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mercoledì 31 luglio 2013

Emma Bonino: Egitto, Italia con Europa per intesa tra le parti. Per ora nessuna reciproca apertura al dialogo

ESTERI
Audizione del ministro alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato

Emma Bonino: Egitto, Italia con Europa per intesa tra le parti. Per ora nessuna reciproca apertura al dialogo

“Ai turisti italiani che si recano in Egitto consigliamo di non fare escursioni”. Siria: “Nessuna conferma sul rapimento di padre Dall’Oglio. Per Domenico Quirico il dato positivo è che non ci sono cattive notizie”. Libia: “Deterioramento della sicurezza nel Paese. Si registra flusso migratorio drammatico, organizzato da organizzazioni criminali”

ROMA - L’Italia con l’Europa continua a far appello al dialogo tra le parti, ad un ‘‘negoziato inclusivo’’, il solo che potrebbe far uscire il Paese dalla drammatica crisi ma, per ora, ‘‘non ci sono state dichiarazioni serie di dialogo e inclusività da parte del governo in carica’’, ne’ ‘‘dall’altra parte’’: è il significato dell’audizione del ministro degli Esteri Emma Bonino alle Commissioni riunite di Camera e Senato sulla situazione in Egitto e più in generale nell’area mediorientale. “Non mi pare che ci sia una una reale volontà dei Fratelli musulmani di accogliere l’invito all’inclusivita’“ né che che questa “volontà” ci sia “dall’altra parte”, ha detto il ministro sottolineando che “noi possiamo continuare a premere, ma le decisioni spettano ad altri’’. “Non siamo noi a imporre il dialogo, noi possiamo solo chiederlo con insistenza”, ha concluso Bonino.

Processo complesso di ‘‘risveglio arabo’’

La titolare della Farnesina ha sottolineato di non ‘‘aver mai amato l’espressione primavera araba, perche’ la parola ‘primavera’ dà l’idea di un processo solo positivo. Ho sempre preferito - ha aggiunto - chiamarlo risveglio arabo cioè un processo fatto anche di tragedie, scivoloni, passi indietro che non manca nel mondo arabo come in nessuna parte del globo”. E’ chiaro che il processo si è rivelato più complesso di quanto ci aspettavamo. Non sono d’accordo pero’ che siamo entrati nell’inverno siberiano”, ha detto ancora Bonino precisando di non credere affatto “il mondo arabo sia inadatto alla democrazia”. Il ministro ha anche invitato a svolgere una considerazione più approfondita e meno “stereotipata” sull’idea che “gli sciiti sono cattivi e sunniti sono nostri amici”.

Tensione e instabilità in tutta la costa Sud del Mediterraneo

“Abbiamo consigliato ai turisti italiani che si recano in vacanza in Egitto di non fare escursioni”, ha detto il ministro alle Commissioni riunite di Camera e Senato, ricordando “a tutti gli italiani che si mettono in viaggio di registrarsi sul sito viaggiare sicuri’’.

La situazione ha aggiunto il ministro - ‘‘in tutta la costa sud del Mediterraneo è di grandissima tensione e instabilita’’’ e ciò ‘‘non riguarda solo l’Egitto’’

‘‘Deterioramento della sicurezza in Libia’’

Sulla situazione in Libia, Bonino ha precisato che ‘‘gli eventi degli ultimi giorni evidenziano un deterioramento della sicurezza’’ nel paese . Inoltre si registra un “flusso migratorio piuttosto drammatico, organizzato da organizzazioni criminali”.

Sostegno al processo di pace in MO

“La ripresa negoziati di pace in Medio Oriente ci porta ad avere un dato di speranza e sostegno al processo”, ha detto il ministro nel corso della sua audizione in Parlamento.

‘‘Seguiamo le vicende di Quirico e Dall’Oglio’’

“Continuiamo a seguire la vicenda di Quirico con tutte le piste possibili. L’unico dato ‘positivo’ e che non abbiamo cattive notizie. Neanche sul rapimento di Dall’Oglio abbiamo conferme”, ha precisato il ministro Emma Bonino.(Inform)

Mario Mauro: Clima cambiato. Presto potranno tornare a casa

MARO’ IN INDIA
Il ministro della Difesa ha incontrato Latorre e Girone nell’Ambasciata italiana a New Delhi

Mario Mauro: Clima cambiato. Presto potranno tornare a casa

ROMA – “Sono convinto della loro innocenza e non da ieri. Ora però sono più convinto del fatto che riusciremo a dimostrarlo, e che presto i nostri marò potranno tornare a casa”. Così il ministro della Difesa Mario Mauro in una pubblicata oggi dal quotidiano ‘Avvenire’ . Il ministro Mauro nei giorni scorsi si era recato in visita privata a New Delhi, per incontrare i fucilieri della Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in regime di detenzione presso l’Ambasciata d’Italia

Dopo aver riferito al presidente del Consiglio Letta e al ministro degli Esteri Bonino, Mauro fornisce alcuni particolari degli incontri. E’ stata una visita, ha spiegato ad Avvenire, per dire innanzitutto che i due marò non sono soli nel la loro ormai interminabile battaglia legale. Per loro sono al lavoro, praticamente senza sosta, due avvocati dello Stato, un ufficiale della Marina con competenze giuridiche in diritto internazionale e della navigazione, ma anche uno staff di avvocati indiani che fa capo a uno studio legale locale di primo livello. In Italia a seguire il caso, invece, c’è una struttura permanente facente capo alla Farnesina con funzionari della Difesa e della Giustizia.

“Siamo tutti certi della loro innocenza, e siamo ora più fiduciosi in una soluzione equa e rapida” ha detto Mauro . Con l’India è “cambiato il clima innanzitutto e di questo bisogna dar atto al lavoro svolto da Staffan De Mistura”, inviato speciale di Letta presso il governo indiano per la questione marò . “Uno sforzo che, siamo sicuri – ha aggiunto il ministro della Difesa - potrà favorire l’accertamento della verità in un clima più disteso e sgombro da prevenzioni. Ma è cambiata anche la situazione processuale, con la riapertura della fase istruttoria che ha consentito di ripartire da zero su nuove basi”.(Inform)

Fucsia Nissoli (Sc): Il Mae si pronunci sul metodo di razionalizzazione

RETE CONSOLARE
Fucsia Nissoli (Sc): Il Mae si pronunci sul metodo di razionalizzazione

“Parlamento e Governo lavorino insieme per l’istituzione di un’Agenzia consolare a Newark”

ROMA – La chiusura in corso di svariate rappresentanze consolari ha generato in questi anni numerosi problemi sia per i cittadini italiani residenti all’estero che per gli interessi del nostro sistema economico e imprenditoriale, infatti i nostri connazionali residenti all’estero si ritrovano su un territorio senza più un punto di riferimento certo, come pure molte imprese perdono l’interlocuzione con il Consolato avente per giurisdizione il territorio sul quale hanno situato la loro attività estera.

Oggi, al Comitato permanente sugli italiani nel mondo, vi è stata l’audizione del Vice Ministro Archi con un dibattito che ha toccato anche la questione della chiusura delle sedi consolari; un dibattito che spero possa continuare in altra data e con il rappresentante del Governo competente per materia. Desidero, tuttavia, ringraziare il Vice Ministro Archi per l’impegno che sta assumendo nella promozione del sistema Paese e della cultura italiana di cui è espressione il Museo nazionale dell’emigrazione per la stabilizzazione del quale anche io ho, recentemente, depositato una Proposta di Legge.

Ma tornando ai consolati, devo sottolineare che tra le sedi di prossima chiusura figura anche il Consolato di Newark, la cui giurisdizione copre ben 13 contee dello Stato del New Jersey (USA), con circa 17.000 connazionali residenti, ovvero il centro Nord di questo importante Stato americano ivi compresa la capitale Trenton citata da Sciascia ne “Il lungo viaggio”: “E chi ha parenti in America, può scrivergli che aspettino alla stazione di Trenton, dodici giorni dopo l’imbarco...”. Una terra nota alla nostra comunità sin dai primi tempi dell’emigrazione in America, infatti qui sono sorte numerose associazioni tra cui la gloriosa Unico National che la terza associazione italoamericana, senza contare le organizzazioni facenti capo ai siciliani , ai pugliesi, calabresi, campani ed abruzzesi che sono di antica costituzione e che conservano la memoria storica della nostra emigrazione ed i tanti italiani che hanno come punto di riferimento la prestigiosa Università di Princeton che annovera tra i suoi docenti il grande Remo Ruffini, orgoglio della nostra astrofisica. La scorsa Legislatura vi è stata una indagine conoscitiva della Commissione esteri e rifacendomi a quella vorrei sapere se il Governo in questo processo di cosiddetta razionalizzazione si è rifatto ai risultati di quell’indagine affinché vi fossero azioni conseguenti alle effettive necessità delle nostre comunità all’estero e della promozione del nostro Sistema Paese. Per quanto concerne la sede di Newark ritengo che essa sia cruciale nel panorama italoamericano e per il ruolo di primo piano, in tutti i campi, degli italoamericani nel New Jersey, tra cui il Governatore, e per il posizionamento geostrategico della sede consolare, tra New York e Washington, al centro di adeguate reti di trasporto stradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali con il porto di Elizabeth. Strutture fondamentali per la presenza delle aziende italiane negli USA, tanto che anche la Ferrero ha scelto il New Jersey come sede operativa. Se l’intento è razionalizzare e promuovere il nostro Sistema Paese oltre che assistere i nostri connazionali non vedo come tale provvedimento possa andare in questa direzione. Mi chiedo allora quale sia la logica che sottende queste azioni. Ma nessuno pensa ai tanti anziani che sarebbero costretti a fare lunghi viaggi per recarsi al Consolato per un documento?

