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lunedì 22 aprile 2013

Ital e Uil: cittadinanza prossima a Milano


PATRONATI E SINDACATI
Ital e Uil: cittadinanza prossima a Milano

MILANO - Organizzato da Pier Luigi Paolini, segretario della Uil Milano e Lombardia, si è tenuto nel capoluogo lombardo il 19 aprile, sulla cittadinanza italiana ai nati, residenti e scolarizzati in Italia un dibattito caratterizzato da una serenità, ricchezza e incisività delle argomentazioni. Il tutto grazie alle capacità espressive dei partecipanti che sono stati guidati dal segretario della Uil meneghina e regionale, Giuseppe Doria, con un ricordo iniziale al nostro paese che “offre al resto del mondo i proprio lavoratori e per questo sa cosa fare su quanto gli immigrati chiedono allo Stato”. 

La relazione introduttiva affidata al vice presidente dell’Ital Alberto Sera, ha ripercorso le motivazioni dell’iniziativa del patronato auspicando che, anche un Parlamento il cui futuro è incerto possa anche, con alcuni parlamentari di origine extracomunitaria diventati cittadini italiani firmatari di una delle prime proposte di legge in materia, regalarci e non concederci una riforma del diritto di cittadinanza. 

Il vice prefetto vicario di Milano Vittorio Zappalorto ha messo in guardia l’uditorio dicendo: “E’ un tema delicato, ad alto tasso di politicizzazione, un tema che porta divisioni. E si è poi espresso così sul procedimento per l’ottenimento della cittadinanza: “Non va bene, non è adeguato, non abbiamo le forze e le possibilità per come è stato strutturato”. 

Felicitè Ngo Tonye, sindacalista del commercio, ha sostenuto che “la cittadinanza italiana deve essere consapevole e che le seconde generazioni saranno decisive per la nostra società”. 

Il dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Milano, Giuseppe De Angelis ha fatto uno stringente ragionamento che possiamo riassumere in questo appello: “Adeguare la legislazione per gli immigrati. Monitorare la sostenibilità del welfare degli immigrati. Potenziare gli spazi degli uffici della Questura”. 

Molto diretto, concreto ed aperto è risultato l’assessore al Sociale del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino che ha lanciato le sue proposte: “Chi nasce qui è italiano, punto. Rafforzare la connessione tra le varie istituzioni. Costruire unità di luogo. Dequesturalizzare il processo di integrazione. Dopo il 18° anno di età informare bene i giovani per evitargli un limbo indegno”. 

Efficace è stata anche la testimonianza del delegato sindacale degli edili della Uil ,il croato Kristijan Hodak - “Mi sento straniero e voglio rimanere straniero – non mi sento di valere meno non essendo cittadino italiano”. 

Silvano Sangalli ha raccontato la passione nel suo lavoro che porta l’Ital ad accettare nuove sfide di lavoro. “Siamo pronti a cambiare pelle quando c’è bisogno di cambiare pelle” ha detto il coordinatore regionale del Patronato. 

Gabriele Di Mascio della Uim ha aperto molte finestre nella conoscenza dei comportamenti dei maggiori Stati Europei sul diritto di cittadinanza proponendo anche alcune proiezioni dell’Ismu che vedono tra l’altro, nel caso di un passaggio da 10 a 5 anni il requisito della residenza per ottenere la cittadinanza, un incremento di soli 30.000 nuovi cittadini l’anno. 

Giuseppe Casucci, responsabile Politiche Migratorie Uil, ha richiamato la ponderatezza con cui va fatta la scelta della cittadinanza e la necessita di un permesso di soggiorno più fruibile. (Inform)

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