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giovedì 30 maggio 2013

L’incontro “Due modelli di integrazione europea nell’istruzione e nella promozione culturale: le scuole europee e la rete EUNIC”


FORUM PA

Dalla direzione generale del Mae per la Promozione del Sistema Paese  

L’incontro “Due modelli di integrazione europea nell’istruzione e nella promozione culturale: le scuole europee e la rete EUNIC”

I dati e le indicazioni sul lavoro svolto e sulle iniziative in corso del coordinatore per i Programmi Culturali Europei Luca Fratini

 






ROMA – Nell’ambito del Forum per la Pubblica Amministrazione la direzione generale del Mae per la Promozione del Sistema Paese ha organizzato un incontro per far conoscere i passi avanti compiuti in questi ultimi anni, per quanto riguarda l’integrazione culturale in Europa, da parte di strutture che non appartengono all’Ue ma agiscono in maniera complementare e parallela all’Unione Europea. Siamo parlando delle scuole europee (http://www.eursc.org/ ) e della rete European Union National Institutes for Culture (EUNIC - www.eunic-online.eu ).



Queste due realtà sono state illustrate dal rappresentate del Mae Luca Fratini, coordinatore per i Programmi Culturali Europei e Capo della Delegazione Italiana presso il Consiglio Superiore delle Scuole Euro, che ha ricordato come la prima scuola europea sia nata nel 1953 a Lussemburgo con lo scopo di far studiare i figli dei funzionari delle nascenti istituzioni europee e quindi garantire il plurilinguismo, la multiculturalità e la possibilità di integrazione fra i ragazzi delle varie nazioni europee. “Oggi – ha affermato Fratini - queste scuole sono diventate 14 e sono presenti in sette paesi. Tutto questo è regolato da una convenzione internazionale del 1994 che l’Italia ha ratificato nel 1996 e che quindi costituisce al momento la fonte normativa principale che regola le scuole europee”. Fratini ha segnalato come in Italia sia presente una scuola europea a Varese, con 1.732 alunni, ed un istituto accreditato presso il sistema delle scuole europee a Parma. Una scuola, quest’ultima, non internazionale ma gestita al 100% dal Miur.



Fratini si è anche soffermato sull’entità del corpo studentesco delle scuole europee che ad oggi possono contare su circa 24.000 studenti, fra cui si annoverano almeno 2.300 italiani. In questo ambito l’Italia è il terzo paese per numero di iscritti. Fratini ha inoltre precisato come queste scuole, dove lo studente può scegliere fra l’insegnamento di tutte le lingue dei paesi membri, siano presenti 1.525 docenti distaccati, l’Italia per l’anno scolastico in corso ne ha inviati 104, a cui vanno aggiunti 500 docenti a contratto. Dopo aver ricordato che a queste scuole accedono i figli dei funzionari europei, coloro che possono contare su una convenzione da parte di una istituzione come ad esempio la Nato e semplici studenti paganti purché vi siano posti liberi, Fratini ha spiegato come a tutt’oggi il sistema delle scuole europee sia governato da un Consiglio Superiore. Un organo collegiale, affiancato dai Comitati che si occupano di pedagogia e bilancio, che è formato dai capi delegazione di ciascun stato membro e dai rappresentanti della Commissione Europea e dell’Ufficio europeo brevetti di Monaco. Da ricordare anche l’operato dell’ufficio del Segretario Generale che gestisce la situazione quando il Consiglio Superiore non è riunito. Fratini ha poi segnalato sia l’ottimo lavoro svolto per la reintroduzione dell’italiano come lingua di interpretariato nelle riunioni del Consiglio Superiore e per la creazione di un sistema più accurato di selezione dei candidati ai posti di direttore e vice direttore. Ricordati inoltre gli sforzi che si stanno compiendo per favorire l’accesso alle scuole europee a Bruxelles dei tanti italiani presenti nella città che non rientrano nelle categorie convenzionate e per inviare docenti italiani in sezioni diverse da quelle in italiano.



Per quanto invece concerne l’European Union National Institutes for Culture Fratini ha posto in evidenza come questa associazione, che raccoglie tutti principali istituti di promozione culturale esistenti in Europa, sia composta da 29 membri provenienti da 24 Paesi e si prefigga, anche attraverso lo scambio di buone pratiche e delle idee, di promuovere nel mondo progetti comuni in campo culturale. Una rete di condivisione, l’ EUNIC, a cui l’Italia aderisce con il Mae e la Dante Alighieri. Per quanto riguarda il funzionamento della struttura Fratini ha sottolineato come il cuore dell’associazione, che ha un suo Comitato di Presidenza, sia il gruppo strategico che elabora i documenti e le strategie per il futuro. Indicazioni che poi vengono esaminate dall’Assemblea generale. Vi sono poi i cluster, sezioni della rete operanti in vari paesi, dove l’Italia è presente in ben 68 strutture. “EUNIC – ha precisato Fratini - si può occupare dello sviluppo della dimensione culturale dell’Unione Europea e della promozione del multilinguismo. L’associazione ha recentemente contribuito alla definizione di un documento sulla cultura europea in Cina che è stata sottoposta anche ai ministri della Cultura. Vi è inoltre molta attenzione per le aree del Medio Oriente e del Nord Africa”.(G.M.-Inform)

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