Quegli stessi anziani delle vecchie generazioni verso i quali l’Italia ha un debito di gratitudine, fosse solo per le rimesso che ci hanno aiutato a crescere economicamente ed a svilupparci. Oggi hanno davanti una amministrazione che propone loro disagi, credo che dobbiamo lavorare per limitarli, magari con l’istituzione di una Agenzia consolare a Newark. Proviamo a lavorarci insieme, Parlamento e Governo, ascoltando le nostre comunità emigrate, altrimenti noi avremmo fallito la nostra missione ma il Governo non ne uscirà trionfante.( Fucsia FitzGerald Nissoli*/Inform)

*Deputata di Sc eletta nella ripartizione Nord e Centro America

I deputati Pd della circoscrizione Estero: “Giusto e necessario il piano contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”

PARTITI
I deputati Pd della circoscrizione Estero: “Giusto e necessario il piano contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”

ROMA - “Il Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, presentato ieri dal Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge e dal Sottosegretario per le pari opportunità Maria Cecilia Guerra è per noi un atto giusto, necessario e urgente. Esprimiamo a Ministro Kyenge, dunque, la nostra condivisione e il nostro sostegno, che vanno al di là del rapporto politico con l’attuale Governo perché risalgono a profondi motivi culturali e etici”. Così, in una nota congiunta i deputati del Pd eletti nella circoscrizione Estero Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta, dopo la presentazione , da parte del ministro Kyenge , dello schema del Piano d’azione triennale contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza (v. Inform n.147 http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/cecile-kyenge-novembre-in-consiglio-dei.html ).

La nota dei deputati prosegue: “Le segnalazioni di casi di discriminazioni pervenute nel 2012 all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali sono aumentate del 61% rispetto all’anno precedente. Le cronache di questi ultimi mesi, inoltre, ci riportano la catena ininterrotta di dichiarazioni e atti di intolleranza che macchiano il profilo culturale e morale del popolo italiano e aprono solchi profondi nella coesione sociale. La nomina a Ministro di una persona come Cécile Kyenge, alla quale ancora una volta esprimiamo solidarietà e ammirazione per il modo come sta svolgendo il suo ruolo di ministro, ha fatto da catalizzatore dei fenomeni di razzismo cui quotidianamente assistiamo, portando allo scoperto il fondo limaccioso sul quale poggiano le relazioni sociali e personali nel nostro Paese.

Noi - che proveniamo da comunità che hanno conosciuto direttamente, sulla loro pelle, xenofobia e discriminazioni, a partire da quando alcune corti di giustizia statunitensi dichiaravano gli italiani di razza né bianca né nera, su queste cose sappiamo bene da che parte stare. E vorremmo – sottolineano i deputati Pd dell’estero - che l’opinione pubblica italiana riflettesse seriamente sui danni di immagine e di coesione sociale che queste posizioni possono provocare nel nostro Paese. Cercare di fermare ciò che non si può fermare, come le migrazioni, è un atteggiamento cieco e controproducente.

Si tratta piuttosto – continuano i parlamentari - di saper governare questi processi irreversibili, traendone il meglio possibile. Per questo hanno fatto bene il Ministro e il Sottosegretario a intrecciare un metodo di larga condivisione per un piano che deve intervenire in una materia tanto delicata e con alcuni essenziali assi di intervento, da piantare solidamente sul terreno dell’integrazione, come l’occupazione, l’alloggio, l’istruzione, la comunicazione, lo sport, la sicurezza. E poiché parliamo come parlamentari, rifletteremo seriamente sull’esigenza di affiancare il percorso culturale per l’affermazione dei diritti delle persone con un parallelo percorso di adeguamento normativo sulle problematiche della xenofobia e del razzismo.

Un piano d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, certo, ma, soprattutto, una strategia di civiltà che dentro e fuori i confini nazionali può fare solo del bene al nostro Paese” concludono Farina, Fedi, Garavini, La Marca e Porta. (Inform)

Luigi Nieri: nelle scuole di Roma progetto per spiegare l’emigrazione

ITALIANI ALL’ESTERO
Luigi Nieri: nelle scuole di Roma progetto per spiegare l’emigrazione


ROMA – Oggi pomeriggio si è riunita la Giunta capitolina guidata dal sindaco Ignazio Marino. Al termine della seduta il vice sindaco Luigi Nieri parlando con i giornalisti ha detto che è stata approvata una memoria dell’assessore alla Scuola dell'assessore Alessandro Cattoi “particolarmente interessante soprattutto in questo periodo e con alcune azioni rispetto ad alcuni ministri della Repubblica particolarmente sgradevoli”. Nieri ha spiegato che si tratta di “ un percorso nelle scuole romane sull’emigrazione dei nonni, cioè degli italiani all’estero”. E’ una iniziativa, ha aggiunto , “legata anche al Museo dell’Emigrazione che abbiamo qui a Roma”. (Inform)

Papa Francesco: fraternità come fondamento e via della pace

CHIESA CATTOLICA 
Papa Francesco: fraternità come fondamento e via della pace


Città del Vaticano - “Fraternità, fondamento e via per la pace”. E’ questo il tema scelto da papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale per la Pace. Questa giornata, che si celebra ogni anno il 1 gennaio, è stata voluta da Paolo VI: il messaggio per la Giornata viene inviato alle Chiese particolari e alle cancellerie di tutto il mondo, per richiamare il valore essenziale della pace e la necessità di operare instancabilmente per conseguirla. Sin dall’inizio del suo ministero di vescovo di Roma, il Papa – spiega una nota della Sala Stampa della Santa Sede – ha sottolineato l’importanza di superare una “cultura dello scarto”e di promuovere la “cultura dell’incontro”, per camminare verso la realizzazione di un mondo più giusto e pacifico. La fraternità è “una dote che ogni uomo e donna reca con sé in quanto essere umano, figlio di uno stesso Padre. Davanti ai molteplici drammi che colpiscono la famiglia dei popoli – povertà, fame, sottosviluppo, conflitti, migrazioni, inquinamenti, disuguaglianza, ingiustizia, criminalità organizzata, fondamentalismi -, la fraternità è fondamento e via per la pace. La cultura del benessere – si legge ancora nella nota - fa perdere il senso della responsabilità e della relazione fraterna. Gli altri, anziché nostri ‘simili’, appaiono antagonisti o nemici e sono spesso ‘cosificati’. Non è raro che i poveri e i bisognosi siano considerati un ‘fardello’, un impedimento allo sviluppo. Tutt’al più sono oggetto di aiuto assistenzialistico o compassionevole. Non sono visti cioè come fratelli, chiamati a condividere i doni del creato, i beni del progresso e della cultura, a partecipare alla stessa mensa della vita in pienezza, ad essere protagonisti dello sviluppo integrale ed inclusivo. La fraternità, dono e impegno che viene da Dio Padre, sollecita all’impegno di essere solidali contro le diseguaglianze e la povertà che indeboliscono il vivere sociale, a prendersi cura di ogni persona, specie del più piccolo ed indifeso, ad amarla come se stessi, con il cuore stesso di Gesù Cristo”. In un mondo che accresce costantemente la propria interdipendenza, non può mancare - spiega la Santa Sede il “bene della fraternità, che vince il diffondersi di quella globalizzazione dell’indifferenza”, alla quale Papa Francesco ha più volte accennato. La “globalizzazione dell’indifferenza deve lasciare posto ad una globalizzazione della fraternità. La fraternità impronti tutti gli aspetti della vita, compresi l’economia, la finanza, la società civile, la politica, la ricerca, lo sviluppo, le istituzioni pubbliche e culturali”. Papa Francesco, all’inizio del suo ministero, con un Messaggio che si pone in continuità con quello dei suoi Predecessori, propone a tutti la via della fraternità, per dare un volto “più umano al mondo”. (R.I.-Migrantes online/Inform)

Eugenio Marino: così parlò Bruno

PARTITI
Il responsabile del Pd all’estero ricorda Bruno De Santis, presidente del Comites di Lille, scomparso prematuramente  

Eugenio Marino: così parlò Bruno

ROMA - Friedrich Nietzsche, in Così parlò Zarathustra, dice che “molti muoiono troppo tardi, e alcuni troppo presto”. Ieri è morto in Francia Bruno De Santis e, sicuramente, per Zarathustra sarebbe tra quelli che sono morti troppo presto.

