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venerdì 26 aprile 2013

Marò, l’India sfida l’Italia. Indagini affidate all’anti-terrorismo


RASSEGNA STAMPA
Da “La Stampa.it” del 26.4.2013
Marò, l’India sfida l’Italia. Indagini affidate all’anti-terrorismo

La Corte Suprema: «Non tocca a noi decidere chi dovrà seguire il caso»

Nonostante le obiezioni mosse dall’Italia, la Corte Suprema dell’India ha disposto oggi di affidare alla Nia, la polizia antiterrorismo indiana, le indagini sul duplice omicidio di cui sono accusati i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. 

Il presidente del massimo organismo giudiziario indiano Altamas Kabir, a capo di una sezione di tre giudici, ha letto una breve ordinanza scritta in cui si dice che «non è responsabilità della Corte Suprema decidere quale tipo di agenzia di polizia utilizzare per le indagini». 

I giudici hanno quindi lasciato al governo la facoltà di usare l’organismo «più appropriato» e anche la scelta delle leggi da applicare. L’Italia aveva contestato duramente il ricorso a una legge sulla sicurezza marittima (Sua Act) che prevedeva sulla carta fino a una possibile pena di morte. 

La Corte ha poi detto che «il tribunale speciale» che dovrà giudicare i due marò «deve essere esclusivamente dedicato a quel caso» e «dovrà operare con ritmo quotidiano». Tali condizioni erano già state stabilite nella sentenza del 18 gennaio in cui si trasferiva la giurisdizione dallo stato del Kerala a New Delhi. Su richiesta dell’avvocato dei marò Mukul Rohatgi, il giudice Kabir ha aggiunto peraltro nella sua ordinanza che l’Italia ha la possibilità di presentare ricorso «nelle sedi appropriate» contro l’utilizzazione della Nia. È stato anche precisato che i due fucilieri rimangono in libertà su cauzione e che continueranno a risiedere nell’ambasciata d’Italia a New Delhi. (La Stampa.it del 26 aprile 2013)
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