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giovedì 30 maggio 2013

Napolitano: “Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”


QUIRINALE

Napolitano: “Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”

“La disoccupazione giovanile è un problema che sentiamo molto acutamente e drammaticamente”. Giovani italiani che emigrano all’estero: “Una perdita secca per l’Italia, creare le condizioni perché trovino lavoro qui o perché possano tornare”

 



ROMA -”Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato da Clemente Mimun, direttore del Tg5, per poi ricordare che: “quel primo articolo ebbe grande significato, si discusse moltissimo in Assemblea Costituente, e si scelse questa dizione anziché l’altra ‘una Repubblica dei lavoratori’. ‘Fondata sul lavoro’ è qualcosa di più, significa che c’è un principio regolatore a cui si devono uniformare tutti gli attori sociali e tutte le rappresentanze politiche”.



Il Capo dello Stato ha quindi fatto presente che “rispetto ad allora, quello della disoccupazione giovanile non è un problema puramente italiano. Il più importante settimanale internazionale di economia, The Economist, è uscito con una copertina e un editoriale il cui titolo è ‘Una generazione senza lavoro’ : si parla di 26 milioni di giovani solo nei paesi del mondo cosiddetto ricco che non sono più nel processo formativo, non stanno facendo addestramento e non hanno lavoro; nell’insieme, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha fatto la cifra di 75 milioni di giovani disoccupati, qualcosa di simile alla popolazione di un grande paese. La verità - ha sottolineato il Presidente Napolitano - è che sono cambiate le tecnologie, sono cambiati i termini della competizione, si è colto molto in ritardo il rischio di un dilagare della disoccupazione giovanile sia in Occidente sia anche nei paesi emergenti o in una parte di essi, e in Italia questo problema lo sentiamo molto acutamente e drammaticamente”.



Quanto a cosa si può fare per restituire fiducia ai giovani che si sentono trascurati da una politica che avvertono come lontana e indifferente, il Presidente Napolitano ha rilevato: “Si deve innanzitutto garantire la massima attenzione da parte delle Istituzioni - Governo, Parlamento e anche Regioni ed Enti locali - per la condizione dei giovani che rischia davvero di essere molto critica : ci si sente privi di prospettive, e si deve reagire anche a questo stato d’animo, a questa deriva psicologica. Certamente non bastano le assicurazioni, ma intanto credo che già solo il mettere l’accento sul problema serva, e poi occorrono decisioni, scelte concrete come quelle di cui proprio in questo momento si sta parlando in Italia e in Europa”.



Relativamente alla sfiducia riscontrata tra i ragazzi che lamentano che in Italia le raccomandazioni continuano a contare molto più del merito, il Capo dello Stato ha sottolineato che questo “è un aspetto grave e deteriore, però il problema della disoccupazione giovanile ha delle dimensioni tali che non è scalfito se non in misura irrilevante dall’assunzione per raccomandazione. Anche se questa pratica continua, ed è da combattere e da sradicare, ormai è soltanto un piccolo tassello del problema. La verità è che ci sono milioni e milioni di giovani che, né con la raccomandazione, né senza raccomandazione, riescono a trovare lavoro”.



Alla domanda sulla preoccupazione che tanti giovani laureati, specializzati, cerchino fortuna altrove, il Presidente Napolitano ha risposto: “Credo si tratti di una reazione naturale alle difficoltà che si incontrano in Italia, e penso, in modo particolare, a giovani che coltivano campi di ricerca anche dopo la laurea e non hanno possibilità di sbocco qualificato. Naturalmente - ha aggiunto il Capo dello Stato - è una libera scelta quella di cercare all’estero opportunità di lavoro che spesso si trovano davvero in misura maggiore e in modo più semplice che in Italia. La questione è creare le condizioni perché possano tornare, e in questo senso varie norme di legge già sono state approvate: una in particolare per iniziativa di due parlamentari (allora erano semplici parlamentari) degli opposti schieramenti, l’onorevole Enrico Letta, attualmente Presidente del Consiglio, e l’onorevole Maurizio Lupi, attualmente Ministro del governo Letta”.



Per il Capo dello Stato, continuare a disperdere queste energie giovani, è “una perdita secca per l’Italia, anche perché l’Italia si accolla il costo della formazione di questi giovani fino alla laurea e poi deve deprivarsi di queste fondamentali energie. Quindi è importante creare le condizioni perché trovino lavoro qui, o perché possano tornare qui occupandosi in modo adeguato. Non si tratta di mettere dei divieti, non si tratta di resistere nemmeno a quella che può essere una normale circolazione dei giovani fuori del nostro paese - soprattutto se ha carattere temporaneo - al fare un’esperienza, a qualificarsi ulteriormente all’estero: questo è assolutamente fisiologico. Abbandonare per sempre il paese e non vedere la possibilità di tornare in Italia, questo è il fatto patologico”.



Sulle misure che varerà il governo relative all’occupazione giovanile e, in particolare, sulla cosiddetta “staffetta generazionale”, il Presidente Napolitano ha detto: “Questo è un tema a cui si sta lavorando con la dovuta attenzione, senza precipitare decisioni che non abbiano un solido fondamento. E’ comunque da seguire con grande serietà l’esperienza che si sta facendo in Francia, dove anche il Presidente Hollande ne ha parlato di recente: si dà rilievo ai cosiddetti “contratti di generazione”, il passaggio del testimone da un anziano a un giovane nei luoghi di lavoro. Vedremo se ci sono le condizioni per fare qualcosa di simile anche in Italia, lo vedrà il governo”.(Inform)

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