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lunedì 29 aprile 2013

A settembre a Monaco di Baviera apriranno i cancelli della prima scuola bilingue italo-tedesca


SCUOLE BILINGUE

Interventi.net : intervista a Patrizia Mazzadi di Pasquale Episcopo

A settembre a Monaco di Baviera apriranno i cancelli della prima scuola bilingue italo-tedesca

 

 



MONACO DI BAVIERA – “Tutti a scuola” .A settembre, a Monaco di Baviera, apriranno i cancelli della prima scuola bilingue italo-tedesca. Pasquale Episcopo per “INTERVenti” (portale edito a Monaco /www.interventi.net/) ha intervistato la dottoressa Patrizia Mazzadi, ideatrice e fondatrice della scuola. L’intervista è stata rilanciata dal “Corriere d’Italia” di Francoforte edizione on line.



Dottoressa Mazzadi, per rompere il ghiaccio può dirmi qualcosa della sua storia personale?



Innanzitutto grazie per l’opportunità che mi dà di parlare della nuova scuola bilingue italo-tedesca. Sono cresciuta in Veneto, poi a venti anni sono andata a studiare a Berlino. Mi sono laureata in germanistica e ho terminato un dottorato di ricerca in letteratura del tedesco medievale. L’esperienza berlinese mi ha avvicinato alla lingua e alla cultura tedesche. Rientrata in Italia sono diventata insegnante di ruolo. Dopo dieci anni sono stata inviata alla scuola europea di Monaco dove ho insegnato per nove anni. È stata una esperienza fondamentale non solo da un punto di vista professionale.



Questa esperienza in che misura ha influenzato la sua scelta di fondare una scuola bilingue italo-tedesca?



È stata determinante perché ho potuto constatare il bisogno di tanti genitori che vorrebbero iscrivere i propri figli nella scuola europea ma che non possono perché è un sistema chiuso che può accogliere solo gli appartenenti a determinate categorie. L’idea di realizzare una scuola bilingue italo-tedesca è nata nel 2010. Quell’anno abbiamo dovuto rifiutare circa trenta bambini.



Lei è presidente dell’associazione denominata BiDiBi (Bilingualer Deutsch-Italienischer Bildungsverein München ndr). Può spiegare cos’è?



È l’associazione che abbiamo fondato con il chiaro scopo di realizzare poi la scuola. Si occupa di lingua e cultura italiana e tedesca e ci sono membri delle due nazionalità. Ma fondamentalmente l’associazione è un team di persone che curano la gestione delle attività necessarie alla realizzazione della nuova scuola.



Una domanda a bruciapelo: che cosa è per lei una scuola?



È essenzialmente un luogo di apprendimento dove in aggiunta a conoscenze si acquisiscono metodi, capacità critica e di introspezione.



Mi dice tre o quattro aggettivi per definire una scuola di qualità?



Accogliente, motivante, eccellente.



Non ha nominato: gratuita...



È un’osservazione legittima: la nostra scuola non potrà essere una scuola gratuita perché la sua esistenza sarà possibile solo come scuola privata. Purtroppo la Baviera non finanzia nessuna scuola privata e ciò ha rappresentato per noi una forte penalizzazione. Ad onor del vero bisogna dire che alla base dell’assenza di finanziamenti da parte della Baviera c’è una ragione precisa, quella di vedere se una scuola privata è in grado di stare in piedi da sola. La nostra retta sarà di 3.600 euro l’anno, somma che riteniamo sia ragionevole per una famiglia e che comunque è notevolmente inferiore alla retta richiesta da tante altre istituzioni presenti sul territorio. La scuola chiede un credito di 1.800 euro che verrà restituito al termine del percorso scolastico o che può essere devoluto come donazione. Voglio comunque ribadire che la nostra scuola, e così l’organizzazione che le sta dietro, non ha scopo di lucro.



Torniamo agli aspetti pedagogici. Per lei cosa vuol dire insegnare, cosa vuol dire imparare?



Insegnare è uno dei doni che gli esseri umani hanno e usano in tutte le attività che fanno quando sono a contatto con gli altri, a casa, a scuola, al lavoro. Imparare non è esattamente il rovescio della medaglia ma quasi. è la predisposizione a essere aperti, è desiderio, bisogno di capire e di comprendere il mondo...



Qual è la principale caratteristica che deve avere una buona scuola bilingue?



Il rispetto per entrambi gli ambiti, sia linguistici che culturali, con i quali ha principalmente a che fare.



Una scuola bilingue è scuola per bilingui?



Non necessariamente: è una scuola che permette al ragazzo monolingue di apprendere l’altra lingua senza sacrificare la propria, quindi usando la propria come ponte. Soprattutto non è una scuola che livella le due lingue e le due culture, ma che le valorizza. La valorizzazione nasce dal continuo confronto... per esempio quando ai miei ragazzi spiego alcune caratteristiche della lingua italiana faccio spesso riferimento alle caratteristiche di altre lingue perché questo permette loro di riflettere su cose che altrimenti apparirebbero ovvie e non lo sono.



Adesso parliamo della Leonardo da Vinci. È forse banale chiederle il perché di questo nome?



Affatto. All’interno dell’associazione abbiamo riflettuto a lungo sul nome da dare alla scuola e alla fine abbiamo optato per Leonardo da Vinci. Tre i motivi: Leonardo è emblema per l’Italia, è genio universale e come tale racchiude in sé sia la cultura umanistica sia quella scientifica.



Sarà la prima scuola di questo tipo in Germania/Baviera?



