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martedì 23 aprile 2013

“Nelle consultazioni e nella definizione del programma di governo rischia di esserci un convitato di pietra: la circoscrizione Estero”

ITALIANI ALL’ESTERO

I deputati del Pd eletti all’estero fanno riferimento al documento dei “saggi” in cui si prevede l’abolizione della circoscrizione Estero

“Nelle consultazioni e nella definizione del programma di governo rischia di esserci un convitato di pietra: la circoscrizione Estero”




ROMA - Le consultazioni che il presidente Napolitano ha prontamente avviato dovrebbero portare alla formazione del governo e, di conseguenza, alla piena ripresa dell’attività parlamentare. E’ l’attesa di tutti. Superare logiche di parte e pensare all’Italia e ai suoi gravi problemi: è questo il senso della fase che finalmente si è aperta. Nelle consultazioni e nella definizione del programma di governo, tuttavia - rilevano i deputati del Partito democratico eletti all’estero - rischia di esserci un convitato di pietra: la circoscrizione Estero.

I documenti che i “saggi” hanno predisposto, pur essendo semplici riferimenti di lavoro, hanno fatto sorgere un problema di cui non si avvertiva la necessità - spiegano Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca e Fabio Porta. - Riformare e mettere in sicurezza il voto per corrispondenza è certamente necessario e urgente. Lo abbiamo detto più volte e abbiamo proposto in tal senso disegni di legge e atti parlamentari mirati. In ogni caso, su questo si apra subito un confronto.

Abolire la circoscrizione Estero e lasciare la legge per corrispondenza, invece, è un non-senso giuridico, una forzatura costituzionale, una soluzione irrealizzabile dal punto di vista organizzativo, un atto di grave miopia politica. Avere un canale di partecipazione democratica e una rappresentanza diretta di milioni di cittadini che hanno incorporato anche altre esperienze politiche e istituzionali, rappresenta un contributo per uscire dal disorientamento civile che ci avvolge. Conservare un collegamento stretto, anche di natura istituzionale oltre che culturale, è il miglior aiuto per riposizionare attivamente l’Italia nel mondo.

Al presidente Napolitano - concludono i cinque deputati del Pd - non mancano la serenità ed il buonsenso per correggere un’indicazione sbagliata. Al presidente incaricato, vogliamo sperare, non mancherà la capacità di raccogliere tutte le forze necessarie per la ripresa del paese, in Italia e all’estero. (Inform)

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