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lunedì 25 febbraio 2013

Tavola rotonda su emigrazione italiana in Svizzera

ITALIANI ALL’ESTERO
Il 5 marzo al Centro Studi Emigrazione di Roma
Tavola rotonda “L’emigrazione italiana in Svizzera ieri e oggi: esperienze e traiettorie”
Presentazione del libro di  Paolo Barcella “Venuti qui per cercare lavoro. Gli emigrati italiani nella Svizzera del secondo dopoguerra”



ROMA – “L'emigrazione italiana in Svizzera ieri e oggi: esperienze e traiettorie”. E’ il titolo della tavola rotonda che si svolgerà il 5 marzo, dalle ore 17, presso il Centro Studi Emigrazione di Roma (via Dandolo n.58). L’incontro, promosso in collaborazione con Cnr-ISSM (Istituto di studi sulle società del Mediterraneo, si terrà in occasione della presentazione del volume di Paolo Barcella “Venuti qui per cercare lavoro. Gli emigrati italiani nella Svizzera del secondo dopoguerra” (Fondazione Pellegrini Canevascini, Bellinzona, 2012) (v. Inform n. 36- b del 20 febbraio scorso)

All’incontro al Cser interverranno Paolo Barcella assegnista e docente di storia contemporanea (Università degli studi di Bergamo) , Matteo Sanfilippo professore associato di storia moderna (Università della Tuscia) , Michele Colucci ricercatore Cnr – Issm, docente di storia contemporanea (Università della Tuscia) , Carla Collicelli, vicedirettore del Centro Studi Investimenti Sociali/Censis. Modererà: Mariella Guidotti, Cser.

La Svizzera ha rappresentato negli anni successivi alla seconda guerra mondiale la principale meta dell’emigrazione italiana. Tra il 1946 e il 1976 sono registrati 2.330.337 espatri in totale dall’Italia verso la Svizzera. Un cifra che è più del doppio rispetto agli espatri complessivi verso la Germania federale (1.137.831) e verso la Francia (1.032.758), gli unici paesi che nello stesso periodo superano il milione di unità. Una cifra che è ancora più impressionante se confrontata con i dati relativi ai paesi extraeuropei: tra il 1946 e il 1976 Argentina e Stati Uniti (le destinazioni che per lungo tempo hanno dominato l’immaginario dell’emigrazione italiana) hanno registrato l’ingresso rispettivamente di 500.116 e 488.483 italiani.

La dimensione eccezionale del movimento migratorio tra Italia e Svizzera viene confermata anche dai dati relativi ai rimpatri: 1.935.281 persone, sempre nel periodo 1946-1976.

Basterebbero queste cifre per farci riflettere su quale mole di scambi a livello economico, sociale e culturale abbia rappresentato l’emigrazione in Svizzera dopo la seconda guerra mondiale. Se poi aggiungiamo i dati relativi alle rimesse, ai ricongiungimenti familiari, alle naturalizzazioni, ai movimenti frontalieri possiamo renderci conto facilmente di come quello tra Italia e Svizzera sia stato un movimento che ha influito radicalmente sullo sviluppo di entrambi i paesi.

Per la prima volta il volume di Barcella offre uno scavo approfondito nella realtà di questa emigrazione, nelle sue cause e nel suo svolgimento, dando la parola ai diretti interessati, protagonisti del fenomeno, e utilizzando la ricca documentazione prodotta negli anni della ricostruzione. Il volume acquista oggi una particolare centralità, perché la Svizzera ha ricominciato a essere negli ultimi anni meta di arrivi di lavoratori italiani e perché le sfide poste dagli attuali movimenti migratori devono necessariamente fare i conti con la storia recente delle migrazioni tra i due paesi. (Inform)

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