Ho conosciuto Bruno tredici anni fa, ci vedevamo e sentivamo poco, ma ogni volta che succedeva era per scambiarci opinioni sul Partito, sui Comites e sulla vita concreta degli italiani all’estero, soprattutto i più fragili e i giovani. O meglio, era Bruno che mi dava il suo punto di vista sincero, i suoi consigli su cosa fare.

Ed io ascoltavo, perché sapevo che era il punto di vista di una persona seria, appassionata, da sempre vicina ai più deboli, perché ci credeva e non perché a caccia di cariche o ruoli.

L’ultima volta che ci siamo sentiti è stato via mail, a ridosso del 25 febbraio scorso. Bruno inviò una lettera a Bersani molto critica su una scelta fatta dal Partito all’estero.

Ma una lettera che, come ci ha tenuto a sottolineare, era e doveva rimanere privata, perché non voleva creare problemi alla nostra campagna elettorale: preoccupazione persino eccessiva. Ma Bruno era questa persona qua.

Uno che diceva chiaramente come la pensava, senza paura di scontrarsi anche con gli amici, ma che teneva al Partito, alla comunità italiana all’estero, al Paese.

E mentre scriveva, dispensava consigli, parlava al telefono, combatteva con la malattia che ieri ce lo ha portato via.

Ha continuato a spiegarmi l’importanza dei Comites, del suo Comites, sottolineando quanti danni producano i continui rinvii del voto su organismi costituiti su base volontaria. Non si è arreso, impegnandosi fino a quando le forze glielo hanno consentito e continuando a parlare della necessità di rinnovare i Comites e coinvolgere i giovani. Sempre Zarathustra dice che “in alcuni è il cuore che invecchia per primo, in altri la mente. E certi sono vecchi da giovani: ma una tarda giovinezza è lunga giovinezza”.

Bruno non è tra quanti siano invecchiati prima con la mente, ma nemmeno col cuore e, anzi, ha mantenuto la freschezza dei suoi ideali fino all’ultimo, dandoci fino all’ultimo esperienza e speranza.

Per questo penso che nel suo morire, almeno in me, sopravvive il suo spirito e la virtù del suo impegno disinteressato. Tocca a noi ora saper raccogliere il testimone di quell’amore verso il Partito, i Comites, le comunità italiane all’estero e l’Italia.

Mi piace pensare che se avessi potuto chiederglielo, Bruno avrebbe condiviso le parole di Nietzsche/Zarathustra sulla morte e sulla voglia di trattenersi ancora un po’ sulla terra: “così voglio morire anche io, affinché voi, amici, amiate la terra ancor più, per amor mio; e voglio tornare a essere terra, per aver pace in colei che mi ha generato. Davvero, una meta aveva Zarathustra, egli ha gettato la sua palla: ora siete voi, amici, a voi getto la palla d’oro. Ciò che più volentieri contemplo, è vedervi gettare la palla d’oro, amici miei! Per questo mi trattengo ancora un po’ sulla terra: perdonatemelo! Così parlò Zarathustra”. (Eugenio Marino*/Inform)

*Responsabile del Pd all’estero eugeniomarino.blogspot.com

Pugliesi nel mondo: “Festa del Ritorno” a Bisceglie

ITALIANI ALL’ESTERO
Terza edizione dal 5 al 9 agosto

Pugliesi nel mondo: “Festa del Ritorno” a Bisceglie

BISCEGLIE (Barletta-Andria-Trani) - Dal 5 al 9 agosto si terrà a Bisceglie la terza edizione della “Festa del Ritorno”. Cinque giorni di iniziative dedicate ai biscegliesi emigrati, a cura del Comune e dell'associazione culturale Centro Studi Biscegliese con la collaborazione dell'associazione Arpugliesi. Con le radici ben piantate nel futuro, la “Festa del Ritorno” nasce per rendere evento una virtù tutta pugliese: quella dell'accoglienza, del saper spezzare il pane in due e farlo con piacere. Parole d'ordine, quindi, condivisione e ospitalità, per una carrellata di emozioni che vanno oltre il semplice concetto di turismo.

L'edizione 2013 della manifestazione si colora anche di effetti speciali, grazie alla presenza di una guest star della pugliesità, che della sua condizione di migrante ha fatto un'esperienza di vero successo. Si tratta di Albano Carrisi, il cantautore di Cellino San Marco partito per Milano a 17 anni in cerca di lavoro e diventato famoso grazie alle sue doti di manager di se stesso.

Quanto al programma della festa, si partirà, lunedì 5 agosto, dalle visite guidate alla riscoperta del Borgo Antico, il tour si chiuderà nei pressi del porto turistico con un fresco aperitivo di benvenuto e i saluti del Sindaco.

Martedì 6 agosto è giorno dedicato all'annuale gita fuori porta, che questa edizione sceglie a meta la Valle D'Itria. Ad accogliere gli ospiti, dopo un giro turistico tra le viuzze di Locorotondo, presso la sua tenuta a Cellino San Marco sarà Albano Carrisi in persona, rappresentate della Puglia nel mondo e ambasciatore FAO.

Mercoledì 7 sarà la volta della visita alle aziende del territorio, altro appuntamento fisso della Festa del Ritorno. Tema dell'anno, le imprese del settore turistico e ricettivo che hanno saputo valorizzare strutture di particolare importanza storica.

Il penultimo giorno della Festa sarà quindi dedicato alle bellezze naturali del territorio, illustrate dai biologi e dagli esperti che hanno compiuto studi naturalistici sul territorio. La zona Pantano-Ripalta sarà raggiunta a bordo di carrozza, con una calessata che sfilerà per la città e il lungomare di levante fino alle porte dell'area protetta a sud di Bisceglie. Quindi l'escursione alle grotte di Ripalta e a Cala Pantano ed un momento di accoglienza tra degustazioni di prodotti agroalimentari tipici, sospiri (a cura dei pasticceri biscegliesi) e poesie in vernacolo (momento a cura di Nicola Ambrosino), le associazioni locali si presenteranno ai biscegliesi nel mondo che faranno ritorno per vivere Bisceglie a 360 gradi.

Una festa nella festa concluderà la cinque giorni di iniziative. Venerdì 9 agosto, alle ore 21.00, ci si ritroverà difatti tutti in piazza Vittorio Emanuele, per uno spettacolo da fuochi di artificio. Ad esibirsi, saranno da un lato la compagnia teatrale "Don Pancrazio Cucuzziello", dall'altro il duo composto dal maestro dott. Mauro Dell'Olio e dal soprano Veronica Sinigaglia, nonché il giovane cantante Roberto Di Pilato. Sullo sfondo, la lettura di poesie in vernacolo biscegliese a cura del dott. Michele Schiavone. Posti a sedere, riservati ai soli partecipanti iscritti alla serata.

(Per prendere parte ad uno o più appuntamenti della “Festa del Ritorno”, sarà necessario compilare un modulo di iscrizione, disponibile, con il programma dettagliato dell'evento, presso lo "IAT - Ufficio accoglienza turistica del Comune di Bisceglie" in via Ottavio Tupputi n. 1 - aperto dal marterdì alla domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 21.00 ( Tel.: +39.080.3968554 - ) e sul sitowww.centrostudibiscegliese.it ) (Inform)

Il Decameron in 100 tweet

SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI
Nel 700° dalla nascita di Giovanni Boccaccio

Il Decameron in 100 tweet

Negli spazi social della Sede Centrale da domani 1° agosto

ROMA - Il 700° compleanno di Giovanni Boccaccio merita un festeggiamento particolare. Lo spirito “giocoso” del capolavoro di uno dei padri della lingua italiana è rilanciato dalla Società Dante Alighieri attraverso un concorso. Il Decameron in 100 tweet propone, a partire dal 1° agosto e negli spazi social della “Dante”, 2 twoosh (tweet perfetti di 140 caratteri esatti) ogni giorno, per 100 giorni. I twoosh della settimana saranno pubblicati su madrelettera, la newsletter della “Dante”, per ricevere la quale ci si deve accreditare al linkwww.ladante.it/madrelettera . I lettori della “Dante” sono dunque invitati a contribuire al concorso con i loro tweet o twoosh su Twitter e a commentare con post su Facebook.

