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giovedì 30 maggio 2013

Il presidente dell’Associazione Ong italiane sulle celebrazioni del 50° anniversario dell’Organizzazione dell’Unità Africana

ONG ITALIANE
Il presidente dell’Associazione Ong italiane sulle celebrazioni del 50° anniversario dell’Organizzazione dell’Unità Africana

Pur apprezzando il nuovo atteggiamento espresso dal nostro Paese, Gianfranco Cattai richiama la necessità di guardare e coinvolgere anche la società civile africana


ROMA – Il presidente dell’Associazione Ong italiane, Gianfranco Cattai, esprime soddisfazione per le celebrazioni svolte ieri alla Farnesina del 50° anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del ministro degli Esteri, Emma Bonino (vedi Inform di ieri: http://www.comunicazioneinform.blogspot.it/2013/05/celebrata-alla-farnesina-la-giornata.html).

Cattai apprezza in particolare il “nuovo atteggiamento con cui l’Italia riconosce pari dignità all’Africa”, espresso dalle parole del ministro Bonino, che ha segnalato come esso sia oggi un continente “giovane e pieno di opportunità, da cui l’Italia ha anche da imparare”. “Se l’Africa è radicalmente cambiata – ha aggiunto il ministro - deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa”.

“Sono pienamente d’accordo con l’affermazione del ministro. La complessità della situazione geopolitica di diverse aree del continente non ci deve far sottovalutare il fatto che il 60% della popolazione è costituita di giovani sotto i 25 anni – ha segnalato Cattai, - con tante aspettative ed enormi potenzialità e dinamismo”.



Il presidente dell’Associazione Ong richiama però l’importanza della società civile africana, da lui definita la “grande assente” delle celebrazioni. “Noi siamo convinti che lo sviluppo, in termini moderni, di un tessuto sociale organizzato sia un passaggio essenziale per trasformare gli attuali vantaggi della crescita economica in stabilità sociale e affermazione della democrazia. I governi da soli non possono farcela – conclude Cattai,- occorre che ci sia spazio e supporto perché le società si organizzino, trovino risposte endogene ai problemi sociali e al bisogno di equa condivisione di quella crescita esponenziale dei Pil che oggi ancora esclude una fetta troppo larga di popolazione”. (Inform)

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