CINEMA
Ospiti all’Ischia Film Festival
Vittorio
Storaro: “Farò un film su Maometto, giriamo a Teheran” Aureliano Amadei: “Ho due progetti un po’ pazzi”
ISCHIA - Ha rapito tutti la lezione di fotografia che il presidente
onorario della XI edizione dell’Ischia Film Festival, Vittorio Storaro, ha dato
con la complicità della giornalista Maria Stella Taccone all’interno della
sezione “Parliamo di cinema”. Ha parlato di fotografia come “scrittura della
luce”, delle sue collaborazioni passate e dei personaggi che l’hanno guidato
professionalmente in questi anni. Ha stupito molti individuando tra i suoi
maestri Walt Disney. “Biancaneve è un esempio brillante di come mostrare il
mondo attraverso la fisiologia dei colori”. E infine ha confermato il suo
prossimo progetto, un kolossal, dando molti dettagli riguardo a ciò che lo ha
impegnato negli ultimi mesi. “Sono stato chiamato in Iran da uno dei più grandi
registi del medio Oriente insieme a Kiarostami, Majid Majidi, il quale ha
girato una trilogia sulla vita del profeta dell’Islam. La prima parte del
lavoro racconta l’infanzia di Maometto, il progetto mi è parso da subito
interessante. Dalla visione di alcuni miei lavori tra cui “Il piccolo Buddha” e
“L’ultimo imperatore”, Majid Majidi ha capito che io potevo dargli la
rappresentazione figurativa che stava cercando. Sono stato in Iran per un
anno e mi sono reso conto di essere stato fortunato. Ho collaborato ad uno dei
più grandi progetti epici della storia del cinema, ad uno di quei lavori che
hanno un fondamento sociologico, sentimentale e spirituale molto profondo. Film
di questo tipo non sono solo dei blockbuster americani, che hanno solo grandi
effetti speciali e sono privi del senso della civiltà dell’uomo. Partecipare a
questo progetto è stato un modo di conoscere me stesso attraverso la vita di
grandi personaggi della storia. Tutti noi cerchiamo le risposte alle domande
fondamentali della vita attraverso quello che facciamo”. Al maestro ha voluto
manifestare tutta la sua ammirazione anche la star della serie tv Downtown
Abbey Sophie McShera, che poi, insignita dal festival del Premio Plinius 2013,
ha rivelato che oltre a ricoprire la parte di Daisy, che l’ha resa famosa,
anche nella quarta stagione del serial, sarà “una delle sorellastre della
Cenerentola di Kenneth Branagh, un regista straordinario con cui ho già fatto
diversi incontri. Amo il suo teatro”.
Ha chiuso la serata Aureliano Amadei, già autore di 20 sigarette e a
Ischia con Il Leone di Orvieto, documentario divertente e arguto su Giancarlo
Parretti, una sorta di pre Berlusconi che ha vissuto e vinto grandi imprese ma
che ha anche subito terribili cadute, dall’aver acquistato la MgM fino ai suoi
cinque arresti. “Da lì – ha dichiarato il regista – credo sia cominciata
quest’epoca che viviamo. Mentra lavoravamo al film, mi ha colpito come ad un
certo livello politico, economico, imprenditoriale non si scandalizzi più
nessuno. Uno dei nostri drammi è l’ormai chiara incapacità a indignarci per ciò
che accade”. Ha infine aperto un varco sui suoi progetti futuri. “Un film
impossibile, ma che sta entusiasmando molti produttori: ho già due coproduzioni
all’estero, è un on the road pazzo che dovrebbe passare anche da India e
Pakistan, che partirà da Roma per arrivare in Rajasthan. Nei mercati di Roma e
Cannes ho trovato molto interesse, ma sarà un progetto lungo da mettere su.
L’altro progetto spero di iniziarlo in inverno, sarà un un film drammatico dove
tra le interpreti ha scelto una promettente attrice esordiente che, sono
sicuro, diventerà presto fondamentale per il cinema italiano, Mariachiara Di
Mitri. Sarà tratto dal mio spettacolo teatrale L’arma”. (Inform))
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