Alla fine del progetto, nel mese di novembre, la “Dante” organizzerà un evento dedicato a Boccaccio, durante il quale le versioni migliori (più efficaci, divertenti, insolite o quelle che hanno ricevuto il maggior numero di like e retweet o di commenti dal pubblico) saranno premiate con un dizionario Devoto-Oli e con la tessera della Società Dante Alighieri per il 2014.

Il riassunto del Decameron in 14.000 caratteri è una delle iniziative della “Dante 2.0”. “In questi anni di accelerazione e nel pieno sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza – commenta il segretario generale Alessandro Masi – la nostra organizzazione veste i panni virtuali di una “Dante 2.0”, che intende consolidare la propria presenza nei social media”. Al Decameron in chiave di genere pensa Massimo Arcangeli, direttore editoriale di madrelingua e curatore del progetto Il Decameron in 100 tweet: “Se le donne è meglio che in una conversazione si contengano, perché “il molto parlare e lungo” non gli si addice, gli uomini farebbero bene a lasciar loro il compito di cimentarsi nelle narrazioni brevi. Parola di Boccaccio. Fa raccontare una novella a un cavaliere, ma questi la racconta così male che la donna che lo ascolta gli impedisce di terminare”.(Inform)

Venezuela. Nostalgia sotto il sole dei Tropici

ITALIANE ALL’ESTERO
Dal “Messaggero di sant’Antonio”

Venezuela. Nostalgia sotto il sole dei Tropici

È una vita segnata dal viaggio intercontinentale quella di Maria Stella Graziosi Alemann. Italo-venezuelana, da qualche mese vive a Caripe (nella regione del Monagas). Per molti anni ha vissuto sull’isla Margarita, capolinea di un turismo internazionale molto conosciuto e punto di riferimento per una piccola colonia italiana.

«Sono nata in Venezuela. A quattro anni sono arrivata in Italia per stare con i nonni. Sono rientrata nel mio Paese natale due anni dopo. Ho trascorso quasi tutta la mia adolescenza tra Anaco e l’isla Margarita, prima di ritornare in Italia come studentessa. Finita l’esperienza universitaria, di nuovo in Venezuela (era il 1987). Da allora vivo con il ricordo dei bellissimi anni trascorsi in Italia».

Figlia di un abruzzese partito nell’immediato dopoguerra da Manoppello (PE), paese custode della preziosa reliquia del Volto Santo, Maria Stella somma nei suoi tratti fisici le origini mediterranee con quelle caraibiche. Il desiderio di tornare in Italia non è mai venuto meno: ancora oggi si considera un’immigrata italiana in Venezuela, nonostante il passaporto venezuelano e il servizio militare prestato nell’esercito di quel Paese. «La prima volta che tornai in Venezuela mi sentii un’estranea. Dovetti imparare da zero il castigliano, visto che arrivavo dall’Italia e avevo vissuto sei anni in uno splendido paesino situato alle pendici del Parco Nazionale della Maiella. Il calore della famiglia e la naturale simpatia dei venezuelani mi hanno fatto superare il difficile periodo di adattamento. Scelsi poi di tornare in Italia, con mio fratello, per continuare gli studi».

Sposata dal 1994 e mamma di Massimo Gabriele (la scelta del secondo nome è legata al santo patrono d’Abruzzo), Maria Stella è portatrice di quella laboriosità che ha sempre caratterizzato gli italiani nel mondo. Nonostante una buona carriera nel settore bancario, con incarichi di vice presidente di agenzia, non ha mai abbandonato la sua passione per l’estetica che, da hobby, è diventata nel tempo professione principale. «Ho svolto diversi lavori, ma questo mi è sempre piaciuto più di altri. Non manco, quando mi si presenta l’occasione, di valorizzare tutto ciò che riguarda l’Italia: per questo motivo frequento assiduamente le associazioni italo-venezuelane presenti nella città di Caripe e in altri centri della regione Monagas. Ho stretto contatti con italiani che vivono negli Stati Uniti, Canada, Argentina, Colombia e in altri Paesi. Mi piace poter mantenere vive le mie radici. Con le associazioni organizziamo eventi che si ispirano alle tradizioni regionali italiane. A mio figlio parlo in italiano. Vorrei che imparasse ad apprezzare la nostra cultura: gli ho insegnato le preghiere, i canti, l’inno italiano; gli sto insegnando anche ad apprezzare il cibo e la cucina italiani e a vivere, da italiano, le feste religiose e quelle popolari. Con la speranza, tra qualche anno, di tornare nell’amata terra d’origine per un nuovo capitolo della mia vita di italo-venezuelana». (Generoso D’Agnese-Messaggero di sant’Antonio,edizione italiana per l’estero , n. luglio-agosto/Inform)

Luciano Cecchinel a Belluno

INCONTRI CON GLI AUTORI
Biblioteca dell’emigrazione “Dino Buzzati” (Associazione Bellunesi nel Mondo)

Luciano Cecchinel a Belluno

Il 9 agosto presentazione del libro di poesie “Sanjut de Stran”

BELLUNO - Ultimo appuntamento per la stagione primavera/estate della rassegna “Incontri con l’autore” organizzata dalla Biblioteca dell’emigrazione “Dino Buzzati” con la collaborazione di “Belluno senza frontiere” - “Bellunoradici.net” e con il patrocinio dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e del Comune di Belluno.

L’Abm inforrma che venerdì 9 agosto alle ore 18.30 presso la Sala Bianchi di Belluno in viale Fantuzzi sarà presentato il libro di poesie “Sanjut de Stran” di Luciano Cecchinel.

Oltre all’autore saranno presenti all’incontro Clelia Martignoni, professore ordinario di letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Pavia e Pier Mario Vello talento di Bellunoradici.net. Ad allietare la serata il fisarmonicista bellunese Luigi Budel.

Luciano Cecchinel è nato a Revine-Lago nel 1947. Dopo un’esperienza in campo amministrativo locale, ha partecipato all’attività di gruppi operanti ai fini dell’organizzazione di base del territorio nella prospettiva della salvaguardia del tessuto socioeconomico e culturale, maturando “in situazione” interessi per la cultura popolare e, in particolare, per quella contadina.

Già insegnante di materie letterarie, ha pubblicato articoli e studi sulle tradizioni popolari e le raccolte di poesia Al tràgol jért (I.S.Co. 1988 - Scheiwiller 1999, con postfazione di Andrea Zanzotto), Lungo la traccia (Einaudi 2005), Perché ancora / Pourquoi encore (Istituto per la Storia della Resistenza di Vittorio Veneto 2005, con traduzione di Martin Rueff e note dello stesso Rueff e di Claude Mouchard), Le voci di Bardiaga (Il Ponte del Sale 2008) e Sanjut de stran (Marsilio 2012, con prefazione di Cesare Segre). Sempre nel 2012 presso Marsilio sono usciti a cura di Alessandro Scarsella col titolo La parola scoscesa – Poesia e paesaggi di Luciano Cecchinel gli atti di un convegno sui suoi scritti organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Della sua produzione poetica hanno scritto, tra gli altri, Franco Brevini, Andrea Zanzotto, Franco Loi, Gian Mario Villalta, Giovanni Turra, Davide Rondoni, Maurizio Cucchi, Niva Lorenzini, Rolando Damiani, Martin Rueff, Folco Portinari, Silvana Tamiozzo-Goldmann, Clelia Martignoni, Franco Gibellini, Tiziano Zanato e Cesare Segre.

Clelia Martignoni, professore ordinario di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Pavia, allieva di Dante Isella e Cesare Segre, ha concentrato il suo lavoro filologico e critico sulla letteratura postunitaria e novecentesca, con molte edizioni, da Cardarelli a Piovene (nei “Meridiani “Mondadori e in altre sedi), e molti volumi e saggi su d’Annunzio e su vari autori e aspetti del Novecento: il romanzo di formazione, l’autobiografismo, Gadda, Sereni, Zanzotto, Arbasino, Manganelli, Raffaello Baldini.

Pier Mario Vello.Nato a Lentiai, vive e lavora a Milano. Filosofo e poeta, ha pubblicato diversi volumi dedicati alle dinamiche valoriali della creatività nei gruppi. Ha pubblicato le raccolte di poesia Itinerari atletici. Poesie del corpo e del distacco (Manni 2010), Utopia di una margherita (L’Arcolaio 2010), La casa sonora (L’Arcolaio 2011).(Inform)

Associazione Bellunesi nel Mondo: Da tutto il mondo per visitare il MiM di Belluno

ASSOCIAZIONI
Associazione Bellunesi nel Mondo: Da tutto il mondo per visitare il MiM di Belluno

BELLUNO - Belgio, Francia, Canada, Svizzera, Germania, Spagna... da tutto il mondo per visitare il MiM Belluno - Museo interattivo delle Migrazioni. Visite da parte dei nostri emigranti, ma anche di turisti presenti in provincia di Belluno.

