MEMORIA
Dal 17 al 31 gennaio
“Memorie d’inciampo a Roma”
Sampietrini nei Municipi per ricordare i
deportati nei lager nazisti per motivi razziali o politici
ROMA - –
Sono disseminate in tutta Europa, le pietre d’inciampo, stolpersteine nella
lingua dell’artista tedesco Gunter Denmig che ha ideato il progetto di
utilizzare dei sampietrini dorati per ricordare i deportati nei lager nazisti
per motivi razziali o politici. Sono più di 22 mila le pietre in Germania,
Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Italia.
L’iniziativa
“Memorie d’inciampo a Roma”, che torna per la quinta edizione, è stata
presentata alla stampa dall’assessore capitolino alla cultura, Flavia Barca.
“Questa iniziativa – ha detto l’assessore - ci permette di ‘inciampare’ nella
storia, camminando per Roma. Ha una valenza simbolica fortissima che lega arte
e memoria. Il ruolo della cultura deve essere proprio questo: tenere vivo il
ricordo. E’ per questo – ha annunciato Flavia Barca - che i luoghi della
cultura di Roma saranno pieni di appuntamenti a partire dal 17 gennaio prossimo
fino al 31: dalla Sala Santa Rita, al Museo storico di via tasso, alla Casa
della Memoria, al Museo di Roma in Trastevere, alle nostre Biblioteche, al
teatro Quarticciolo e alla Casa delle letterature, solo per citarne alcuni”.
Questa
volta sono 15 i sampietrini che lo stesso Denmig comincia a istallare lunedì
13, partendo da via dei Laterizi 27, l’abitazione da cui, il 13 gennaio del
’44, fu strappato Alberto Di Giacomo, addetto alle fornaci e noto alla polizia
politica come anarchico. La posa delle pietre coperte d’ottone, con inciso il
nome del deportato e la data della sua deportazione, prosegue martedì per
ricordare la famiglia Pace (5 persone portate via dalla loro casa vicino alla
Piramide); e poi ancora: Jean Bourdet e Paskvala Blesevic, rifugiati politici
portati via da Regina Coeli, Settimio Spagnoletto, Lazzaro Di Porto, Dante
Calò, Alberto Pascucci, la famiglia Sciunnach (3 persone).
Si arriva
così a Roma a 206 pietre d’inciampo, che vanno ad aggiungersi alle migliaia che
dal 1995 - anno della prima posa a Colonia - incrementano un’insolita mappa
della memoria nella quale chiunque può imbattersi casualmente, o
intenzionalmente se ci si muove sul filo della ricerca storica. Le
stolpersteine - segni discreti, non retorici e anticelebrativi - costringono
chi passa a interrogarsi sul tema delle persecuzioni e del valore della
memoria. L’intero progetto è documentato nel sito www.memoriedinciampo.com .
Con
l’edizione 2014, torna anche il coinvolgimento delle scuole di quartiere: il
progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina prevede che
ogni Municipio coinvolto scelga una o più scuole cui affidare una ricerca
storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I
risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul sito.
Presso
la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello”,
curato da Daniela Mantarro ed Elisa Guida, a cui ci si può rivolgere per
ricordare familiari o amici deportati con la posa di un Stolpersteine davanti
alla sua abitazione (06 45460501 e casadellamemoria@bibliotechediroma.it).
Il
progetto, curato da Adachiara Zevi, è realizzato dall’associazione Arte in
Memoria e vi collaborano, tra le tante associazioni, Aned (Associazione
Nazionale Deportati), Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal
Fascismo alla Resistenza) e Cdec (Centro Documentazione ebraica). La quinta
edizione di Memorie d’inciampo a Roma è realizzata con il sostegno
dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, dei Municipi
Roma I e Roma XIV di Roma Capitale e dell’Ambasciata della Repubblica Federale
di Germania e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
e con il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della
Comunità Ebraica di Roma. (Inform)
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