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martedì 26 marzo 2013

Tiziano Arlotti (Pd) chiede “proroga ed estensione della franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri, ed equità del trattamento fiscale”

LAVORATORI  FRONTALIERI
Interrogazione alla Camera  al ministro dell’Economia Vittorio Grilli
Tiziano Arlotti (Pd) chiede “proroga ed estensione della franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri, ed equità del trattamento fiscale”
Una nuova campagna anti frontalieri dell’Udc ticinese.  Chiara Braga (Pd): “Restano irrisolte tutte le questioni importanti in materia fiscale,  sicurezza sociale e politica del lavoro”



ROMA –“Per chiedere una proroga ed un’estensione della franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri e per sollecitare l’equità del trattamento fiscale nei loro confronti” il deputato Pd Tiziano Arlotti annuncia dal suo sito web di avere depositato alla Camera un’interrogazione rivolta al ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli

“Sono circa 11mila i frontalieri italiani soggetti a tale norma, con esclusione della Svizzera e di Città del Vaticano - ricorda Arlotti nell’interrogazione - di cui oltre 6.000 lavorano nella Repubblica di San Marino: “Una risorsa per il nostro Paese, in quanto ‘importatori’ di conoscenze in grado di produrre redditi assoggettabili a tassazione in Italia”. A fronte del progressivo aumento del costo della vita e dell’inasprimento fiscale prodotto dalla doppia tassazione, i frontalieri si vedono costretti per quest'anno e per il 2014 ad anticipare le imposte senza tener conto delle reali tasse dovute in relazione alla franchigia fiscale di 6.700 euro, prorogata con la Legge di stabilità 2013.Inoltre permane la differenza di trattamento dell’indennità di fine rapporto, tassato come una normale mensilità. Arlotti chiede quindi al Governo una proroga ed un’estensione della franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri, sia in termini di innalzamento del limite che di inclusione dei redditi da pensione, e nei casi di malattia, maternità, cassa integrazione e disoccupazione. Il deputato riminese chiede anche di ristabilire una tassazione del trattamento fine rapporto egualitaria tra i lavoratori frontalieri e la tassazione più bassa dell’indennità prevista per i lavoratori italiani. Infine, Arlotti chiede di applicare la franchigia anche nel computo dell’acconto Irpef dei frontalieri, per evitare che i lavoratori debbano anticipare le imposte attraverso il pagamento dell’acconto calcolato sul cento per cento del reddito imponibile.

Intanto si registra in Canton Ticino un’altra campagna anti frontalieri da parte dell’Udc svizzero. Dopo aver paragonato, nel 2010, i lavoratori frontalieri italiani a dei topi intenti a mangiare il formaggio svizzero, (campagna “balairatt”) l’Udc ticinese ,in vista delle elezioni municipali a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte che si terranno il prossimo 14 aprile, ha lanciato un’altra campagna: manifesti ritraggono un impiegato ticinese rimasto letteralmente in mutande per colpa dei frontalieri che gli hanno rubato il lavoro.

Oggi nella piazza finanziaria di Lugano lavorano 8 mila frontalieri; in tutto il Canton Ticino i lavoratori frontalieri sono circa 56 mila. Provengono prevalentemente dalle province di Como, Varese e Verbano Cusio Ossola.

.“L’Udc ticinese ad ogni elezione mostra una sistematica precisione nelle cadute di stile” commenta seccamente la deputata comasca Chiara Braga (Pd). Che parla di “ennesima campagna provocatoria” da parte del partito elvetico e di “un certo modo di fare campagna elettorale che francamente poco si addice allo stile sobrio e preciso degli svizzeri” .

Tutto ciò mentre, rileva Braga “restano irrisolte sul tavolo tutte le questioni serie ed importanti relative alla realtà del frontalierato, in materia fiscale, di sicurezza sociale e di politica del lavoro”. “Proprio per il contributo essenziale che i lavoratori frontalieri conferiscono allo sviluppo dei territori di confine e per la complessità dei temi è bene che si rilanci – sottolinea la deputata - l'impegno anche delle istituzioni nazionali, a partire dal Governo che ci auguriamo possa presto iniziare ad occuparsi dei problemi reali del Paese, ad affrontarle in un quadro complessivo, raccogliendo le sollecitazioni venute dalle Associazioni sindacali e dei lavoratori dei territori di confine”. (S.P.-Inform)

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