Un Museo apprezzato per il suo contenuto e per come esso sia stato ben interpretato e rappresentato attraverso i nuovi mezzi multimediali.

C’è chi vive la visita al MiM come un ricordo della sua emigrazione, altri come una riscoperta delle proprie origini e altri ancora come una nuova conoscenza del proprio territorio a livello storico.

Successo anche per le aperture serali del MiM Belluno. Anche giovedì 1 agosto il Museo rimarrà aperto dalle ore 20.30 alle 22.30. Maggiori informazioni visitando il sito: www.mimbelluno.it (Abm news/Inform)

L’audizione del vice ministro del Mae Bruno Archi

CAMERA DEI DEPUTATI
Al Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese

L’audizione del vice ministro del Mae Bruno Archi

Rete consolare, nuove mobilità, rappresentanza degli italiani all’estero, lingua e cultura tra i temi affrontati dal vice ministro con delega alle politiche per i connazionali nel mondo. Nel corso del dibattito sono intervenuti Laura Garavini (Pd), Elena Centemero (Pdl) e Alessio Tacconi (M5S). Il seguito dell’audizione rinviato alla prossima settimana

ROMA – L’audizione del vice ministro del Mae, Bruno Archi, cui è stata assegnata la delega alle politiche relative agli italiani all’estero, ha aperto stamani formalmente l’attività del Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera dei Deputati per la corrente legislatura.

L’audizione, che segue quella svolta all’omologo Comitato del Senato (vedi Inform dell’11 luglio: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/al-comitato-per-le-questioni-degli.html), era attesa anche per il “momento particolare” richiamato dal presidente Fabio Porta, ossia “a pochi giorni dalla notizia che riguarda la chiusura di 13 strutture consolari italiane all’estero”. Porta, eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale, segnala anche in questa sede come tale decisione non sia stata condivisa con i Comitati di Camera e Senato, né con gli altri organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, ribadendo la necessità “di un confronto su metodo e merito” di questi provvedimenti. “Noi vogliamo essere dei riferimenti anche per il governo rispetto alle decisioni importanti che si prendono in questo senso – afferma l’esponente democratico, chiarendo come proprio nell’ambito della spendig review sia emersa l’esigenza di comprendere “criteri e politiche alla base di tale scelte”, “che devono avere come obiettivo non solo il contenimento di spesa, ma anche una ridefinizione, un riorientamento, così come è stato definito, della valorizzazione della nostra presenza all’estero, presenza che trova nella rete consolare un punto di riferimento essenziale”. Tra le preoccupazioni del Comitato, il presidente segnala anche i tagli che hanno riguardato la promozione di lingua e cultura italiana all’estero, in particolare il ridimensionamento di personale e dirigenti scolastici, riduzione che sta fortemente penalizzando proprio l’area di provenienza di Porta.

Archi, dopo aver espresso apprezzamento per il “marcato interesse per la promozione del sistema Paese” richiamata nella stessa denominazione del Comitato, ha chiarito in primis la suddivisione delle deleghe del Mae, ricordando come siano state affidate al sottosegretario Mario Giro le questioni relative alla promozione di lingua e cultura italiana e al vice ministro Marta Dassù quella della riorganizzazione degli uffici all’estero e della revisione della gestione delle risorse umane e finanziarie del Mae. Come già annunciato nel suo intervento di apertura all’ultima assemblea plenaria del Cgie, ha poi confermato la sua presenza l’8 agosto a Marcinelle, per la commemorazione del disastro minerario in cui morirono 136 connazionali.

In merito ai servizi resi dalla rete consolare alle collettività italiane all’estero, Archi ha richiamato la complessità dovuta da un lato alle esigenze espresse da queste realtà, “che non sono mai omogenee, anche nello stesso ambito europeo”, sia alle nuove dinamiche innescate dalla globalizzazione. A questi fattori di complessità si aggiunge la difficoltà determinata da “risorse che sono in continuo calo a fronte di oneri che sono in continua crescita”, per cui, “pur forti della conoscenza del territorio, delle comunità stanziali e delle loro esigenze, anche rendere i più tradizionali servizi consolari diventa ogni giorno assai più difficile, nonostante l’ottimizzazione delle risorse e il sempre più intensivo uso degli strumenti informatici”, strumenti che sono però “poco diffusi tra le comunità più anziane”. A ciò si aggiunge “la nuova mobilità internazionale che esula dei tradizionali strumenti consolari di rilevamento e assistenza” e necessita “di un approccio del tutto innovativo”. Se metodi e strumenti adottati possono quindi essere ancora adeguati per “le comunità tradizionali più stanziali”, spesso non sono adeguate “sempre e ovunque” le risorse – ammette Archi, segnalando poi l’esigenza di un intervento diverso “nei conforti delle nuove generazioni, figli e nipoti di emigrati, in cui si incontra un divario culturale generato dalla più profonda integrazione nei rispettivi Paesi di accoglienza”. In questo caso risulta indispensabile un intervento che sappia “conciliare integrazione e radici”, così da non disperdere un potenziale prezioso per il nostro Paese. “La nuova mobilità internazionale richiede un adeguamento di metodi e strumenti ancor prima che di risorse – afferma il vice ministro, rilevando come l’attuale sistema normativo (per esempio quello che regola l’iscrizione all’Aire) e organizzativo riscontrabile nella rete consolare rispecchi le esigenze di “un’emigrazione intesa come residente e in larga misura stanziale”, ben diversa dalla dinamicità delle nuove forme di mobilità in crescita.

Archi si sofferma poi su alcune “sollecitazioni” ricevute proprio nel corso dell’ultima assemblea plenaria del Cgie, in particolare la necessità di conoscere più in profondità i fenomeni connessi alle nuove forme di mobilità e la “questione della rappresentanza”. Riconosce ai membri di Comites e Cgie eletti nel 2004 “l’enorme sforzo” compiuto per esercitare il loro ruolo in vista del rinnovo procrastinato al 2014 e ribadisce il suo impegno a far sì che l’iter di approvazione del regolamento per la revisione delle modalità di voto dei Comites – l’ultimo decreto di rinvio delle elezioni prevede l’adozione del voto in modalità elettronica – “si svolga il più rapidamente possibile”. La modalità elettronica include il voto presso le sedi consolari e in altre strutture sul territorio, ove sia possibile predisporle, e la possibilità di voto in remoto, attraverso il proprio pc personale, con una procedura di autenticazione. Il rinnovo dei Comites servirà anche a riportare nella composizione degli organismi i cambiamenti intervenuti nelle collettività italiane all’estero – sottolinea Archi, - mentre si profilano novità anche per l’esercizio di voto all’estero, su cui il processo di riforme istituzionali avviato in Parlamento avrà ripercussioni che Archi giudica “ancora non decifrabili”. Il vice ministro richiama i limiti legati all’esercizio di voto per corrispondenza, messo alla prova dei fatti dal 2006 ad oggi, segnalando come “il vulnus” dovuto all’invio “generalizzato” – oltre 3 milioni sono i cittadini che votano all’estero - dei plichi elettorali ad indirizzi non aggiornati sia difficilmente colmabile e richiamando la proposta di invertire l’opzione per l’esercizio di voto, proposta che consentirebbe di mantenere il voto per corrispondenza, modalità “finanziariamente meno onerosa del voto in loco”, con un invio più sicuro del plico (l’interessato ad esprimere il proprio voto per corrispondenza dovrebbe iscriversi ad un apposito elenco confermando l’indirizzo di residenza). L’inversione dell’opzione si inserirebbe quindi “in un meccanismo già rodato”, mentre coinvolgere nella platea di votanti anche le nuove mobilità viene giudicato impossibile “senza una riforma organica dell’intero impianto normativo”.

Richiamata anche l’importanza, tra le forme di rappresentanza, dell’associazionismo italiano all’estero e la necessità di “andare oltre il concetto di associazione come luogo meramente fisico” per ricomprendere anche le modalità di aggregazione privilegiate dalle nuove forme di mobilità, che avanzano nuove istanze ed esigenze concrete che vanno considerate. Per conoscere meglio quest’ultimo fenomeno, Archi segnala come occorra andare oltre i dati resi disponibili dagli elenchi anagrafici e “che comprendono situazioni già cristallizzate”, “affinando i dati in nostro possesso” con strumenti alternativi, coinvolgendo i gruppi informali di espatriati all’estero, le strutture locali di accoglienza e per la ricerca di un impiego e “dedicare all’indagine un’apposita sezione dei siti web istituzionali”. In seguito all’acquisizione di tale quadro più completo, le rete consolare potrà coinvolgere le strutture presenti all’estero (Ice, Istituti di Cultura, Camere di commercio, etc.) chiedendo di orientare le loro attività alle esigenze emerse.

