STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Da “La Gazzetta del Sud
Africa” on line
Il
tributo di Maurizio Mariano: “Mandela ci ha liberato dalle nostre personali
prigioni”
Discorso pronunciato dall'avvocato
Maurizio Mariano alla funzione interreligiosa nella chiesa cattolica di
Rosebank, dove esponenti delle comunità italiana, greca e portoghese hanno reso
il loro tributo a Nelson Mandela. Erano presenti anche il ministro della
Presidenza della Repubblica Colin Chabane e l'avvocato George Bizos, difensore
e grande amico di Mandela.
“Negli ultimi giorni il nostro Paese ha
rischiato di trovarsi sospeso, fermo e senza respiro. Siamo stati sommersi
dalla presenza di numerosi rappresentanti di Stati di tutto il mondo, da
profondi e sentiti tributi: tutti a volere onorare e a dimostrare il loro
rispetto per un grande uomo, Nelson Rolihlahla Mandela. È quello che vogliamo
fare anche qui oggi, senza dubbio in una situazione più circoscritta, ma
rappresentante un insieme di minoranze, che seppure orgogliose di avere un
patrimonio culturale in paesi come l’Italia, la Grecia, Cipro e il Portogallo,
si sentono in modo inequivocabile e soprattutto con grande orgoglio dei
Sudafricani, uniti nello spirito a tutti gli altri milioni di nostri
connazionali che hanno perso un grande uomo, e uniti nel contempo all’intera
comunità globale, che a sua volta ha perduto un’icona di speranza.
Durante questi giorni abbiamo avuto il
privilegio di ascoltare elogi di grande ispirazione, letti e proclamati dai più
grandi oratori del nostro tempo. Si tratta di gesti e parole impossibili da
emulare, soprattutto quando si è così sentimentalmente coinvolti. Tuttavia, noi
oggi abbiamo una grande e preziosa occasione, quella di unirci nella santità di
questa chiesa per riflettere sulle tante virtù che abbiamo l’onore di ereditare
da questo grande uomo.
Chiudiamo per un attimo gli occhi e
immaginiamo per un momento dei giovani uomini e delle giovani donne sbarcare
nei porti di Durban o di Cape Town, stringendo a sé una valigia di pochi
indumenti, incapaci di parlare inglese e disorientati dal nuovo ambiente che li
circonda. I nostri genitori arrivarono in Sudafrica soprattutto dopo la Seconda
Guerra Mondiale, in cerca di un lavoro e per tentare di migliorare le loro vite
dopo gli effetti distruttivi di una guerra che era stata alimentata
dall’assurda idea della supremazia di una nazione su un’altra. Noi, la
generazione successiva, siamo nati dentro un altro sistema di oppressione e di
indottrinamento, per poi venire a conoscenza e comprendere solo più avanti che
c’era un avvocato nero arrestato insieme a molti altri, incarcerato perché
stava combattendo la sopraffazione e lo sfruttamento nel quale si viveva, lo
faceva in quanto spinto dall’idea di volere costruire una nazione unita, non
divisa dalle discriminazioni razziali e sessiste, democratica e prosperosa, nella
quale l’intero potenziale di ognuno potesse liberamente svilupparsi.
Questo uomo fu liberato 27 anni dopo e ha
insegnato a tutti noi così tanto: soprattutto che la libertà è un diritto
inattaccabile, che la vera libertà non è solo quella fisica ma quella della
mente. Nelson Mandela non rinunciò mai alla libertà della sua mente e alla
chiarezza dei suoi intenti. Lo fece con coraggio e dignità. Così facendo, Egli
- in modo diverso - liberò tutti noi dagli oppressori, dalla disperazione,
dalla paura, dall’arroganza e dalle nostre personali prigioni.
Quando un uomo così amato viene a mancare è
importante fermarsi tutti nel suo ricordo solenne. La cerimonia e i grandi
discorsi sono parte del lutto, ma quando tutto è stato detto ed è stato
compiuto qual è la vera eredità che lascia un uomo? È in questa chiave che
vorrei quindi condividere con tutti voi una citazione di Elizabeth Barrett
Browning: «Quando la polvere della morte ha soffocato la voce di un grande
uomo, le sue abituali parole si trasformano in oracoli…».
L’eredità di questo grande uomo vivrà per
sempre nelle semplici parole e nei gesti quotidiani che hanno definito la sua
vita e che da oggi avranno ancora più significato. Il suo sogno di un Sudafrica
unito, libero dal pregiudizio e dalle ingiustizie è nelle nostre mani, nelle
mani di ognuno di noi. Ciascuno avrà bisogno di trovare dentro di sé il proprio
Mandela per scovare la forza necessaria per una grande collaborazione, più vera
e riconciliatrice, un’attenzione costante verso obiettivi comuni e mai verso le
divisioni. Questo potrebbe essere il giusto regalo per il Sudafrica e per il
mondo intero, il modo migliore per piangere Mandela.
Nelson Mandela fece molto per noi e per
l’umanità tutta, noi possiamo solo dire grazie”.(La Gazzetta del Sud Africa.net/Inform)
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