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giovedì 18 luglio 2013

Claudio Micheloni sui 70 anni della FCLIS


ITALIANI ALL’ESTERO

A colloquio con il presidente del Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero

Claudio Micheloni sui 70 anni della FCLIS, sul convegno “Europei in movimento” , sull’indagine conoscitiva avviata dal Comitato e sul rinnovo dei Comites e del Cgie

“Il collegio Estero ha un senso solo se c’è la convinzione che questo rappresenti una cosa importante per l’Italia e non solo per i connazionali nel mondo”


ROMA –  Domani, presso la Sala Zuccari del Senato, avrà luogo un convegno che porrà a confronto le esperienze dei parlamentari eletti dalle collettività all’estero di vari paesi europei. Alla vigilia di questo incontro, che intende dare un contributo alla discussione in Italia sulle riforme costituzionali e sul futuro della circoscrizione Estero, abbiamo rivolto alcune domande al presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero Claudio Micheloni. L’organo collegiale del Senato che promuove l’evento. Abbiamo parlato con il senatore del Pd, eletto nella ripartizione Europa, al margine della conferenza stampa per i 70 anni di attività della FCLIS di cui Micheloni è presidente.

 Oggi si è svolta a Roma, in occasione dei 70 anni di attività delle Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, la presentazione del libro di Toni Ricciardi sulla storia di questa realtà associativa. Cosa ci può dire in proposto?

Festeggeremo il 70esimo anniversario della FCLIS nel congresso che si terrà dal 4 al 6 ottobre a Dietikon vicino Zurigo. Faremo questo partendo dalla testimonianza del libro di Toni Ricciardi  “Associazionismo ed emigrazione. Storie delle Colonie Libere e degli Italiani in Svizzera”. Per la realizzazione di questo volume Ricciardi ha compiuto una ricerca nell’archivio sociale della città di Zurigo dove la FCLIS  ha depositato tutti i suoi documenti. Abbiamo voluto presentare il libro a Roma perché riteniamo che sia importante, al di là dei festeggiamenti per l’anniversario dei 70 anni di storia delle Colonie Libere,  che questo lavoro venga letto anche in Italia per far capire un po’ di più degli italiani all’estero e per far comprendere il significato del fenomeno migratorio e il concetto di integrazione. In questo modo potremo far conoscere gli errori compiuti in Svizzera nei confronti dei migranti e soprattutto i successi ottenuti in territorio elvetico  sulla strada dell’integrazione a partire dalla fine degli anni 70’. E’questa la testimonianza che vogliamo portare in Italia. 

Fra poche ore presso Palazzo Giustiniani si terrà il convegno “Europei in movimento. La rappresentanza delle comunità nelle Istituzioni: una risorsa per i paesi d’origine”. Quali sono gli obiettivi di questo evento?

Il convegno è organizzato dal Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero. Con questa iniziativa intendiamo dare un contributo al dibattito di fondo sulle riforme costituzionali. Solo i sordi, i cechi e gli sciocchi non hanno visto che il collegio Estero è morto. Chi è in buona fede avrà infatti capito dalla lettura dei documenti dei vari gruppi dei saggi che il nostro collegio avrà molte difficoltà a resistere. Come Comitato non intendiamo dare il nostro contributo semplicemente con discorsi paternalisti, nazionalisti o con una visione nostalgica dell’emigrazione, perché pensiamo che non abbia senso, ma vogliamo invece contribuire alla riflessione sulla domanda di fondo. Ha un senso la presenza di parlamentari eletti dalle  comunità migranti all’interno dei Parlamenti nazionali? Nell’incontro di domani vogliamo dimostrare che questo tema non è solo italiano, come molti della nostra politica credono. Al dibattito saranno presenti due senatori francesi del collegio Estero, in Francia alle ultime elezioni sono stati eletti per la prima volta anche undici deputati in rappresentanza delle collettività migranti, un deputato portoghese, anche lui rispondente alle comunità portoghesi all’estero, e un deputato rumeno. Abbiamo invitato varie istituzioni, come ad esempio il Cgie, che fino ad ora non ha però dato una risposta ufficiale, anche se vari consiglieri parteciperanno. Questo segnala anche l’utilizzo strumentale che si fa oggi delle rappresentanze degli italiani all’estero. Il convegno avrà purtroppo luogo in un momento politico di grande difficoltà e quindi proprio domani si svolgerà in contemporanea con l’incontro un  dibattito in Aula. I colleghi che parteciperanno all’evento dovranno quindi alternare la loro presenza. L’incontro verrà introdotto dal presidente del Censis Giuseppe De Rita, grande conoscitore degli italiani all’estero.  Parteciperanno inoltre il ministro per le Riforme Costituzionali Gaetano Quagliarello, il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Anna Finocchiaro e il vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Vogliamo dunque con umiltà, senza dare lezione a nessuno, imbastire un dibattito sul tema della rappresentanza degli italiani all’estero, dopo di che, non appena sarà possibile, pubblicheremo gli atti. Non vogliamo fare una semplice difesa di dovere del collegio Estero, ma realizzare qualcosa di utile che serva a far capire alla politica italiana che il collegio Estero ha un senso solo se c’è la convinzione che questo rappresenti una cosa importante per l’Italia e non solo per i connazionali nel mondo.

Il Comitato per le questioni degli italiani all’estero ha recentemente avviato un’indagine conoscitiva sulla valorizzazione del reciproco contributo economico, culturale e civile tra la madrepatria e le comunità italiane all’estero.

Come sono andate le prime due audizioni di questo che si annuncia come un articolato momento di approfondimento?

Il Comitato ha in primo luogo incontrato le consulte regionali. E’ stato un confronto molto importante e franco ed abbiamo sollecitato i colleghi senatori a promuovere una nuova giornata di approfondimento con i rappresentanti delle regioni. Questa mattina abbiamo ascoltato il presidente di Assocamerestero e in questo contesto ho sottolineato la necessità di dare contenuti alla consueta frase di comodo che definisce gli italiani all’estero come una risorsa. Io sono convinto che i nostri connazionali nel mondo rappresentino una risorsa, ma sono stufo di sentirlo enunciare senza che vi siano mai proposte concrete. L’indagine conoscitiva avviata dal Comitato si prefigge dunque di creare le opportunità per dare risposte concrete sui vari settori che toccano direttamente gli italiani all’estero, come ad esempio quelli della scuola e dei servizi consolari. Temi classici che dobbiamo affrontare.

Entro il 2014 dovrebbero avere luogo le elezioni per il rinnovo dei Comites e del Cgie. Lei crede che sarebbe ipotizzabile un ulteriore rinvio di queste consultazioni?

Su questo punto ci siamo pronunciati all’insediamento del Comitato, quindi che il Governo non venga a presentare un decreto di ulteriore rinvio delle elezioni. Nel 2014 si deve dunque votare, anche se non escludiamo che vi siano le condizioni per rinnovare la rappresentanza prima delle elezioni del 2014. Questa è una decisione che prenderemo nei primi giorni dopo la pausa estiva, perché al momento abbiamo già un programma estremamente intenso. (Goffredo Morgia-Inform) 

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