Ribadita l’importanza che il Mae attribuisce alla promozione di lingua e cultura italiana, pur nella consapevolezza di un quadro finanziario sempre più critico, e richiamati, proprio per giungere ad un uso ottimale delle poche risorse a disposizione, il recente processo di revisione e razionalizzazione relativo agli Enti gestori (vengono ricordati a questo proposito i vantaggi che l’accorpamento degli Enti gestori può generare, in termini di abbattimento dell’impatto dei costi fissi e di una maggiore condivisione delle competenze, che si riflette sulla qualità dell’offerta) e di ridimensionamento del personale scolastico (che il decreto di spendig review ha stabilito debba passare da 1024 a 624 unità nel 2017). Archi segnala come una rimodulazione dei tagli sul personale sia attualmente in fase di elaborazione attraverso la predisposizione di un emendamento alla spendig review che consenta l’invio di personale docente o dirigenziale “in alcuni posti prioritari al fine della nostra politica scolastica”, rispondendo in questo modo alla preoccupazione avanzata da Porta. Il vice ministro ripercorre poi i passi compiuti verso un coordinamento dei soggetti impegnati in politiche e interventi che riguardano la promozione di lingua e cultura italiana all’estero, coordinamento “non più procrastinabile” ed esprime apprezzamento per la proposta di legge presentata in ultimo da Angela Fucsia Nissoli (Sc), deputata eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale, per dare continuità al Museo dell’Emigrazione Italiana (vedi Inform dell’8 luglio:http://comunicazioneinform.blogspot.it/search?q=nissoli+mei). Una proposta su cui chiede il sostegno di Comitato e Parlamento, sottolineando il positivo riscontro dell’iniziativa. Infine, richiama la sua attività orientata alla “diplomazia della crescita”, ossia il sostegno all’internazionalizzazione della struttura produttiva italiana, composta soprattutto di piccole e medie imprese, che possono trovare all’estero occasioni di crescita e coglierle attraverso la sinergia tra istituzioni, altre imprese italiane e collettività presenti in loco, specie la diffusa e altamente qualificata presenza scientifica.

Nel corso del dibattito è intervenuta Laura Garavini, deputata eletta per il Pd nella ripartizione Europa, che, pur apprezzando i numerosi argomenti sviluppati da Archi, ha sottolineato la sua preoccupazione per le chiusure consolari annunciate in questi giorni. “C’era stato un impegno del precedente ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, a consultare il Parlamento nel caso si presentasse l’esigenza di ulteriori chiusure e invece – afferma Garavini – ne veniamo a conoscenza attraverso gli organi di stampa e a ridosso della pausa estiva. Segnalo poi che l’effetto di queste chiusure comporterà aggravi di lavoro per sedi già oberate, come Ginevra, nel caso della chiusura di Sion, o Charleroi, che già sopperisce alla chiusura di Liegi”. L’esponente democratica chiede quindi a governo e amministrazione – presente all’audizione anche il direttore generale per gli Italiani all’estero del Mae, Cristina Ravaglia – la sensibilità e l’impegno utile a garantire standard di servizi adeguati ai connazionali, tenendo conto delle esigenze delle collettività, ed uno sforzo di coordinamento dei servizi a livello europeo.

Ribadisce l’esigenza di un coordinamento tra i soggetti che si occupano di promuovere la lingua e cultura italiana Elena Centemero (Pdl) che segnala inoltre come occorra considerare il rinnovo del personale scolastico all’estero anche nell’ottica di un nuovo contratto atteso per il 2015 e considerando la possibilità di ricorrere maggiormente al personale in loco. Centemero ritiene inoltre opportuno riprendere l’indagine sugli IIC e sulla promozione di lingua e cultura italiana all’estero già avviata dalla Commissione Esteri con la Commissione Cultura della Camera nella scorsa legislatura e segnala l’importanza di Expo 2015 per l’internazionalizzazione delle imprese. Sul voto all’estero viene evidenziata la necessità di un coordinamento tra Comitato e Commissione Affari costituzionali della Camera – di cui la deputata fa parte – in questa delicata fase di avvio delle riforme istituzionali.

Infine, Alessio Tacconi (M5S), eletto nella ripartizione Europa, rileva come le parole del vice ministro non rispecchino quella che è stata negli ultimi anni la “realtà delle politiche rivolte ai connazionali all’estero”, lamentando i tagli di risorse apportati e le chiusure nuovamente annunciate di strutture consolari. Evidenzia poi la necessità di conoscere meglio le nuove forme di mobilità per rispondere alle loro istanze, proponendo l’istituzione di appositi sportelli nelle strutture consolari all’estero in cui i connazionali possano ricevere un primo orientamento in materia di accoglienza, assistenza sanitaria, lavoro, lingua. Rileva come le risorse destinate al Cgie potrebbero essere dirottate ai Comites, suggerendo la cancellazione del Consiglio generale, ritenuto "pleonastico" con l'istituzione della circoscrizione Estero..

Nel chiudere i lavori, il presidente Porta invita Archi a proseguire l’audizione, se possibile, la prossima settimana, così da consentire un seguito degli interventi e la replica del vice ministro, e propone un’audizione congiunta del ministro degli Esteri o del vice ministro competente alle Commissioni Esteri di Camera e Senato per un confronto sui provvedimenti di chiusura delle strutture consolari. (Viviana Pansa - Inform)

Il presidente Micheloni sul piano di ridimensionamento della rete del Mae che comporterebbe la chiusura di 13 sedi consolari

SENATO DELLA REPUBBLICA
Riunito il Comitato per le questioni degli Italiani all’estero

Il presidente Micheloni sul piano di ridimensionamento della rete del Mae che comporterebbe la chiusura di 13 sedi consolari

“Abbiamo formalizzato la richiesta al presidente della Commissione Esteri Casini affinché si svolga prima della pausa estiva dei lavori del Senato l’audizione del vice ministro agli Esteri Marta Dassù che ha la delega per la riorganizzazione degli uffici all’estero”

ROMA – Si è riunito ieri al Senato il Comitato per le questioni degli italiani all’estero. Durante la seduta si è parlato della funzionalità della rete consolare e della sua riorganizzazione, rispetto alle esigenze delle comunità italiane residenti all’estero In apertura di dibattito il presidente del Comitato Claudio Micheloni ha reso noto come da documenti di fonte sindacale sia emerso un piano di ridimensionamento della rete diplomatico-consolare da parte del Mae che comporterebbe la chiusura di 13 sedi consolari. Dopo aver segnalato che dal Mae non sono ancora pervenute comunicazioni ufficiali sui contenuti e sui criteri dell’iniziativa, Micheloni ha ricordato come gli uffici che verrebbero eliminati da questa riorganizzazione della rete consolare siano “sedi consolari a basso costo, la cui soppressione non sarebbe in linea con quanto ha previsto il rapporto della Commissione sulla spending review istituita presso il ministero degli Esteri dal precedente Governo, che ha completato il suo lavoro l’anno scorso. In accordo con gli orientamenti espressi dai parlamentari, - ha continuato Micheloni - la Commissione sulla spending review aveva previsto di realizzare risparmi attraverso l’erogazione di servizi a minor costo, e ciò principalmente facendo un lavoro sulle indennità di sede e facendo maggiormente ricorso a personale assunto sul posto. La linea adottata dal Ministero, se confermata, sembrerebbe andare invece contro questo indirizzo che è peraltro la tendenza in atto presso altri paesi europei, i quali hanno ridotto il personale inviato dalla sede centrale a circa il venti per cento”. Dal presidente del Comitato stata inoltre sottolineata la mancata consultazione del Cgie su questa questione che invece, sulla base della legge 6 novembre 1989, n. 368, avrebbe dovuto essere interpellato sulle decisioni che riguardano la riorganizzazione della rete consolare.

“Per affrontare questa questione della rete consolare – ha detto ad Inform Claudio Micheloni - abbiamo formalizzato la richiesta al presidente della Commissione Esteri Casini affinché si svolga al più presto possibile l’audizione del vice ministro agli Esteri Marta Dassù che ha la delega per la riorganizzazione degli uffici all’estero e la revisione della gestione delle risorse umane e finanziarie. Un’incontro che dovrebbe avere luogo prima della pausa estiva dei lavori del Senato. In ogni caso – ha proseguito Micheloni - dal Mae stanno giungendo segnali volti a calmare le acque, in cui ad esempio si precisa che non avverrà nessuna chiusura a settembre o prima della fine dell’anno, ma non credo che questo sia sufficiente. La prossima settimana – ha concluso Micheloni - avremo dunque presso il Comitato, oltre all’incontro con il vice ministro Dassù, l’audizione già programmata con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’editoria, Giovanni Legnini con cui affronteremo la questione della stampa italiana all’estero”. 

