Per il reindirizzamento cliccate link to example

mercoledì 13 marzo 2013

Gianni Farina: “Particolarismo e personalismo indeboliscono il Pd”


PARTITI
Intervista del quotidiano svizzero Zuercher Oberlaender al deputato del Partito democratico eletto in Europa

Gianni Farina: “Particolarismo e personalismo indeboliscono il Pd”

ZURIGO - In Europa il Partito democratico ha perso 50 mila voti. Una riflessione sul voto e sulla formazione del governo. Intervista del quotidiano svizzero Zuercher Oberlaender con il parlamentare del Pd, Gianni Farina, rieletto alla Camera dei deputati con oltre 22 mila preferenze nella ripartizione Europa. 

Le elezioni non sono andate come pensava il Partito democratico: Bersani ha vinto alla Camera ma non al Senato. Si aspettava questo esito? 

Per il Partito democratico, no. Nell’insieme, sì. Non occorreva forte intuito per vedere l’avanzata di Grillo e del suo Movimento Cinque Stelle. Le piazze d’Italia piene di una umanità variegata: giovani, operai e disoccupati, mondo della cultura, tutti uniti per dire «basta» all’immoralità, alla corruzione, ai costi eccessivi della politica. E per finire, lo straordinario spettacolo di folla di Piazza san Giovanni alla vigilia del voto. Il recupero di Silvio Berlusconi era, per me, largamente previsto, anche se si sta esagerando sulla sua reale consistenza. Come il flop di Monti, appena oltre il 10%, dopo aver cannibalizzato i compagni di strada Fini e Casini. Il Partito democratico, penalizzato dalla polverizzazione del voto a sinistra – Ingroia e altri – incassa un voto al di sotto delle aspetta­tive, senza, tuttavia, dimenticare che è il partito più forte, sul piano popolare, sia alla Camera che al Senato. La discordante consistenza parlamentare del Partito democratico nelle due camere dipende, unicamente, dall’applicazione di due diversi sistemi elettorali maggioritari. 

All’estero la vittoria del Pd è stata netta, sia alla Camera che al Senato. In Europa però ha perso un seggio alla Camera dei Deputati. Come mai? 

Netta nel mondo, con la conquista di cinque deputati e quattro senatori, un parlamentare in più del 2008. Deludente in Europa. Non tanto per la mancata elezione del terzo deputato, cosa largamente scontata, dopo la diminuzione di un seggio camerale nel collegio europeo, quanto per la perdita di cinquantatremila voti popolari, oltre il dieci per cento del nostro consenso nel 2008. Una perdita generalizzata, in Svizzera come in Germania e altrove, a beneficio della lista Monti, diversamente dall’Italia, e del Movimento Cinque Stelle a cui vanno, rispettivamente, un senatore e un deputato al primo e un deputato al secondo. Manca, oramai da tempo, una struttura organizzata di popolo che sappia analizzare i profondi cambiamenti sociali in atto in Europa, conseguenza del pur accidentato processo unitario europeo in atto. Il Partito democratico, o quel che resta delle grandi organizzazioni del passato e salvo qualche eccezione, è nato solo sulla carta ed è profondamente diviso, affidato al controllo di capi corrente locali, in assenza di una reale vita democratica. Tutto ciò ha creato problemi e contrasti, oltre la normale dialettica, nella formazione delle liste alla Camera e al Senato. Ha prevalso il particolarismo, la ricerca persino sfrenata alla preferenza personale e l’alleanza a sostegno dei rispettivi candidati tra i presunti poteri forti (associazionismo e rappresentanze sociali) dell’emigrazione organizzata. Per quanto mi riguarda, ho partecipato, invitato e con qualche difficoltà, all’unica manifestazione di partito a Zurigo, nel corso di tutta la campagna elettorale. Nonostante tutto, un grande successo personale; e ciò la dice lunga sulla capacità di ognuno di parlare ai cuori del popolo emigrato. 

Il governo prospettato da Pier Luigi Bersani appare di difficile realizzazione. Cosa ne pensa? 

Più che difficile, la situazione politica appare drammatica. La prospettiva ideata da Bersani è l’unica che può rispondere alle aspettative dei cittadini emerse nelle recenti elezioni politiche. 

Provvedimenti immediati per rilanciare l’economia e l’occupazione, con particolare attenzione ai giovani. Il lavoro, quindi, e la necessità di profonde riforme delle istituzioni repubblicane sul piano parlamentare, regionale e provinciale con i conseguenti tagli dei costi della politica; l’attenzione alla questione morale, ai temi della corruzione diffusa e della criminalità. Escluse alleanze con la destra berlusconiana, immorale e in taluni aspetti (l’attacco ai poteri autonomi dello Stato) antidemo­cratica, rimane unicamente la possibilità di un accordo programmatico con il Movimento Cinque Stelle su punti fondamentali e in parte comuni. Speriamo prevalga la saggezza e la lungimiranza di ognuno. Oltre, sta al Presidente della Repubblica indicare una via alternativa: governo del presidente con un’alta personalità politica su cui chiedere la fiducia delle camere o altro ancora di cui non vedo i contorni. 

Si tornerà al voto? 

Questo sì, sarebbe una tragedia. Un ritorno al voto dopo pochi mesi, nel contesto di una situazione economica e sociale esplosiva. L’incapacità della classe politica di rispondere alle aspettative dei cittadini e di essere all’altezza del consenso ottenuto. Il marasma foriero di avventure i cui sbocchi mi appaiono pericolosi e indefiniti per la stessa democrazia repubblicana. Un fallimento senza appello che vorrei risparmiare al nostro popolo, e a noi tutti. (Zuercher Oberlaender del 13 marzo 2013) 

Inform

Nessun commento:

Posta un commento