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mercoledì 30 ottobre 2013

Eletti all’estero: tanto fumo e poco arrosto


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO

Editoriale di Marco Basti su “Tribuna Italiana”

Eletti all’estero: tanto fumo e poco arrosto

BUENOS AIRES - Nel marasma della vita politica e istituzionale italiana di questi giorni, l’argomento italiani all’estero non trova neanche il minimo spazio da parte dei media italiani, al di fuori delle proposte dei “saggi” che devono proporre i cambiamenti alla Costituzione, che prevedono di sopprimere la Circoscrizione Estero e cioè, far sparire nel corso di una eventuale modifica, la rappresentanza degli italiani all’estero. Il diritto di esercizio del voto continuerebbe ad essere riconosciuto a chi risiede oltreconfine ma soltanto per eleggere tra i candidati che si presenteranno in Italia ed eventualmente solo per la Camera, dato che il Senato, cambierebbe funzioni e rappresenterebbe solo le regioni.

Naturalmente ci sono due auspici. Il primo che le agognate riforme arrivino in porto, perché significherebbe che alla fine i partiti e partitini e fazioni e correnti e in genere i politici in Italia sono riusciti a mettersi d’accordo su qualcosa. Il secondo, che per quanto riguarda il voto degli italiani all’estero e la Circoscrizione Estero, se anch’esso fosse riformato, che abbia come obiettivo rendere il nostro voto e la nostra rappresentanza uno strumento efficace per risolvere i nostri problemi e fondamentalmente per far sì che le comunità italiane all’estero diventino effettivamente una risorsa utile per l’Italia e per i paesi di accoglienza. Una risorsa proclamata tale da governi, parlamento, congressi e conferenze, da ministri, ambasciatori e imprenditori, in Italia e all’estero (e naturalmente anche qui da noi) ma mai sfruttata.

Intanto però, continuiamo ad avere i nostri deputati e senatori persi anche loro nella confusione generale e sembrerebbe che l’unico modo che hanno per farsi notare sono i discorsi e i comunicati.

Il nostro deputato Ricardo Merlo, per parlare del più famoso e votato dei nostri rappresentanti (eletto tre volte e in ognuna di esse con un numero sempre maggiore di preferenze), continua a far crescere a rafforzare il movimento del quale è stato fondatore nel 2008, il MAIE. L’ultimo fine di settimana ha fatto il congresso del partito in Europa a Londra e se si guarda la pagina del movimento, si vedrà che il “fixture” di congressi e assise del MAIE si sviluppa lungo tutto l’anno e anche nell’anno venturo. Oltre a partecipare a tutti i congressi. l’on. Merlo è intervenuto qualche giorno fa con un appello a tutti i colleghi eletti all’estero e anche ad altri eletti in Italia, per costituire un gruppo in Parlamento, per gli italiani nel mondo. Dopo aver constatato che per i partiti tradizionali, “noi italiani all’estero siamo fuori agenda”, il deputato del MAIE sostiene che “oggi sarebbe importantissimo riuscire a fare un gruppo tutto nostro, composto da eletti all’estero e anche parlamentari italiani. In questo modo potremmo partecipare alle riforme costituzionali”, e anche – sottolinea - avere esponenti all’interno del comitato dei ‘saggi’… “Il MAIE oggi è un piccolo partito in Parlamento, ma se diventassimo un gruppo parlamentare avremmo un’altra forza. Invito tutti gli eletti all’estero a riflettere, perché così com’è non va”, constata. “Oggi quando c’è in Parlamento un dibattito importante, gli unici a parlare di italiani all’estero siamo noi del MAIE. E’ il momento di unirci, per partecipare e influire sulle riforme dobbiamo essere uniti, al di là dei partiti politici. Certo, per fare questo ci vuole coraggio”.

L’idea di lavorare insieme tra gli eletti all’estero è sempre stata all’ordine del giorno fin dal 2006, ma è sempre rimasta un sogno specialmente di chi guardava dall’estero l’insignificanza dell’opera dei parlamentari della Circoscrizione Estero.

Vicino all’on. Merlo si fa notare che, anche se fosse abolita la Circoscrizione Estero, il MAIE potrebbe presentarsi con successo in Italia. In quell’ottica si capiscono le linee del documento approvate nel congresso di Buenos Aires di fine agosto, nel quale si sosteneva che il movimento deve occuparsi della politica italiana a tutto campo, pur se conservando l’impegno a presentare le istanze degli italiani all’estero. A riprova di quanto sostengono nel MAIE, nelle elezioni provinciali che si sono tenute a Trento l’ultimo fine di settimana, è stato eletto consigliere provinciale Giacomo Bezzi, che fa parte del movimento dal 2009.

Quindi, pur se qualche mossa non è risultata secondo i suoi piani (per esempio quella di puntare sulla crescita delle forze di centro nelle ultime elezioni) non si può negare che come stratega politico, Ricardo Merlo sa guardare lontano. Da quando è entrato in corsa per rappresentare la collettività italiana, ha inanellato un successo dietro l’altro.

Tra le sue truppe c’è entusiasmo. Forse non si può dire lo stesso per quanto riguarda i suoi elettori. I quali pur se capiscono che un uomo solo in Parlamento difficilmente può ottenere qualcosa, e anche se si rendono conto che bisogna costruire un movimento, relazioni e potere, prima di vedere i risultati, non possono fare a meno di sentire che al di là degli annunci, dei congressi, dei comunicati, è poco quel che è cambiato per gli italiani all’estero e più specificamente per gli italiani in Argentina.

L’impressione è che non mancano parole e gesti, ma non si vedono risultati concreti per la gente. Che in definitiva è l’obiettivo di mandare nostri rappresentanti a Roma. (Marco Basti, Tribuna Italiana /Inform)

marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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