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martedì 16 aprile 2013

Battuta d’arresto per l’export italiano


ASSOCAMERESTERO
Battuta d’arresto per l’export italiano

Segnalata nel mese di febbraio una riduzione del 3% delle esportazioni. Il segretario generale Esposito: “Iniziamo a scontare la congiuntura sfavorevole a livello internazionale”

ROMA – Assocamerestero segnala a febbraio una battuta d’arresto per l’export italiano sui mercati esteri (-3,0% rispetto a gennaio nei dati destagionalizzati), pur rilevando come questo dato congiunturale attesti performance migliori dei principali partner europei: le vendite di prodotti italiani segnano infatti un lieve incremento su febbraio 2012 (+0,2%), in controtendenza rispetto a Francia (-3,6%) e Germania (-0,3%). 

“In un contesto economico internazionale di forte rallentamento delle economie mondiali, non deve stupire questa pausa di riflessione dell’export italiano – afferma Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. “Ciononostante – rileva - su base annua si confermano buoni risultati che portano ad un saldo positivo della bilancia commerciale, in crescita di quasi cinque miliardi di euro nei primi due mesi del 2013, dato superiore addirittura a quello della Germania, in crescita di 3,2 miliardi di euro”. 

A livello settoriale, la meccanica, pur contribuendo per il 18,1% all’export italiano, registra a febbraio una flessione del 2,1% rispetto al 2012, mentre per quanto riguarda i principali mercati di riferimento, perdono terreno le vendite in Germania, nostro primo partner commerciale, con un calo che sfiora il 10%. 

“Iniziamo a scontare il fatto che i prodotti intermedi e i beni strumentali risentono di una congiuntura sfavorevole a livello internazionale, che porta i mercati esteri a ridurre gli investimenti in questa tipologia di beni. Non a caso, vendiamo menopezzi, visto che le quantità di prodotti venduti si riducono a febbraio del 4,8%, ma meglio, poiché i valori medi unitari risultano in crescita del 2,1% e i consumatori sono quindi disposti a spendere di più per acquistare made in Italy - conclude Esposito. (Inform)

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