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venerdì 31 maggio 2013

Giuliano Amato e l’Europa, Federico Rampini e l’America

FESTIVAL DELL’ECONOMIA
Giuliano Amato e l’Europa, Federico Rampini e l’America

TRENTO - Se non si cambia la politica europea impostata fino ad oggi, il futuro che ci aspetta sarà quello che ha tratteggiato Giuliano Amato, uno dei "Testimoni del Tempo" ieri al Festival dell'Economia di Trento: "Un mercato in parte comune, nel quale però saranno cresciute le tensioni fra gli Stati membri e le ostilità reciproche, dove ciascuno tenderà a chiudersi. Vi saranno società sempre più vecchie, sempre più costose e meno capaci di produrre Pil". Ad introdurre il due volte presidente del Consiglio, Innocenzo Cipolletta, che ha ricordato uno degli ultimi libri di Amato, scritto a quattro mani con Andrea Graziosi, "Grandi Illusioni. Ragionando di storia d'Italia", dedicato al miracolo economico italiano e alle aspettative deluse del Ventunesimo secolo.

Inaugurato ieri stasera al teatro Sociale il format "L'Economia in scena", con il recital di Federico Rampini "Occidente Estremo: vi racconto il nostro futuro". Il giornalista e scrittore, inviato di Repubblica negli Stati Uniti, ha proposto a Trento una originale performance mescolando i linguaggi del teatro, della musica e del giornalismo. Al centro dello spettacolo la crisi globale, che è soprattutto, per Rampini, la crisi dell'Occidente. Per la regia di Antonio Pretis - sul palco anche Gianna Fratta al pianoforte, Dino De Palma al violino e violino cinese e Veronica Granatiero al canto - Rampini ha raccontato la decadenza e la rinascita dell'America, l'ascesa irresistibile, ma non esente da tensioni, della Cina, e il futuro possibile dell'Europa, oltre la morsa della crisi. Se saprà riscattarsi sul piano dei valori, se saprà rigenerarsi, se saprà anche difendere quanto di buono ha realizzato nella sua storia. (Inform)

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