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giovedì 19 dicembre 2013

Il tributo di Maurizio Mariano: “Mandela ci ha liberato dalle nostre personali prigioni”


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO

Da “La Gazzetta del Sud Africa” on line

Il tributo di Maurizio Mariano: “Mandela ci ha liberato dalle nostre personali prigioni”

 

Discorso pronunciato dall'avvocato Maurizio Mariano alla funzione interreligiosa nella chiesa cattolica di Rosebank, dove esponenti delle comunità italiana, greca e portoghese hanno reso il loro tributo a Nelson Mandela. Erano presenti anche il ministro della Presidenza della Repubblica Colin Chabane e l'avvocato George Bizos, difensore e grande amico di Mandela.

“Negli ultimi giorni il nostro Paese ha rischiato di trovarsi sospeso, fermo e senza respiro. Siamo stati sommersi dalla presenza di numerosi rappresentanti di Stati di tutto il mondo, da profondi e sentiti tributi: tutti a volere onorare e a dimostrare il loro rispetto per un grande uomo, Nelson Rolihlahla Mandela. È quello che vogliamo fare anche qui oggi, senza dubbio in una situazione più circoscritta, ma rappresentante un insieme di minoranze, che seppure orgogliose di avere un patrimonio culturale in paesi come l’Italia, la Grecia, Cipro e il Portogallo, si sentono in modo inequivocabile e soprattutto con grande orgoglio dei Sudafricani, uniti nello spirito a tutti gli altri milioni di nostri connazionali che hanno perso un grande uomo, e uniti nel contempo all’intera comunità globale, che a sua volta ha perduto un’icona di speranza.

Durante questi giorni abbiamo avuto il privilegio di ascoltare elogi di grande ispirazione, letti e proclamati dai più grandi oratori del nostro tempo. Si tratta di gesti e parole impossibili da emulare, soprattutto quando si è così sentimentalmente coinvolti. Tuttavia, noi oggi abbiamo una grande e preziosa occasione, quella di unirci nella santità di questa chiesa per riflettere sulle tante virtù che abbiamo l’onore di ereditare da questo grande uomo.

Chiudiamo per un attimo gli occhi e immaginiamo per un momento dei giovani uomini e delle giovani donne sbarcare nei porti di Durban o di Cape Town, stringendo a sé una valigia di pochi indumenti, incapaci di parlare inglese e disorientati dal nuovo ambiente che li circonda. I nostri genitori arrivarono in Sudafrica soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, in cerca di un lavoro e per tentare di migliorare le loro vite dopo gli effetti distruttivi di una guerra che era stata alimentata dall’assurda idea della supremazia di una nazione su un’altra. Noi, la generazione successiva, siamo nati dentro un altro sistema di oppressione e di indottrinamento, per poi venire a conoscenza e comprendere solo più avanti che c’era un avvocato nero arrestato insieme a molti altri, incarcerato perché stava combattendo la sopraffazione e lo sfruttamento nel quale si viveva, lo faceva in quanto spinto dall’idea di volere costruire una nazione unita, non divisa dalle discriminazioni razziali e sessiste, democratica e prosperosa, nella quale l’intero potenziale di ognuno potesse liberamente svilupparsi.

Questo uomo fu liberato 27 anni dopo e ha insegnato a tutti noi così tanto: soprattutto che la libertà è un diritto inattaccabile, che la vera libertà non è solo quella fisica ma quella della mente. Nelson Mandela non rinunciò mai alla libertà della sua mente e alla chiarezza dei suoi intenti. Lo fece con coraggio e dignità. Così facendo, Egli - in modo diverso - liberò tutti noi dagli oppressori, dalla disperazione, dalla paura, dall’arroganza e dalle nostre personali prigioni.

Quando un uomo così amato viene a mancare è importante fermarsi tutti nel suo ricordo solenne. La cerimonia e i grandi discorsi sono parte del lutto, ma quando tutto è stato detto ed è stato compiuto qual è la vera eredità che lascia un uomo? È in questa chiave che vorrei quindi condividere con tutti voi una citazione di Elizabeth Barrett Browning: «Quando la polvere della morte ha soffocato la voce di un grande uomo, le sue abituali parole si trasformano in oracoli…».

L’eredità di questo grande uomo vivrà per sempre nelle semplici parole e nei gesti quotidiani che hanno definito la sua vita e che da oggi avranno ancora più significato. Il suo sogno di un Sudafrica unito, libero dal pregiudizio e dalle ingiustizie è nelle nostre mani, nelle mani di ognuno di noi. Ciascuno avrà bisogno di trovare dentro di sé il proprio Mandela per scovare la forza necessaria per una grande collaborazione, più vera e riconciliatrice, un’attenzione costante verso obiettivi comuni e mai verso le divisioni. Questo potrebbe essere il giusto regalo per il Sudafrica e per il mondo intero, il modo migliore per piangere Mandela.

Nelson Mandela fece molto per noi e per l’umanità tutta, noi possiamo solo dire grazie”.(La Gazzetta del Sud Africa.net/Inform)

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