GRANDI MOSTRE
A duemila anni dalla morte del
primo imperatore di Roma
“Augusto” alle
Scuderie del Quirinale
Dal 18 ottobre
al 9 febbraio esposte 200 opere provenienti da musei italiani e stranieri
ROMA – “Augusto” alle Scuderie del Quirinale.
Organizzata in occasione del bimillenario della morte di Cesare
Ottaviano Augusto (Roma 63 a.C. - Nola 14 d.C.) la mostra – che potrà essere
visitata da domani 18 ottobre fino al prossimo 9 febbraio - presenta le
tappe della folgorante storia personale del primo imperatore romano in
parallelo alla nascita di una nuova epoca storica.
Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto fu un personaggio
dotato di un eccezionale carisma e intuito politico. Riuscì, laddove aveva
fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che
avevano consumato la Repubblica romana e a inaugurare una nuova stagione
politica: l'Impero. Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più
lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato e l'Impero sotto di lui
raggiunse la sua massima espansione estendendosi a tutto il bacino del
Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla
Germania.
La fine delle guerre civili fu abilmente presentata quale epoca di
pace, prosperità e abbondanza: divennero allora centrali concetti quali pax,
pietas, concordia, cantati da poeti del calibro di Virgilio e Orazio, e da
tutti gli intellettuali radunati nel circolo cosiddetto di Mecenate.
La mostra alle Scuderie del Quirinale, con una selezione di circa 200
opere di assoluto pregio artistico, propone un percorso capace di intrecciare
la vita e la carriera del princeps con il formarsi di una nuova cultura e di un
nuovo linguaggio artistico, tutt'ora alla base della civiltà occidentale.
Fulcro visivo della mostra sono le celeberrime statue di Augusto,
riunite per la prima volta insieme: l'Augusto pontefice massimo da via Labicana
conservato al Museo Nazionale Romano, e l'Augusto di Prima Porta dei Musei
Vaticani. Quest'ultima scultura è accostata al suo modello classico, il
celeberrimo Doriforo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, canone per
eccellenza della perfezione scultorea di età classica. Proveniente da Atene e
per la prima volta in Italia, è inoltre possibile ammirare parte della statua
equestre in bronzo dell'imperatore restituita dal mar Egeo, mentre proviene da
Meroe (Nubia, Egitto) lo splendido ritratto bronzeo del British Museum.
Ad evocare il fiorire dell'età dell'oro spiccano per importanza e
bellezza i cosiddetti rilievi Grimani, raffiguranti animali selvatici intenti
ad allattare i propri cuccioli, eccezionalmente riuniti dalle attuali
ubicazioni (il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Museo di Palestrina), e
il gruppo frontonale dei Niobidi, originale greco riallestito in età augustea
negli horti Sallustiani a Roma, qui ricomposto accostando le due statue della
Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen alla statua di fanciulla ferita conservata
al Museo Nazionale Romano.
Ai gruppi scultorei, espressione di una nuova classicità, si
affiancano eccelsi documenti dell'arte decorativa come una nutrita selezione dal
tesoro degli argenti di Boscoreale, eccezionalmente prestato dal Museo del
Louvre di Parigi, e magistrali rappresentazioni del potere delle immagini nel
mondo antico come i preziosissimi cammei di Londra, Vienna e del Metropolitan
di New York, utilizzati in qualità di dono personale da parte dei membri della
famiglia imperiale.
A conclusione della mostra, l'inedita ricostruzione di 11 rilievi,
oggi divisi tra la Spagna e l'Ungheria, dell'edificio pubblico eretto
originariamente in Campania in memoria di Augusto dopo la sua morte, e dove vi
è narrato, con grande efficacia, uno scontro navale della battaglia di Azio,
che nel 31 a.C. mise fine alla guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio
aprendo la strada al definitivo trionfo del princeps.(Inform)
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