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venerdì 26 aprile 2013

Freno agli stranieri in Svizzera. Per i frontalieri è un segnale politico


RASSEGNA STAMPA

Dal “Corriere di Como.it”

Freno agli stranieri in Svizzera. Per i frontalieri è un segnale politico

Nel 2012 la Confederazione ha superato gli 8 milioni di residenti

 



La piccola Svizzera inizia a essere troppo affollata. E il governo di Berna decide di prendere qualche contromisura, sollecitato anche dalla pressione che, sempre più forte, giunge dai partiti del centrodestra. Si spiega così la decisione di estendere la cosiddetta “clausola di salvaguardia” per un anno a tutti i cittadini dell’Ue.



Una decisione che ha un effetto pratico molto limitato ma garantisce un risultato politico importante. Rimette infatti in moto il dibattito sugli stranieri, argomento assai caro dalle parti della Confederazione.



Il fatto è, come detto, che la Svizzera si sta sempre più affollando. Le statistiche del 2012 parlano di una popolazione residente che ha superato la soglia degli 8 milioni. Il saldo attivo da un anno all’altro è stato di 82.300 unità, l’1% circa. In pratica, l’intera popolazione di una città come Lucerna.



Ma se l’aumento della popolazione residente legato alla crescita naturale (ovvero, il saldo tra nascite e morti) è stato di 17.500 unità, quello migratorio ha fatto registrare un’ennesima impennata: 64.800 persone hanno scelto la Svizzera, alimentando in parte quella caratteristica ansia tutta rossocrociata per lo straniero che bussa alle porte del piccolo Stato alpino.



Il fenomeno è diventato troppo vistoso per restare sottotraccia. Soprattutto in un periodo di crisi economico-finanziaria tale da mettere in discussione pure la solidissima struttura sociale elvetica.



Clausola di salvaguardia, dunque. Con il governo federale che ha deciso di (soc)chiudere le porte agli immigrati. Una misura forte, che tuttavia non riguarderà i frontalieri, altro punto delicato e molto sentito del problema, in particolare nei cantoni di frontiera (Ticino e Ginevra su tutti).



La clausola di salvaguardia limiterà, per un anno, il rilascio dei permessi definitivi, gli stessi che negli ultimi anni hanno interessato anche molti italiani e, in particolare, i comaschi: professionisti della finanza e del credito (ma non solo) che, lavorando stabilmente nel Luganese e nel Sottoceneri, hanno deciso di trasferirsi definitivamente dalla parte opposta della frontiera.



La clausola di salvaguardia, prevista dagli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle persone firmato da Berna e da Bruxelles nel 1999, può essere attivata quando il numero di autorizzazioni concesse a cittadini europei supera di almeno il 10% la media degli ultimi tre anni. La clausola era stata utilizzata per la prima volta nel maggio del 2012 per limitare l’immigrazione dagli 8 Paesi ultimi arrivati nell’Ue: Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Polonia e Repubblica Ceca. Ora, la novità è che tale misura è stata estesa per un anno anche agli altri 17 Paesi dell’Unione Europea: i 15 storici più Cipro e Malta. La misura, come detto, non riguarda i frontalieri (ovvero il rilascio del permesso G), ma solamente le persone che chiedono la residenza nella Confederazione e non potrà essere prorogata oltre il 2014. Ai cittadini provenienti dell’Est Europa verranno concessi un numero massimo di 2.180 permessi, a quelli degli altri 17 Paesi europei 53.700 autorizzazioni al trasferimento. Sulla base delle cifre del 2012 si può facilmente comprendere come i maggiori problemi saranno di chi tenta di mettere su casa in Svizzera provenendo dal mondo una volta chiuso dalla cortina di ferro.



Politicamente, però, la scelta del governo federale ha un peso. È infatti un provvedimento restrittivo che segue altre proposte indirizzate in modo identico: dall’idea di istituire una “black list” di artigiani italiani che lavorano per clienti svizzeri, avanzata dai Popolari Democratici, alla richiesta di “italianizzare” le procedure burocratiche per i lavoratori autonomi che prestano la loro opera in Ticino.(Corriere di Como.it, 26 aprile 2013)



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