Nel corso della seduta del Comitato, dopo l’intervento del presidente, sono poi intervenuti i senatori Stefania Giannini (SCpI), Mario Dalla Tor (Pdl) Aldo Di Biagio (SCpI), Francesco Giacobbe (Pd), Renato Turano (Pd), Pippo Pagano (Pdl) e Carlo Pegorer (Pd) che hanno espresso perplessità sulla scelta delle sedi consolari da eliminare e si sono detti sconcertati per le modalità e la tempistica di questa decisione del Mae che non consente un adeguato approfondimento del tema ed è stata presa senza una preventiva consultazione di tutti i soggetti coinvolti. Secondo i senatori occorre dunque un’informativa puntuale del Governo su finalità e criteri dell’intera operazione, un’audizione che potrebbe essere svolta dal vice ministro competente alla Commissione Esteri e al Comitato per le questioni degli italiani all’estero in seduta comune. (G. M. -Inform)

Accordo per il rimpatrio dei detenuti: la risposta del sottosegretario agli Esteri Mario Giro all’interrogazione di Renata Bueno

ITALIA-BRASILE
Accordo per il rimpatrio dei detenuti: la risposta del sottosegretario agli Esteri Mario Giro all’interrogazione di Renata Bueno

Si stanno superando le difficoltà dovute alla questione Battisti. Il 25 ottobre prossimo si riunirà il Consiglio di Cooperazione italo-brasiliano

ROMA - Il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, nella seduta di ieri alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha risposto all’interrogazione di Renata Bueno, eletta all’estero per l’Usei nella ripartizione dell’America Meridionale, sui motivi per cui il governo italiano, a 5 anni dalla firma, non abbia ancora presentato il disegno di legge di ratifica dell’accordo tra Italia e Brasile sul trasferimento delle persone condannate affinché queste possano scontare la pena nel loro paese d'origine. La Bueno chiedeva inoltre di sapere quali siano i dati a disposizione del Governo riguardo alla presenza di detenuti italiani nelle carceri brasiliane e viceversa di brasiliani nelle carceri italiane e i relativi costi.

“I detenuti italiani nelle carceri brasiliane - ha spiegato il sottosegretario Giro - risultano essere alla data odierna 70. I costi sostenuti dagli Uffici consolari per erogazioni in loro favore sono stati, nel corso del 2012, di circa 25.000 euro. Il numero dei cittadini brasiliani nelle carceri italiane era invece pari a 168 al 30 giugno 2013, ultimo aggiornamento disponibile. Non è possibile invece calcolare un costo pro capite per i detenuti nelle carceri italiane in quanto vanno considerate le spese fisse del personale addetto agli Istituti di pena e gli oneri di manutenzione degli Istituti stessi.

Per quel che riguarda più in generale le relazioni italo-brasiliane, si stanno superando le difficoltà dovute alla questione Battisti. Due decisivi incontri del presidente della Repubblica con il vice presidente brasiliano Temer nel settembre 2012 a Roma e con la presidente Rousseff a marzo scorso in Italia, quest'ultimo preceduto da una missione in Brasile del segretario generale del ministero degli Esteri per consultazioni politiche, hanno permesso di potere convocare la V edizione del Consiglio di Cooperazione italo- brasiliano, che si terrà a Roma il 25 ottobre prossimo.

Il Consiglio, per la prima volta dopo quattro anni, assolverà la sua funzione di principale strumento di consultazione intergovernativa per promuovere e monitorare la cooperazione bilaterale tra Italia e Brasile in sedici settori. Costituirà infatti il punto di chiusura di una fase non facile delle nostre relazioni ed allo stesso tempo il trampolino di un rinnovato e rafforzato rapporto.

In questo quadro, il ministero degli Esteri ha attivato tutte le procedure interministeriali necessarie alla predisposizione del provvedimento governativo di ratifica del Trattato del marzo 2008 in base alle seguenti considerazioni:

1. Sono state sottolineate varie volte le condizioni dei detenuti italiani nelle carceri brasiliane e la ratifica dell'Accordo permetterebbe a questi ultimi di scontare la pena in Italia.

2. Scontare la pena nel Paese di appartenenza genera un risparmio sia allo Stato, in termini di sussidi consolari e di lavoro di Ambasciate e Consolati, sia alle famiglie, considerate le gravose spese a cui esse vanno incontro per viaggi, soggiorni e assistenza legale.

3. Il Ministero della giustizia, per contribuire a risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, ha intrapreso la strada dell'applicazione o della conclusione di Accordi bilaterali per il trasferimento verso i Paesi di provenienza delle persone condannate.

4. L'attuale momento delle relazioni tra Italia e Brasile, che vede le recenti incomprensioni in via di superamento, consiglia una riattivazione dei rapporti a tutto tondo. In tale quadro anche la ratifica di un Trattato una volta sensibile come quello sul trasferimento delle persone condannate non presenta particolari difficoltà.

È quindi nostro auspicio - ha concluso il sottosegretario Giro - che, grazie anche all'importante collaborazione che potrà venire dalle vostre Commissioni, le dotazioni finanziarie degli appositi Capitoli dedicati al finanziamento delle ratifiche ricevano adeguata copertura nella prossima Legge di stabilità”. (Inform)

Il presidente Porta sull’audizione del vice ministro degli Esteri Bruno Archi

CAMERA DEI DEPUTATI
Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese

Il presidente Porta sull’audizione del vice ministro degli Esteri Bruno Archi

“Il Governo si confronti in Parlamento sul ‘riorientamento’ della rete consolare. Su questo specifico aspetto abbiamo chiesto la convocazione urgente del ministro degli Esteri Bonino o del vice ministro Dassù”

ROMA - “La riunione di questa mattina del Comitato è stata dedicata all’audizione del vice ministro Bruno Archi, ma nel suo svolgimento ha certamente pesato il clima non proprio positivo che si è venuto a determinare a seguito della decisione del Mae di chiusura di tredici consolati”. Lo scrive in una nota Fabio Porta , presidente del Comitato permanente per gli Italiani nel Mondo e Promozione del Sistema Paese della Camera.

“In apertura dell’incontro- prosegue Porta - non ho potuto fare a meno di manifestare una forte perplessità sul metodo seguito per una decisione che ha ignorato il Parlamento, nonostante il recente insediamento dei due Comitati per gli Italiani nel Mondo. Una riserva che si estende anche al merito della scelta compiuta, dal momento che si è preferito il classico sistema dei tagli al meno drastico e più virtuoso percorso indicato nel non lontano documento sulla spendig review. Una seconda sottolineatura che ho ritenuto di fare, riguarda le conseguenze dei tagli già effettuati sul contingente scolastico che hanno sguarnito gravemente di personale importanti paesi in molte parti del mondo, con gravi ricadute in particolare in America Latina. Il vice ministro Archi – riferisce Porta - ha svolto la sua relazione confermando le linee già tracciate nell’assemblea del Cgie e nell’incontro al Senato.

Il fatto di non avere la diretta competenza sulla rete consolare non gli ha consentito di dedicare che qualche fugace passaggio alla questione dei consolati. I primi interventi di alcuni colleghi hanno richiamato l’attenzione del vice ministro soprattutto sui problemi della chiusura dei consolati e dell’intervento linguistico culturale all’estero.

La riunione proseguirà la prossima settimana per consentire ad altri colleghi di intervenire e per ascoltare la replica del Vice Ministro”.

“Per la gravità e l’urgenza che la questione della chiusura dei consolati riveste, - conclude Porta - al termine dei lavori ho espresso la richiesta che su questo specifico aspetto vi sia da parte della Commissione Esteri immediata convocazione del ministro Bonino o del vice ministro Dassù, competente per materia. La soluzione migliore sarebbe quella di avere una riunione comune delle Commissioni Esteri e dei Comitati di Camera e Senato.

Siamo a ridosso della pausa estiva, ma spero che questo incontro si possa realizzare per chiarire fino in fondo le questioni ed arrivare eventualmente ad una sospensione della decisione che sarebbe in questo momento una atto apprezzato e di buonsenso”. (Inform)

Fedeltà alle radici, alla comunità o ai propri scopi

STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Su “Tribuna Italiana” di oggi l’editoriale del direttore Marco Basti

Fedeltà alle radici, alla comunità o ai propri scopi

BUENOS AIRES - Il caso del Partito Democratico Italiano a Buenos Aires è il più eclatante, ma non il primo in cui un settore, un partito, un dirigente, di una componente della nostra comunità, antepone i propri pregiudizi personali, la visione della sua ideologia o i propri interessi di parte, a quelli della comunità in seno alla quale opera o in nome della quale dice di parlare.

Pubblichiamo a pagina 10 la notizia del comunicato del PD in Buenos Aires nel quale, tra l’altro, si sostiene che le autorità possono fare quel che vogliono col monumento, anche se sarebbe stato meglio se avessero interpellato prima i dirigenti della collettività spagnola e della collettività italiana (in quell’ordine), perché, sostiene il dirigente (o dirigenti) del Pd di Buenos Aires i primi rappresentano gli eredi dei “conquistadores” e il monumento è un omaggio alla “conquista” e i secondi rappresentano gli eredi di coloro che hanno donato il monumento.

