Per il reindirizzamento cliccate link to example

mercoledì 10 aprile 2013

L’esempio della AMIA e Colombo


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Su “Tribuna Italiana” di oggi l’editoriale del direttore Marco Basti
L’esempio della AMIA e Colombo

BUENOS AIRES - Domenica scorsa si sono tenute le elezioni all’AMIA (Asociación Mutual Israelita-Argentina), il più importante sodalizio della collettività ebrea residente in Argentina, nata, come tante associazioni italiane, con lo scopo principale della solidarietà mutualistica. Elezioni, nelle quali si sono confrontate quattro liste. Un voto del quale hanno parlato i principali media dell’Argentina. 

E davanti a tale interesse dei media argentini, viene spontaneo il confronto con la capacità della nostra comunità di "fare notizia". 

Certo, è chiaro che quel che avviene in seno alla più nota associazione della comunità ebrea va molto al di la della vita interna dell'AMIA. Il popolo ebraico fu vittima del terribile genocidio nazista e l'odio razziale di cui è stato oggetto lungo la sua storia non è mai scomparso completamente. Inoltre, al di la del fatto che in Argentina, al pari delle altre collettività, gli ebrei sono integrati e hanno dato il loro grande contributo al Paese, la sede dell'ambasciata d'Israele a Buenos Aires e la sede della stessa AMIA sono state oggetto di attentati terroristici che hanno provocato oltre cento morti. La magistratura argentina accusa l'Iran di organizzare o comunque avere responsabilità in quei attentati e il criticato memorandum d'intesa firmato dal governo argentino con Teheran ha coadiuvato perché i riflettori fossero puntati sull'elezione nell'AMIA, vista anche l'opposizione a tale accordo, in seno alla comunità ebraica. 

Tutto vero, ma comunque non si può non constatare che come comunità gli italiani, pur se siamo in tanti, non contiamo niente. 

Altrimenti non si capisce la disinvoltura con la quale vogliono togliere il monumento a Cristoforo Colombo e l'atteggiamento indolente e fatalista della nostra reazione. Perché a questo punto non si tratta solo di Colombo, la cui gesta merita comunque un omaggio riconoscente. Si tratta dell'offesa che viene fatta nei nostri confronti, del disprezzo verso i milioni di italiani immigrati in Argentina, verso la collettività che regalò quel monumento stupendo alla città e - come sostiene il comunicato del "Foro Porteño de Colectividades" - verso tutte le autorità nazionali e cittadine che durante quasi un secolo hanno prima accettato e poi conservato il monumento, a testimonianza di tutti i valori che comportano la presenza italiana in Argentina. 

Come abbiamo spesso ricordato, non si capiscono la storia, la cultura e la stessa identità argentina, senza il contributo determinante degli italiani. 

Quindi torniamo a chiedere ai nostri dirigenti, e alla comunità tutta: noi, cosa faremo? 

La risposta non può essere soltanto un comunicato di protesta. (Marco Basti -Tribuna Italiana /Inform) marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

Nessun commento:

Posta un commento