Per il reindirizzamento cliccate link to example

martedì 26 marzo 2013

Dino Nardi (Cgie): “Una nuova era nel segno della sobrietà e della solidarietà”


INTERVENTI
Dino Nardi (Cgie): “Una nuova era nel segno della sobrietà e della solidarietà”

ZURIGO - A Roma, nei giorni scorsi, a cavallo delle idi di marzo, sembra proprio che, per una strana coincidenza astrologica, tutto sia cambiato nei così detti Palazzi del potere ecclesiastico e della Repubblica. 

Si è iniziato con il Conclave della Chiesa cattolica che, per la prima volta nella storia, ha eletto al Soglio Pontificio un Papa argentino, ma figlio di emigrati piemontesi, cioè Jorge Mario Bergoglio che, incurante dei tradizionali nomi assunti nei secoli dal Papa di turno, ha scelto di chiamarsi Francesco e, in sintonia con il nome che si è voluto dare, una delle sue prime esclamazioni pubbliche appena eletto è stata “Ah, come vorrei una Chiesa povera per i poveri!». Un’esclamazione che certamente resterà per sempre legata al suo pontificato e ne condizionerà il comportamento e l’operato, come, d’altra parte, sta già a dimostrare il suo mischiarsi alla folla dei fedeli incurante dei rischi ed anche il suo rifiuto di mettersi dei monili preziosi contrariamente a quanto facevano i suoi predecessori. Un comportamento molto sobrio che, a mio avviso, non potrà non mettere in imbarazzo gli alti prelati ed i cardinali che normalmente circondano il Pontefice qualora non si dovessero adeguare ad il suo costume di vita. 

Mentre tutto questo accadeva in Vaticano è iniziata una nuova era pure nei Palazzi delle istituzioni repubblicane italiane, dopo lo sconquasso politico che è uscito dalle urne del 24 e 25 febbraio scorsi a seguito del successo del Movimento 5 Stelle e con un parlamento diviso praticamente in tre e reso difficilmente governabile. 

Infatti alla presidenza della Camera dei Deputati, su proposta e con i voti del centrosinistra, è stata eletta una neofita della politica e del parlamento italiano e cioè Laura Boldrini, nota al grande pubblico per il ruolo che ha rivestito negli ultimi anni di portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Una esperienza ed impegno sociale che certamente non potrà non condizionarla in questa nuova funzione, come lei stessa ha riconosciuto nel suo intervento di insediamento quando ha affermato che “(..) Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. È un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno. Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremmo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. In quest’aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione. La più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno. Quest’aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito sé stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia. Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi. Ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante. Una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo. Dovremo dar strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione. Ai cosiddetti ‘esodati’, che nessuno di noi ha dimenticato. 

Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi. Alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio. Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti. Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile.”. 

Mentre al Senato, sempre su proposta e con i voti del Centrosinistra, ai quali se ne sono aggiunti altri di alcuni frondisti Grillini, è stato eletto presidente pure un neofita della politica, appena eletto in parlamento e già Procuratore Antimafia, cioè Pietro Grasso che, nel suo discorso di insediamento, ha affermato, tra l’altro, che “(..) Ci attende un intenso lavoro comune, per rispondere con i fatti alle attese dei cittadini che chiedono anzitutto più giustizia sociale, più etica, nella consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi di questo Paese. Penso alle risposte che al più presto - ed è già tardi - dovremo dare ai disoccupati, ai cassaintegrati, agli esodati, alle imprese, a tutti quei giovani che vivono una vita a metà, hanno prospettive incerte, lavori (chi ce l'ha) poco retribuiti. Quando riescono a uscire dalla casa dei genitori, vivono in appartamenti che non possono comprare, cercando di costruire una famiglia che non sanno come sostenere.”. 

Da parte di noi emigrati italiani che viviamo in Paesi come, per esempio, la Svizzera dove la sobrietà istituzionale la fa da regina da sempre, questa rivoluzione di costume introdotta da Papa Francesco, uno con alle spalle una nostra stessa storia di emigrazione, e dai due nuovi presidenti di Camera e Senato, che alle parole hanno fatto seguire immediatamente i fatti, tagliando al cinquanta per cento le loro prebende e le loro scorte, non può che farci onore e renderci ancor più fieri di essere cittadini italiani o di origine italiana. 

Adesso a tutti noi non resta altro da sperare, da un lato, che da parte delle istituzioni italiane vi sia una maggiore attenzione alle problematiche degli italiani all’estero rispetto a questi ultimi anni e, dall’altro, che la fantasia e la capacità italiana di saper reagire al meglio, proprio quando il Paese si trova in grandi difficoltà, consenta al presidente del Consiglio incaricato, Pierluigi Bersani, di formare il nuovo esecutivo per evitare, quantomeno, di dover tornare nuovamente alle urne con questa stessa legge elettorale “porcellum” che, come ampiamente previsto, ha reso difficilmente governabile l’Italia. proprio in un momento di grandi difficoltà economiche e sociali. Incrociamo le dita! (Dino Nardi -Inform)

Nessun commento:

Posta un commento