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giovedì 31 ottobre 2013

L’Unione europea superi le divisioni sul dossier Mediterraneo

CAMERA DEI DEPUTATI
Audizione del vice ministro Marta Dassù in Commissione Esteri

L’Unione europea superi le divisioni sul dossier Mediterraneo

ROMA - Il caos libico e la necessità di un “Piano Marshall” per il Paese nordafricano. Le falle, soprattutto in una regione complessa come il Mediterraneo, della politica estera dell’Unione Europea e la necessità, per l’Europa, di essere più unita e efficace. Sono questi i due punti principali affrontati dal vice ministro degli Esteri Marta Dassù il 29 ottobre nel corso di un’audizione alla commissione Affari Esteri della Camera sugli orientamenti della politica estera e di sicurezza dell’Ue.

Libia, un “Piano Marshall” per risollevarla dal caos

La Libia "è già Somalia" perché regna il "caos totale", è l’allarme lanciato da Marta Dassù a Montecitorio, dove il vice Ministro non ha nascosto come la situazione nel Paese sia "ingestibile" e il "buco nero di Misurata è la fonte dei principali problemi migratori" che devono affrontare l'Europa e l'Italia. Il Vice Ministro ha poi rimarcati il "nostro ruolo primario per cercare di mettere a posto le cose”, sottolineando, tuttavia, come sia anche necessaria "una sorta di piano Marshall" internazionale per risollevare un Paese "disgregato" da paralisi politica, guerriglia e terrorismo ad oltre due anni e mezzo dalla fine del regime di Gheddafi, che rischia di contagiare anche il suo "retroterra, ad esempio la fascia del Sahel".

Per l’Ue necessario aggiornare la sua strategia comune

Soffermandosi sugli aspetti più propriamente comunitari, Marta Dassù ha spiegato come “l'unica politica estera europea che ha funzionato è l'allargamento", mentre su altri dossier come il vicinato mediterraneo "rimangono divisioni". Nei Balcani, ad esempio, abbiamo "esportato democrazia e standard comuni in Paesi non modernizzati, ma quando l'Ue non offre una membership è meno efficace", ha aggiunto il vice ministro. Nel Mediterraneo, invece, pesano le divisioni tra gli interessi di "grandi paesi come Francia, Gran Bretagna e Germania" che hanno pesato in fronti decisivi come "Siria e Libia". Per questo, ha sottolineato Marta Dassù, l'Ue deve "aggiornare la sua strategia comune, ferma a quella elaborata nel 2003", per "contare di più nelle sfide globali". Un aggiornamento che, secondo il vice ministro, andrebbe effettuato anche sul dossier energetico, dove l'Ue "dovrebbe avere una politica comune di negoziato con i grandi fornitori" come Russia, Azerbaigian ed Emirati Arabi, per "ridurre il divario dei prezzi energetici con gli Stati Uniti". (Inform)


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