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giovedì 7 marzo 2013

Napolitano: "Farò quello che debbo fino all'ultimo giorno del mio mandato"


QUIRINALE
Il capo dello Stato alla cerimonia in ricordo di Rita Levi Montalcini

Napolitano: "Farò quello che debbo fino all'ultimo giorno del mio mandato"

ROMA - "Farò quello che debbo fino all'ultimo giorno del mio mandato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo all'Accademia dei Lincei alla cerimonia in ricordo di Rita Levi Montalcini. Nel riprendere alcune espressioni dell'ex presidente della Consulta, Giovanni Conso, che lo aveva salutato come un 'faro' in questi mesi difficili per il Paese, Napolitano ha detto: "Sia un faro o una luce assolutamente normale, umana, quella che il capo dello Stato deve sprigionare, certe volte - faro o luce - si fa fatica nella nebbia. Cercherò di fare del mio meglio". 

Sempre in riferimento alle affermazioni del prof. Conso, il capo dello Stato Napolitano ha tenuto a sottolineare come la conclusione alla scadenza dei sette anni del suo mandato di presidente "corrisponda pienamente alla concezione che i nostri padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica nel nostro ordinamento", e corrisponda anche "alle leggi della continuità delle nostre istituzioni e alle leggi del succedersi delle generazioni nella vita". 

Napolitano ha iniziato il suo intervento rendendo "omaggio alla straordinaria personalità civile e istituzionale di Rita Levi Montalcini. Come sappiamo - ha sottolineato - ella fu vittima delle leggi razziali del fascismo, ma diventò di conseguenza esempio straordinario di una irriducibile volontà e capacità di resistenza e di risposta alla portata distruttiva che quelle leggi potevano avere anche nei confronti della ricerca scientifica e, quindi, della sua attività di scienziata. Poterono apparire insormontabili gli ostacoli che quelle leggi barbariche ponevano all'esercizio della sua vocazione e missione di ricercatrice e di scienziata, ma quegli ostacoli seppe superare con uno sforzo individuale veramente eccezionale. Dimostrò, nello stesso tempo, il suo attaccamento ai valori della libertà - della libertà della scienza ma non solo della libertà della scienza - e la sua profonda fede democratica che poi ha testimoniato anche con il contributo dato in anni relativamente recenti - per più di dieci anni, al Senato della Repubblica - ad una delle istituzioni rappresentative della nostra Repubblica per la nomina di senatrice a vita da parte del presidente Carlo Azeglio Ciampi. L'abbiamo vista all'opera ripetutamente e, anche quando le è arrivato - l'ha appena toccata - qualche schizzo ingiurioso della polemica politica, ella ha mostrato di non esserne in alcun modo ferita o impedita, e ha seguito, con grande serenità e con la grazia che la distingueva ma anche con la ferrea fermezza che la caratterizzava, la sua strada, onorato il suo impegno di senatrice a vita. Anche per questo - ha concluso Napolitano - desidero renderle profondo omaggio a nome delle istituzioni repubblicane". (Inform)

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