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venerdì 26 aprile 2013

Da Gerusalemme lettera aperta al presidente dell’Ampi Carlo Smuraglia


ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Da Gerusalemme lettera aperta al presidente dell’Ampi Carlo Smuraglia

Criticata la decisione di non far intervenire sul palco della manifestazione per la Liberazione svoltasi a Roma il rappresentante dell’Associazione romana di amicizia con Israele

 




GERUSALEMME – In una lettera, inviata al presidente dell’Anpi Smuraglia, Angela Polacco Lazar, Cecilia Nizza e Samuele Rocca, segnalano il tentativo di negare alle insegne della Brigata Ebraica di sfilare nella manifestazione per il 25 aprile svoltasi ieri a Roma e la decisione degli organizzatori dell’iniziativa di non far intervenire il rappresentante dell’Associazione romana di amicizia con Israele, Alberto Tancredi



“Noi sottoscritti, italiani residenti in Israele, - si ricorda nella lettera - facciamo presente che, durante la seconda guerra mondiale, non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono come volontari nell'esercito britannico. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne costituita una Brigata Ebraica Combattente, che servì sul fronte italiano, dove molti di questi soldati sacrificarono la loro vita e trovarono sepoltura. I volontari ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria, tra cui non meno di 3500 donne arruolate come ausiliarie nel ATS (Auxiliary Territorial Service) con vari compiti, servirono nelle più diverse unità dell'esercito inglese. I volontari ebrei furono presenti in tutti i teatri bellici in cui combatté l’esercito britannico, in Francia nel 1940, in Grecia e Creta nel 1941, nei deserti dell'Egitto e della Cirenaica, dal 1940 fino al 1943, in Etiopia nel 1941, e naturalmente in Sicilia e e nel resto dell’ Italia dal 1943 al 1945.



Tra i volontari numerosi gli ebrei italiani, emigrati in Palestina a seguito della promulgazione delle leggi razziali del 1938. Ricordiamo per tutti Enzo Sereni, paracadutato dal SOE in Italia nel 1944 e trucidato dai nazisti a Dachau. Né si può tacere della partecipazione di un numero elevato di ebrei italiani nelle file della Resistenza. Tra di loro, Emanuele Artom, Franco Cesana, il più giovane partigiano d’Italia, il primo assassinato dalla polizia fascista e il cui corpo non fu mai ritrovato, il secondo colpito a morte durante un’operazione partigiana, il generale Liuzzi nel Regio Esercito. E non va dimenticata la partecipazione consistente degli ebrei alle Brigate Internazionali, che in Spagna sacrificarono la loro vita nella lotta contro la dittatura di Franco”.



“Inoltre facciamo presente all’A.N.P.I.,- prosegue la missiva - che la Resistenza è iniziata nel Regio Esercito, quando, a Cefalonia, i soldati della Divisione Acqui votarono all’unanimità di battersi contro il nazismo. È anche l’occasione per ricordare che la Brigata Ebraica, come i Gruppi di Combattimento del Regio Esercito, erano parte integrante dell’esercito alleato, in maggioranza americani ed inglesi che,dal 1943 al 1945, combatterono una terribile e sofferta guerra per ridare dignità al popolo italiano”.(Inform)

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