In Baviera sì. In Germania no. Esistono altre scuole bilingui in altri Land, a Francoforte, Colonia, Friburgo, Stoccarda. In Baviera una scuola di questo genere non c’è mai stata. C’è stata una scuola italiana, ma non bilingue. So però che sono stati fatti due tentativi di realizzare scuole bilingui che non hanno avuto successo perché si trattava di iniziative che partivano dai genitori e che non disponevano della necessaria esperienza professionale. Voglio aggiungere che nella fase di studio abbiamo analizzato tutti i precedenti, compresi quelli degli altri Land, per capire su quale modello potevamo fare riferimento. Soprattutto abbiamo esaminato il modello di Colonia, perché è una scuola che è nata da una organizzazione simile alla nostra e che funziona da quarant'anni. E funziona bene.



A che punto sono le autorizzazioni ministeriali e il resto della burocrazia?



Le trattative con il ministero vanno avanti da due anni e mezzo. Particolarmente complessa è stata la discussione dei piani di studio che sono stati recentemente approvati. Da poco abbiamo individuato anche la sede e devono essere espletate solo le ultime formalità. L’inizio delle lezioni sarà settembre 2013. Per quanto riguarda i finanziamenti questi sono pervenuti dalle sponsorizzazioni di alcune aziende italiane e tedesche cui si sono aggiunte le offerte dei soci dell'associazione BiDiBi. Inoltre contiamo sulle donazioni che arriveranno dalla comunità italiana e non solo.



Quali saranno gli obiettivi formativi della scuola?



A noi interessa avere un’offerta didattica valida e che sia paritetica nella sua diversità: per ogni classe ci saranno due insegnanti, uno tedesco e uno italiano, ognuno dei quali porterà in classe non solo la propria lingua, ma anche la propria formazione e la propria cultura. Questa sarà la caratteristica fondamentale della nostra scuola. Va poi detto che il metodo di lavoro invoglierà l’iniziativa individuale e l’autonomia degli scolari. Il motivo, forse non è superfluo dirlo, sarà quello di stimolare la motivazione sia del singolo sia dell’intera classe. Infine vorrei aggiungere che nei programmi ci sarà spazio a gioco, musica, arte, danza, movimento e tutto ciò che è creatività e sviluppo della personalità.



La Leonardo da Vinci fornirà anche competenze e capacità?



Certo, ma senza rinunciare alle conoscenze perché senza di queste nessuna competenza è possibile. Intorno al binomio conoscenza-competenza la scuola lavorerà molto, soprattutto per definire le modalità valutative dei due aspetti. Tali modalità sono semplici da individuare nel caso delle conoscenze, più difficili da stabilire nel caso delle competenze. E ciò perché la scuola è un ambiente di apprendimento e non di lavoro. In questo campo c’è molto da lavorare, ma noi siamo sostenuti sia dall’Università di Passau, sia dall’Istituto pedagogico di Bolzano. Siamo sicuramente interessati ad avere una costante riflessione sul nostro lavoro che ci aiuti a capire come migliorarlo.



Sito della scuola: l’edificio ha potenzialità di crescita?



Non è stato affatto facile trovare un edificio idoneo, ma adesso ce l’abbiamo, è nella Baierbrunner Strasse 28 a Obersendling nelle vicinanze del SDI (Sprachen- und Dolmetscher-Institut, nda) con il quale la nostra scuola ha un accordo di collaborazione. Di fatto l’edificio appartiene allo SDI e si libererà a giugno. In quell’area ci saremo noi, poi arriveranno una scuola montessoriana e una filiale della Isarschule. L’idea è quella di creare un polo didattico e di riqualificazione urbana degli edifici della ex-Siemens.



Qual è il problema che più la preoccupa?



Riuscire ad avere la credibilità dell’utenza. La Leonardo da Vinci è una scuola nuova ed è naturale che venga vista con una certa prudenza, se non sospetto. Noi vogliamo che le famiglie che iscrivono i loro bambini alla scuola ci diano fiducia. Per questo organizzeremo svariati eventi divulgativi.



Che una famiglia italiana possa essere interessata a iscrivere un figlio alla Leonardo da Vinci è scontato; altrettanto nel caso di una famiglia mista italo-tedesca. Ma perché dovrebbe farlo una famiglia tedesca?



La lingua italiana è importantissima a livello culturale e non solo. La Baviera è geograficamente vicina all’Italia e vi è un forte scambio economico soprattutto con il Nord. La possibilità di studiare in un’università italiana è un'opzione che molti prendono in considerazione e il cui prerequisito è la conoscenza della lingua italiana. Ciò riguarda, in prospettiva, anche la scuola secondaria: le statistiche mostrano che nei ginnasi della Baviera e di Monaco il numero di ragazzi tedeschi, e quindi di famiglie tedesche, che scelgono l’italiano come terza lingua è in continuo aumento.



Recentemente è stato a Monaco Giorgio Napolitano. So che è stato informato dell’iniziativa di realizzare la scuola e che l’ha accolta con molto favore.



Sì. Noi stessi siamo stati piacevolmente sorpresi che il presidente abbia nominato il nostro progetto sia nell’incontro con la comunità, sia durante il pranzo con le aziende e con i rappresentanti delle istituzioni. Ciò ci è pervenuto tramite il resoconto del console Filippo Scammacca del Murgo, che era presente all’incontro. A questo proposito è doveroso dire che il nostro progetto non avrebbe mai visto la luce senza l’intervento del console perché è lui che si è prodigato in prima persona per stabilire i contatti con le aziende che poi ci hanno dato il loro supporto.(Pasquale Episcopo-Interventi.net/Corritalia.de/Inform)

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