SOCIETA’ MULTICULTURALI
Dal “Messaggero di sant’Antonio”, edizione
italiana per l’estero, numero di dicembre
Gran
Bretagna. La fede oltre le diversità
LONDRA - Un intreccio di culture che
si arricchiscono a vicenda sul palcoscenico della società, della letteratura,
dell’arte e della spiritualità. È il ritratto della Londra contemporanea, dove
la Chiesa ha imparato a rispondere alle esigenze dei suoi fedeli
indipendentemente dalla loro lingua. Perché la coesistenza di diverse culture e
abitudini non crea barriere, ma anzi costruisce ponti. Un concetto ben radicato
nella metropoli inglese dove il fedele cattolico – a prescindere dalla sua
provenienza – può scegliere di ascoltare la messa in latino (ad esempio al
Brompton Oratory) come anche nella propria lingua, sia essa l’inglese o
l’italiano, il vietnamita, il portoghese o il polacco.
A parlare delle esigenze spirituali che
interessano cinque milioni di fedeli in tutto il Regno Unito – di cui quasi un
quinto vive nella capitale –, è il vescovo ausiliare della diocesi di
Westminster, John Arnold. «Dal 2006 – racconta l’alto prelato – il primo lunedì
di maggio la cattedrale di Westminster, che è il cuore pulsante del
cattolicesimo di Londra, organizza una messa per gli emigrati. L’obiettivo?
Celebrare la diversità culturale e riconoscere il contributo che gli stranieri
hanno dato alla cultura anglosassone».
Per l’occasione i fedeli portano gli
stendardi e indossano i costumi tipici del loro Paese d’origine. In breve la
cattedrale, gremita di autorità istituzionali, ma soprattutto di emigrati, si
trasforma in un tripudio di colori. È l’espressione di un cattolicesimo –
quello inglese – aperto alla diversità e all’integrazione tra autoctoni e
stranieri, compresi gli abitanti dello Stivale. «Da lungo tempo attivi nel
campo della ristorazione e dell’orticoltura, gli italiani sono sempre stati
molto presenti all’interno della compagine economica e culturale inglese»
precisa il vescovo Arnold che, prima della chiamata religiosa, ha esercitato la
professione legale. Assai attiva in passato anche sul piano religioso, oggi la
comunità cattolica italiana (e non solo) sembra aver effettuato un’inversione
di marcia: «A causa della secolarizzazione che caratterizza la nostra epoca, la
partecipazione alle messe domenicali sta calando» avvisa il vescovo, che non
sembra tuttavia preoccupato. Merito della sferzata di ottimismo che l’elezione
di papa Francesco ha portato nella Chiesa. E merito anche degli oltre 830 mila
bambini iscritti alle scuole cattoliche di Inghilterra e Galles che
testimoniano come le tradizioni religiose nel Regno Unito sappiano ancora
parlare a tutte le generazioni.
«Molte diocesi del Paese – continua il
vescovo John Arnold – hanno un pastore che si dedica alla formazione della
gioventù attraverso incontri di approfondimento e pellegrinaggi, come quello
effettuato lo scorso luglio, in occasione della Giornata della Gioventù di Rio
de Janeiro». L’accostamento di antica tradizione democratica e recente storia
di flussi migratori ha reso la Gran Bretagna capace di accogliere ogni
religione ed etnia. «I cattolici nel Regno Unito sono perlopiù d’origine
caucasica. A seguire vengono gli oriundi dell’Europa centrale. Molti sono anche
gli irlandesi, gli africani e i caraibici» elenca monsignor Arnold. Tante
culture per un’unica Chiesa, quella cattolica, che – sensibile interprete dei
nostri tempi – oggi più che mai, a qualsiasi latitudine si trovi, rappresenta
un porto sicuro per ogni uomo di buona volontà. (Sagida Syed- Messaggero di
sant’Antonio/Inform)
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