Ad ogni modo la vicenda del monumento a Cristoforo Colombo ha avuto il merito di risvegliare una comunità per troppo tempo addormentata, la quale, oltre a prendere posizione sulla storia del monumento, comincia a interrogarsi sul perché dell’attuale situazione, su perché oggi ci troviamo a discutere se Colombo era italiano, se il suo monumento, donato dai nostri nonni o bisnonni può essere portato via per lasciar posto a un altra statua ancora non fatta, se la presenza italiana in questo Paese non solo non è più nota, ma comincia ad essere messa in discussione.

Tra gli interventi al dibattito proposto dalla Tribuna Italiana a partire dall’articolo di Dante Ruscica (pubblicato nell’edizione dello scorso 3 luglio), quello di Arturo Curátola è stato centrato sul tema della cittadinanza italiana, e Curátola ha affermato che non bisogna dare la cittadinanza a chi in qualche modo non si impegna, non esprime nei suoi comportamenti, nei suoi atteggiamenti in casi come quello che viviamo oggi con il monumento a Colombo, di apprezzare di essere cittadino italiano, di sentire il necessario legame, l’appartenenza alla comunità di origine italiana.

Anche l’ambasciatore Roberto Nigido ha fatto riferimento allo stesso tema. “Io vorrei ricordare però - scrive l’ex ambasciatore italiano a Buenos Aires - anche che l’ Italia continua a mantenere una rete consolare all’ estero esorbitatamente estesa e che non ha più rapporto né coi reali bisogni degli italiani all’ estero, né con le risorse finanziarie del nostro Paese oggi. E soprattutto che l’Italia ha attribuito da sempre la cittadinanza e più recentemente anche il voto agli italiani all’estero, con una generosità che ha pochi paragoni nel mondo, e ha loro dato una voce nel Parlamento italiano (diciotto parlamentari ) quale rappresentanza democratica dei loro interessi e aspettative rispetto all’Italia.”

Su questo tema si esprime anche Walter Ciccione nel suo articolo, che pubblichiamo qui a fianco. Anche lui sostiene, giustamente, che la cittadinanza esprime un legame con la storia, con la cultura, con la gente e che non può essere ridotta a semplice tessera per viaggiare.

Cittadinanze - e passaporti - facili sono una faccia della medaglia della nostra crisi. L’altra è costituita da coloro che, non avendo i legami di cui parlavamo sopra, non sentendosi parte di una comunità di affetti, di valori, di storia, non sentono nemmeno la responsabilità di esprimersi come parte di tale comunità, pur occupando posizioni nelle sue strutture.

Non si tratta di un dibattito facile e non si tratta di una situazione alla quale si sia arrivati da un giorno all’altro. Purtroppo è passato troppo tempo da quando il dibattito sulla doppia cittadinanza era all’ordine del giorno, ma bisogna ricordare che la legge sulla cittadinanza ha avuto un valore “compensatorio”, come è stato per gran parte della politica per gli italiani all’estero. “Compensati”, dalle dimenticanze di tanti decenni, la legge venuta fuori è stata molto generosa, come ricorda l’ambasciatore Nigido.

Generosa perché doveva servire anche ad aiutare figli e nipoti a raggiungere la salvezza nella terra dei propri avi, negli anni bui della dittatura, o negli anni delle grandi crisi.

Il dibattito sul futuro della comunità di origine italiana in Argentina richiede in primo luogo una profonda riflessione della nostra comunità.

Il dibattito è necessario, è stato lanciato, ci vogliono persone e istituzioni che si sentano impegnate a partecipare. Che sentano la propria italianità. (Marco Basti /Tribuna Italiana /Inform) marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

Il sottosegretario Giro risponde all’interrogazione di Laura Garavini (Pd) sul caso del connazionale Claudio Faraldi deceduto in un carcere francese

CAMERA DEI DEPUTATI
In Commissione Affari Esteri

Il sottosegretario Giro risponde all’interrogazione di Laura Garavini (Pd) sul caso del connazionale Claudio Faraldi deceduto in un carcere francese

“Il ministero degli Esteri ha assicurato il massimo sostegno ai familiari della vittima affinché fossero garantiti i loro diritti. La Farnesina continuerà a seguire con la massima attenzione ogni eventuale sviluppo dei casi Faraldi e Franceschi per assicurare che sia fatta piena luce sui fatti accaduti”

ROMA – Il deputato del Pd Laura Garavini, eletta nella ripartizione Europa, ha presentato in Commissione Esteri un’interrogazione sul caso del connazionale Claudio Faraldi che sarebbe deceduto per un attacco di cuore nel carcere francese di Grasse all’età di 29 anni. Nel testo si ricorda anche la morte, avvenuta tre anni fa nel medesimo carcere, di un altro detenuto italiano Daniele Franceschi, un caso su cui i magistrati francesi stanno ancora indagando. Nell’interrogazione viene dunque chiesto al Governo se le notizie riportate sul caso corrispondano al vero e “quali iniziative urgenti i ministri interrogati intendano adottare al fine di ottenere immediata chiarezza sulle cause del decesso di Claudio Faraldi, e sui procedimenti autoptici e investigativi in corso”.

Nella risposta dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro è stato sottolineato come la “Farnesina segua fin dal principio con la massima attenzione la vicenda che ha coinvolto il connazionale Claudio Faraldi, come del resto intensa resta l’attenzione per tutti i casi di italiani che si trovano a vario titolo reclusi nelle carceri all’estero. Il ministero degli Esteri – ha proseguito Giro - ha in particolare condotto un’azione incessante per assicurare il massimo sostegno ai familiari e porre in essere ogni passo nel quadro dei rapporti bilaterali affinché siano garantiti i loro diritti. Continui sono stati i contatti dell’Ambasciata e del Consolato Generale con tutte le autorità francesi a vario di titolo competenti al fine di sollecitare massima trasparenza e collaborazione nell’accertare eventuali responsabilità nella morte del signor Faraldi”. Giro, dopo aver precisato che Claudio Faraldi era detenuto dall’agosto 2012 nel penitenziario di Grasse a seguito di una condanna a cinque anni di reclusione per furto aggravato, ha ricordato come il 14 maggio i familiari del defunto, grazie all’intervento congiunto della nostra ambasciata e del consolato generale sulle autorità francesi sia a livello centrale che locale, siano stati autorizzati a vedere la asalma di Faraldi prima dello svolgimento dell’autopsia e abbiano dichiarato di non avere notato segni evidenti di violenza sul corpo del ragazzo.

“Grazie all’intervento del consolato italiano, - ha aggiunto Giro - la famiglia Faraldi è stata ricevuta dal Procuratore della Repubblica di Grasse, Cailliau, che ha assicurato loro la massima attenzione delle autorità francesi sul caso e la volontà di fare completa chiarezza sulle cause del decesso del connazionale. I primi risultati dell’esame autoptico, effettuato il 16 maggio da un collegio di due ‘medici legisti’, ovvero senza la presenza di periti esterni, ipotesi esclusa dalla legislazione francese, non hanno evidenziato tracce di violenza fisica. A conclusione degli esami, la famiglia ha ringraziato la Farnesina per l’assistenza ricevuta e ha proceduto all’inumazione del nostro connazionale, svoltasi a Nizza il 23 maggio. Ulteriori approfondimenti – ha proseguito Giro - sono in corso di svolgimento da parte delle competenti autorità francesi per accertare con sicurezza le cause del decesso ed eventuali responsabilità”. Per quanto poi concerne il caso del connazionale Daniele Franceschi il sottosegretario ha segnalato come nelle prossime settimane il competente giudice francese chiuderà ufficialmente le indagini e notificherà le proprie conclusioni alle parti e alla Procura della Repubblica di Grasse per le loro valutazioni in vista della decisione definitiva del giudice stesso circa gli eventuali rinvii a giudizio. “Vorrei quindi rassicurare l’interrogante – ha concluso che la Farnesina, anche per il tramite dell’Ambasciata a Parigi e del Consolato Generale a Nizza, continuerà a seguire con la massima attenzione ogni eventuale sviluppo del caso Faraldi e di quello del connazionale Franceschi per assicurare che sia fatta piena luce sui fatti accaduti”.

In sede di replica la Garavini (Pd) si è detta soddisfatta della risposta dell’esecutivo ed ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla diplomazia italiana sulla vicenda e per la vicinanza dimostrata ai parenti delle vittime. La Garavini ha però chiesto al Governo di tenere alta l’attenzione riguardo agli esiti dell’inchiesta, in particolare relativamente ai risultati degli esami tossicologici disposti nei confronti della vittima. (Inform)