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venerdì 10 gennaio 2014

Dino Nardi (Uim/Cgie): Vivere all’estero

INTERVENTI
Dino Nardi (Uim/Cgie): Vivere all’estero

Chissà se la nuova emigrazione (quella dei trolley) troverà in Italia più sensibilità ed ascolto di quella delle valigie di cartone

ZURIGO - Sarà certamente una casualità tuttavia non si può negare che dal 2006, ovvero con l'entrata in Parlamento in Italia di sei senatori e dodici deputati eletti dagli emigrati italiani nella Circoscrizione Estero, è stato tutto un crescendo di penalizzazioni in qualsiasi ambito riguardi gli italiani residenti all'estero: dalla mancata approvazione di accordi bilaterali di sicurezza sociale (nuovi o da rinegoziare) con Paesi di forte presenza di emigrazione italiana, alla riduzione di finanziamento destinato a garantire un minimo di assistenza ai nostri emigrati indigenti che vivono in Paesi privi di qualsiasi protezione sociale; dai tagli al finanziamento dei corsi di lingua e cultura italiana, alla contestuale riduzione del contingente degli insegnanti italiani di ruolo destinati all'estero; dalla fiscalità sulla casa (prima con l'ICI, poi con l'IMU ed ora con la IUC) che ha penalizzato e continua a penalizzare gli iscritti all'Aire proprietari di una abitazione in Italia, al drastico e continuo dimagrimento della rete consolare italiana in particolare in aree dove risiedono importanti comunità italiane.

A quest'ultimo proposito, basti ricordare quello che è accaduto in Svizzera dove, chiusura dopo chiusura, adesso (dopo quelle recentissime delle Agenzie consolari di Neuchâtel, Sion e Wettingen), buon ultimo,toccherà anche al Consolato di San Gallo. Una rete consolare che in Svizzera, ancora qualche lustro fa, contava su ben 22 Uffici mentre oggi i 560'000 italiani che vivono nella Confederazione avranno a disposizione solo la Cancelleria consolare di Berna, il Consolato di Basilea ed i Consolati Generali di Ginevra, Lugano e Zurigo. Con buona pace degli emigrati italiani che vivono in Engadina che dovranno impiegare alcune ore di viaggio in treno per raggiungere il Consolato Generale di Zurigo, oppure di quelli che vivono nell'Alto Vallese che, per raggiungere un Ufficio consolare, dovranno recarsi non più a Sion o Losanna (chiusi entrambi nel giro di circa un paio d'anni) bensì a Ginevra all'estrema punta occidentale della Confederazione, praticamente in Francia!

Naturalmente i diciotto parlamentare eletti all'estero, perlomeno quelli del Partito Democratico, sia alla Camera dei Deputati che al Senato, si sono dati molto da fare per difendere gli interessi del loro elettorato. Per esempio: hanno ottenuto la possibilità per gli emigrati di vedersi rilasciare la Carta si identità italiana pure dalla rete consolare (anche se è un documento che serve solo per circolare in Europa); hanno difeso i diritti sindacali dei contrattisti consolari; hanno sostenuto l'opportunità di privilegiare l'impiego di personale locale sia nella rete consolare che nei corsi di lingua e cultura; hanno cercato di impedire la chiusura di molti Uffici consolari ed hanno anche battagliato in parlamento sulla fiscalità della casa affinché le abitazioni in Italia degli iscritti all'Aire fossero pure considerate prime case. Infine, è attualità di questi giorni, nella Legge di stabilità per il 2014 hanno recuperato ulteriori cinque milioni di euro a favore delle politiche per gli italiani all'estero, così suddivisi: 2 milioni per le elezioni per il rinnovo dei Comites e del CGIE, 1 milione per gli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana, 600 mila euro per l'assistenza agli indigenti, 200 mila euro per il Museo dell'emigrazione italiana, 200 mila euro per le agenzie di stampa specializzate per gli italiani all'estero ed 1 milione a favore della stampa italiana all'estero.

Purtroppo, nel complesso, i risultati sono stati quelli che tutti noi conosciamo, cioè molto deludenti rispetto alle aspettative degli emigrati, ma non certamente a causa degli eletti all'estero e quindi guai a pensare o dire, come fanno certuni, "si stava meglio quando si stava peggio" e cioè prima del voto all'estero.

La verità è che ormai nel Paese, in Italia, da un lato, si sono sfilacciati o addirittura persi gli stretti vincoli parentali di un tempo con gli italiani all'estero e, dall'altro, i problemi posti dall'immigrazione in Italia e la stessa crisi economica, hanno fatto sì che dell'emigrazione se ne freghino tutti (lo abbiamo visto anche con le recenti dichiarazioni dello stesso ministro Emma Bonino e da alcuni commenti dei media italiani rispetto al recupero di cinque milioni di euro nella legge di stabilità 2014 a favore delle politiche per gli italiani all’estero). Anzi, gli italiani all'estero sono ormai visti come dei privilegiati per cui anche nel parlamento italiano, salvo qualche rara eccezione, a nessuno, che non sia un eletto all'estero, interessa dei problemi degli emigrati. Da qui la difficoltà per i diciotto parlamentari della Circoscrizione Estero di trovare sostegno, spesso perfino nei loro stessi partiti di appartenenza, alle loro istanze e richieste a favore degli iscritti all'Aire.

L'unica possibilità che potrà riportare in Italia una nuova attenzione ed una soluzione ai problemi degli italiani all'estero sarà, a mio avviso, la nuova emigrazione (quella dei trolley, per intenderci) - che ormai da alcuni anni sta, purtroppo, riprendendo alla grande - quando anch'essa si renderà conto che, vivendo all'estero, avrà nei confronti dell'Italia gli stessi identici problemi della vecchia emigrazione (funzionalità dei servizi consolari, scuola italiana per i figli, fiscalità sull'abitazione in Italia, ecc. ecc.) e quindi, per cercare di risolverli si ritroverà a dovere far fronte comune con la vecchia emigrazione ed impegnarsi nei loro stessi organismi di rappresentanza (associazionismo, Consulte regionali,Comites e Cgie) che, per il momento, si guarda bene dal frequentare. Una nuova emigrazione che, proprio perché recente, probabilmente troverà oggi più sensibilità ed ascolto nel Paese come avveniva per la vecchia emigrazione sino a qualche lustro fa. Tanti, tantissimi auguri per il 2014 e per il futuro degli italiani all'estero, vecchi e nuovi! (Dino Nardi* - Inform)

* Coordinatore UIM Europa e membro del CGIE

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