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giovedì 18 aprile 2013

Editoriale de “Il Corriere di Tunisi”


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO

Editoriale  de “Il Corriere di Tunisi”

Nostri Problemi

 



TUNISI - La mancanza di prospettive chiaramente definite rende il nostro rapporto all'immediato futuro sempre più labile da ambo le parti di questo Mediterraneo. Le incertezze politiche influiscono sulla ripresa economica e aprono sempre maggiori spazi a settori informali che, specie in Tunisia ma non solo, invadono i mercati impoverendo chi opera nella legalità. Un'economia sommersa che sommerge l'economia legale?



In Tunisia, l'attendismo degli industriali non contribuisce alla ripresa del paese, ma come non attendere se ancora non sono state definite, specie per le imprese straniere, le condizioni nelle quali è possibile operare? La non progettualità chiara crea, in effetti, incertezze ed insicurezze tali da bloccare o almeno rallentare notevolmente il lavoro e gli investimenti degli operatori economici, siano essi nel settore pubblico che in quello privato.



L'attendismo pero' non è solo una specificità tunisina poiché in Italia la situazione politica è sempre più "sfumata" e continua a dividere gli elettori sulle scelte dei vertici dei loro partiti.



La fine del settennato de Presidente Napolitano in questo difficile e confuso clima politico crea ulteriori tensioni: il nome del suo successore Franco Marini è contestato anche da una parte degli elettori del PD che come SEL e M5S auspicano un reale cambiamento proponendo la candidatura di Stefano Rodotà. Se per Matteo Renzi, votare Marini(PD) significa "fare un dispetto al paese" o peggio consegnare il paese a Berlusconi, per il candidato al Colle al contrario vi è l'ottimistico augurio "che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi" mentre Senato e Camera sono riuniti per votare l'elezione del Presidente della Repubblica.



Il 12 aprile, come ultimo atto della presidenza di Napolitano, si riunivano le due commissioni di saggi da lui nominate, per proporre un'agenda di lavoro per il futuro governo. Tra le proposte la riforma elettorale, la riforma delle Camere( con riduzione dei senatori a 120 e dei deputati a 480), il superamento del bicameralismo perfetto, il finanziamento pubblico ai partiti, il conflitto d'interesse ecc. In questa riunione si è discusso anche del voto degli italiani all'estero e dell'inutilità di rappresentanti eletti per la circoscrizione estero mentre si ribadisce l'utilità del voto per corrispondenza in direzione dei collegi italiani.



Noi italiani che viviamo all'estero invece riteniamo che proprio il modo di votare all'estero sia contestabile e che in questo modo possano nascere possibili "inciuci" per utilizzare un termine molto in voga in Italia in questi ultimi mesi. Una seria discussione sulle modalità di voto degli italiani all'estero sarebbe in effetti auspicabile ma, dopo decenni di lotta per ottenere l'eleggibilità dei nostri candidati seppur in queste contestabili ripartizioni, ci sembra questa, un'ennesima forma di rimozione dell'emigrazione italiana, semplicemente inaccettabile. Come dice Marco Fedi, nostro deputato eletto, è " indispensabile aprire una fase di confronto tra le forze politiche e i gruppi parlamentari. Credo si debbano evidenziare gli elementi positivi legati alla rappresentanza diretta che consentono un legame forte con le realtà, in continua trasformazione, degli italiani nel mondo, arricchendo il dibattito politico italiano dell'esperienza dell'emigrazione italiana nel mondo."



In Tunisia, aspettiamo l'ultimo atto del processo al Preside della Facoltà della Manuba, accusato dai salafisti di aver schiaffeggiato una studentessa col velo integrale, mentre è di questi ultimi giorni la notizia che questi stessi gruppi hanno assalito una casa delle studentesse al Bardo... Le donne, in effetti, sono l'anello forte e nel contempo debolissimo della Tunisia post-rivoluzionaria e dai loro diritti si potrà leggere la futura democrazia del paese. (Il Corriere di Tunisi, n.117 ,15 marzo-15 aprile 2013/Inform)

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