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giovedì 28 febbraio 2013

Cinema: Rassegna il 4 marzo all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

CINEMA
Rassegna “Una finestra sull'Italia: film e dibattiti sull’Italia contemporanea”
“Sfiorando il muro”: il 4 marzo all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles



BRUXELLES – Nell’ambito della rassegna “Una finestra sull'Italia: film e dibattiti sull'Italia contemporanea” promossa dall'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles , lunedì 4 marzo, alle ore 19, sarà proiettato il film “Sfiorando il muro” (2012) di Silvia Giralucci e Luca Ricciardi (interpreti: Guido Petter, Raul Franceschi, Antonio Romito, Pietro Calogero, Stefania Paternò)

La regista Silvia Giralucci e il co-regista Luca Ricciardi saranno presenti in sala e risponderanno alle domande del pubblico dopo la proiezione.

Ingresso gratuito (prenotazione obbligatoria: http://www.eventbrite.com/event/5585638796# )

L’evento è organizzato dall’IIC di Bruxelles (rue de Livourne, 38) insieme alla Regione Veneto

“Sfiorando il muro”. La prima comunione e il blitz del 7 aprile, i giochi con le amiche e il rapimento di Aldo Moro. E’ un film sugli anni Settanta da un punto di vista particolare: una bambina di allora che ricorda manifestazioni e scritte sui muri con turbamento. C'è un perché: il padre dell'autrice, Graziano Giralucci, venne ucciso con Giuseppe Mazzola nel 1974 dalle Brigate rosse all'interno della sede del Msi di Padova. Furono le prime vittime delle Br. Per capire come sia stato possibile accettare e considerare inevitabile la violenza politica l'autrice cerca chi la violenza l'ha praticata, chi l'ha subita, chi l'ha combattuta: dagli autonomi ai ragazzi del Fronte della Gioventù, dal magistrato Pietro Calogero, autore del blitz del 7 aprile contro Toni Negri, a Guido Petter, docente universitario ex partigiano che venne colpito a colpi di martellate sul capo, fino al sindacalista che divenne “infame” e fu costretto a nascondersi per anni solo per aver raccontato alla magistratura tutto quello che ricordava del suo periodo di militanza in Potere operaio. Questo viaggio tra punti di vista diversi e a volte inconciliabili diventa per Silvia Giralucci anche un modo di riconciliarsi con la difficile memoria del padre, un martire simbolo per la sua comunità politica, una vittima a lungo considerata colpevole per il solo fatto di essere di destra, un papà presente solo nei sogni. (Inform)

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