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lunedì 29 aprile 2013

“Smart City”: un talento bellunese ne parla a Belluno


ASSOCIAZIONI
“Smart City”: un talento bellunese ne parla a Belluno

BELLUNO - Si è tenuta il 23 aprile l’interessante conferenza sul tema “Smart City – un trend emergente dove fare business”. Luogo dell’incontro il prestigioso Palazzo Doglioni Dal Mas, sede di Confindustria Belluno Dolomiti, che assieme a Bellunoradici.net ha organizzato l’evento. Per l’occasione sono intervenuti numerosi addetti ai lavori, curiosi di capire come sviluppare un tema tanto affascinante, quanto remoto per ora, visto che manca ancora, in provincia, la banda larga richiesta nel 2011, come ha evidenziato Michele Vigne di Confedilizia. Troppo lenti, per il momento, i collegamenti via Internet. 

A trattare il tema sono giunti due professionisti del settore: Paolo Sebben, Managing Partner di “effectas”, e l’austriaco Helmut Senfter, CEO della Hella Automization. Paolo Sebben è uno dei 500 talenti bellunesi, iscritti alla piattaforma Bellunoradici.net, alla quale, ha affermato il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona, la comunità bellunese può guardare con orgoglio e può ricorrere per l’elevata professionalità. Sebben ha esordito proprio riferendosi a Bellunoradici.net, affermando che grazie alla sua esistenza ha ritrovato le proprie radici; egli non ha nascosto quanto sia stato difficile, per un giovane nato e cresciuto in Svizzera, avere origini italiane. Oggigiorno l’atteggiamento nei confronti degli italiani ed avere “doppie radici” rappresenta, invece, un vantaggio. Paolo Sebben, pur essendo ingegnere meccanico, da vent’anni è impegnato nel settore delle telecomunicazioni, lavorando per importanti società. L’idea della “città intelligente”, della “Smart City”, appunto, in realtà è partita una quindicina d’anni fa da Milano; la capitale lombarda ha ispirato la diffusione della fibra ottica, che ora copre tutte le città ed anche molti piccoli paesi della Confederazione Elvetica; dopo città come Berna, Zurigo e Basilea, anche Winterthur, buona ultima, può considerarsi città intelligente. Si tratta di un processo irreversibile, afferma Sebben; non è possibile fermare i cambiamenti; si pensi alla trasformazione industriale provocata dalla macchina a vapore, nonostante le resistenze da parte di qualcuno; oppure si guardi alla trasformazione digitale del nostro secolo. Come, allora, diventare una “Smart City”? Non è molto semplice, in effetti. L’individuo è “smart”, grazie ai suoi sensi ed al sistema nervoso che li elabora. La società, invece, si deve liberare dei compartimenti stagni che non interagiscono. Ma cosa significa essere una “città intelligente”? Vuol dire essere più efficiente, aumentare la produttività, essere ecologica, quindi meno inquinante e, non ultimo, aumentare il benessere della gente. La fibra ottica e la banda larga si sono sviluppate in maniera diversificata: la Svizzera è a buon punto, la Germania lo è solo a livello locale; a sorprendere, invece, vi è la Slovenia, che ha già superato tutti. L’Italia dipende ancora troppo da altri Paesi in fatto di energia, e spende ancora troppo per approvvigionarsi. E’ importante creare una rete italiana, per non consentire a nessuno di controllare il nostro “sistema nervoso”. Perché, allora, non prendere esempio dalla città finlandese Ostrobothnia o dalla tedesca Oberhausen, dove i cittadini stessi sono proprietari della rete, sono essi stessi dei “service provider”. 

Il settore è in fermento. Lo dimostra l’evoluzione e la trasformazione subita dall’austriaca Hella Automization, multinazionale hitech austriaca, di cui ha parlato Helmut Senfter. La società, creata nel 1950 per operare nel settore dell’automazione - ha per esempio costruito un robot per rendere autonome le persone disabili - dal 2004 si occupa di “Smart Home”. E la “casa intelligente” è collegata in rete, è indipendente, confortevole, efficiente, rispetta l’ambiente e riduce l’anidride carbonica. Le case create da Hella sono altamente tecnologiche: luce, riscaldamento, influssi esterni, controllo della temperatura, ecc. vengono regolate automaticamente. Ed allora Helmut Senfter lancia la sua sfida: perché Svizzera, Alto Adige e Belluno non si mettono in rete? Le caratteristiche dei loro territori sono simili; solo mettendosi in rete, queste piccole regioni possono sopravvivere. Ma per fare questo, afferma Michele Vigne, ci vuole prima “l’amministrazione intelligente”. (Inform)

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