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giovedì 30 maggio 2013

L’Unità di crisi della Farnesina fa il punto, Siria e Nigeria le aree più pericolose

FORUM PA
L’Unità di crisi della Farnesina fa il punto, Siria e Nigeria le aree più pericolose

ROMA - Dal "buco nero" della Siria al Nord della Nigeria, dalla regione del Sahel al Nord del Mali, fino alla Mauritania. Sono queste secondo gli esperti dell'Unità di crisi della Farnesina le zone in questo momento più pericolose al mondo. In cima alla 'black list' dei Paesi - circa una cinquantina - costantemente monitorati dal ministero degli Esteri, spicca il continente africano. E’ quanto ha sottolineato Edoardo Pucci, vicario dell'Unità di crisi, che ieri mattina, nell'ambito del Forum della Pubblica Amministrazione che si conclude oggi al Palazzo dei Congressi di Roma, ha presentato le attività svolte dal team che dalla sala operativa della Farnesina controlla 24 ore su 24, l'evoluzione di quanto accade in giro per il mondo.

Un’attività che è andata intensificandosi negli ultimi 18 mesi, e che riguarda principalmente interventi nei casi di sequestri e liberazioni, pirateria, calamità naturali, assistenza ai connazionali che si trovano all'estero e difesa degli interessi nazionali. "Trentasette casi su 39 si sono conclusi positivamente nel solo 2012", ha ricordato Pucci, sottolineando come "nessun Paese europeo ha ottenuto un simile risultato". L'ultimo caso, in ordine cronologico, è quello dell'evacuazione della funzionaria italiana dell'Oim, Barbara De Anna, gravemente ferita negli attacchi sferrati venerdì scorso dai talebani nel centro di Kabul, in Afghanistan, e trasportata in Germania. Più interventi che prevenzione, dunque, da parte dell'Unità di crisi, almeno nell'ultimo anno e mezzo.



Chi per lavoro o anche soltanto per motivi personali decide di visitare alcuni dei Paesi considerati a rischio può e dovrebbe consultare i due siti del ministero degli Esteri: www.viaggiaresicuri.it e www.dovesiamonelmondo.it. "'Informatevi e informateci'', ha rimarcato Pucci, che parla "di responsabilità condivisa" tra istituzioni e cittadini: "Chi decide di partire nonostante gli avvertimenti del ministero, quanto meno dovrebbe dirlo". Non bisogna dimenticare, è il suo avvertimento, che ogni volta che qualcuno decide di andare in una zona a rischio, non è soltanto la sua vita a essere in pericolo, ma anche quella di tutte le persone che dovranno intervenire per portarlo in salvo. (Inform)

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