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giovedì 9 gennaio 2014

Di Biagio (PI) in aula sulla tassazione degli immobili degli italiani all’estero

SENATO DELLA REPUBBLICA
Di Biagio (PI) in aula sulla tassazione degli immobili degli italiani all’estero

“Superare il principio della discrezionalità dei Comuni”. Ma il ministro Saccomanni conferma: “L’obiettivo è di rendere la tassazione sulla casa di natura realmente federale”

ROMA - Nella seduta di ieri del Senato è intervenuto in aula Aldo Di Biagio in sede di conversione in legge del decreto-legge 30 novembre 2013 n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia. Di Biagio, del gruppo “Per l’Italia” eletto all’estero nella ripartizione Europa, ha sollevato tra l’altro il tema dell’IMU con riferimento al mancato riconoscimento delle detrazioni per carichi di famiglia per i nostri lavoratori all'estero - “un emendamento - ha detto - tra l'altro accantonato durante la sessione di bilancio e condiviso con il Governo” - nonché al mancato intervento del Governo per quanto concerne gli immobili di proprietà dei residenti all'estero.

“Nell'ambito della disciplina IMU - ha osservato Di Biagio - questo è un ulteriore aspetto della frammentarietà e della incompletezza della materia: nel caso di specie gli immobili appartenenti a questa categoria sono collocati in una sorta di periferia normativa, nella quale vige un principio di discrezionalità in capo ai Comuni. È una norma che è stata confermata dalla legge di stabilità e che camuffa, sotto un'apparente parvenza di volontà di apertura, una posizione ai limiti della legittimità. Infatti, non si può dire ai comuni che hanno la facoltà di riconoscere come abitazione principale quella dei residenti all'estero perché, considerando come sono messi, non applicheranno mai quella possibilità”.

Il deputato ha poi tenuto a ricordare che all’assemblea del Senato e al governo che “le case di proprietà dei nostri connazionali non sono ville di lusso, come qualcuno crede; sono semplici abitazioni, per lo più ricordi di famiglia o lasciti ereditari, presenti spesso nelle province umili del Paese. Pertanto, voglio rinnovare l'invito al ministro e al governo a trovare una soluzione definitiva. L'obiettivo - lo ribadisco - è quello di consentire ai nostri connazionali, che non hanno all'estero alcuna proprietà e magari sono proprietari di piccole strutture in Italia, di poter accedere allo status di abitazione principale (ciò sarebbe importante soprattutto per alcune categorie sociali di connazionali), anche in ragione del fatto che la legge 24 marzo 1993, n. 75, già prevedeva questa disposizione. Si potrebbe eventualmente vincolare il riconoscimento alla certificazione della non detenzione di altra proprietà nel luogo di residenza o comunque alla particolare condizione economica del proprietario. Ho voluto riproporre in aula l’emendamento a mia firma e sottoscritto anche da tutti i colleghi eletti all'estero, che mira proprio a superare il principio di discrezionalità dei Comuni e si può considerare come una premessa per un'ipotesi di intervento del Governo”.

In sede di replica il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, rispondendo anche alle critiche sollevate da Di Biagio, ha però confermato la posizione del Governo per quanto riguarda la tassazione sugli immobili nel 2014. “Abbiamo l'obiettivo di rendere la tassazione sulla casa di natura realmente federale, evitando così il problema di quest'anno di dover intervenire su un'imposta che viene decisa e formulata al centro, ma che viene poi amministrata e gestita in periferia. Ci prendiamo certamente l'impegno di muovere in questa direzione”. (Inform)

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