoro, dello sfruttamento, della nostalgia e dello sradicamento.



La serata è stata anche la conclusione del progetto Regie d’Italia, la seconda edizione dell’iniziativa messa in campo dalla Fondazione Trentina De Gasperi in collaborazione con il Centro insegnanti di Rovereto, per affrontare la didattica con l’ausilio del cinema. Regie d’Italia si è sviluppato come un percorso di formazione rivolto ai docenti delle superiori: partito a fine 2012, in una serie di incontri, ha toccato le tappe del Novecento attraverso celebri pellicole italiane, illustrate da esperti e storici. Il tema era “Movimenti nel mondo e rappresentazioni dal mondo” e l’evento del 10 aprile ha chiuso la rassegna 2012-2013. (Inform)

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