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lunedì 25 marzo 2013

Il senatore del Pd Francesco Giacobbe parla delle priorità del suo mandato, del rinnovo dei Comites e del voto all’estero


ITALIANI ALL’ESTERO
Il senatore del Pd Francesco Giacobbe parla delle priorità del suo mandato, del rinnovo dei Comites e del voto all’estero

“Mettere a disposizione della ripresa economica dell’Italia la grande risorsa degli italiani all’estero”

ROMA – Il senatore del Pd Francesco Giacobbe, eletto nella ripartizione Asia-Africa-Oceania-Antartide, è uno dei volti nuovi della circoscrizione Estero che si sono affermati nelle ultime consultazioni elettorali. Neo deputati e senatori che, se il nostro paese non tornerà già dai prossimi mesi alle urne, avranno per 5 anni il compito di rappresentare nelle aule parlamentari gli interessi degli italiani nel mondo, Nato a Catania nel 1958, Giacobbe è emigrato in Australia alla fine del 1982. Dal suo arrivo nel contesto australiano, dove ha conseguito la laurea in Economia e Commercio e un master, Giacobbe è stato attivo nell’ambito dell’associazionismo italiano e delle organizzazioni dei pensionati. Per cercare di comprendere meglio il suo pensiero abbiamo rivolto al neo senatore alcune domande sulle priorità del suo mandato e su alcuni aspetti ancora irrisolti delle politiche per gli italiani all’estero. 

Lei è stato eletto al Senato nella Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, come pensa di rappresentare in Parlamento le istanze dei tanti italiani che le hanno dato fiducia? 

Innanzitutto cercando di portare avanti tutta una serie di tematiche che stanno a cuore delle comunità italiane che vivono in Australia e nell’intera ripartizione. Mi occuperò in particolare del problema della cittadinanza e delle questioni dell’insegnamento della lingua e della promozione della cultura italiana. Questi sono certamente fra gli aspetti più importanti che ci sono stati segnalati e che vengono affrontati tutti i giorni dalle nostre comunità. Credo però che non riusciremo a fare nulla per risolvere questi problemi se non vi sarà un governo stabile per l’Italia. Se avremo un esecutivo forte, capace cioè di governare, ovviamente potremo andare avanti e mettere in campo degli interventi che coinvolgano le nostre comunità all’estero e, allo stesso tempo, servano anche da stimolo per le questioni italiane. 

A suo giudizio quali sono le priorità da porre sul tappeto del complesso scenario della politica italiana? 

Da parlamentare italiano penso che le priorità siano la governabilità del paese e la ripresa economica. Da parlamentare italiano che vive all’estero penso che sia necessario far capire ai colleghi del Parlamento italiano che i nostri connazionali nel mondo non rappresentano un problema, ma una risorsa enorme anche per la soluzione dei problemi dell’economia italiana. Ad esempio la promozione dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero rappresenta un investimento che in futuro ritornerà in Italia moltiplicato per dieci . Quindi da un lato la stabilità e la ripresa dell’economia e dall’altro come poter mettere a disposizione di questa ripresa economica e dello sviluppo dell’Italia il grande patrimonio degli italiani all’estero. 

Nella scorsa legislatura alcune questioni di stretto interesse per gli italiani all’estero sono rimaste in sospeso. Una di queste è sicuramente il rinnovo dei Comites le cui elezioni sono state nuovamente rinviate. Cosa ci può dire in proposito? 

I Comites vanno sicuramente rinnovati attraverso nuove elezioni, però bisogna anche fare in modo che questi organismi rappresentativi abbiano i mezzi per poter lavorare. Occorre dunque capire se sia opportuna una rivisitazione o una riforma dei Comites che consenta soprattutto di attribuire a questi organismi adeguate risorse. Perché i Comites senza risorse non servono a nulla. 

Un altro aspetto irrisolto è sicuramente quello dei miglioramenti tecnici da apportare alla legge sul voto degli italiani all’estero. Quali sono le sue valutazioni su questo punto? 

Tutto nella vita può essere migliorato e quindi anche il sistema di voto dei nostri connazionali . La partecipazione delle persone alle competizioni elettorali in tutto il mondo e con i vari sistemi che si possono usare hanno purtroppo degli aspetti negativi e positivi. Per quanto riguarda il voto degli italiani all’estero in questo momento viene utilizzato, anche in Australia, lo strumento del voto per corrispondenza. Ovviamente ben vengano eventuali metodi volti a far sì che il voto per corrispondenza dia garanzie di democrazia, partecipazione ed onestà superiori a quelle che abbiamo oggi. Io sto studiando le proposte di riforma del voto all’estero che sono state portate avanti nella scorsa legislatura anche in commissione. Sto analizzando queste iniziative legislative per vedere come possano essere migliorate o integrate al fine di arrivare ad una proposta nuova. D’altronde penso che la questione del diritto al voto verrà discussa anche nell’ambito delle riforme costituzionali che il nuovo governo dovrà affrontare nel futuro, come ad esempio quelle relative alla rappresentatività e al numero dei deputati e dei senatori. In questa ottica penso che avremo ampio spazio per poter anche introdurre argomenti che permettano di migliorare l’esercizio del voto all’estero. (Goffredo Morgia-Inform)

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