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martedì 29 ottobre 2013

Emiliano-Romagnoli nel mondo: La Consulta al tempo della crisi

ITALIANI ALL’ESTERO
Emiliano-Romagnoli nel mondo: La Consulta al tempo della crisi
Non abolizione, ma riforma, assicurano i consiglieri regionali intervenuti con il sottosegretario Bertelli alla “udienza conoscitiva” sulla Consulta

BOLOGNA - La  Consulta degli emiliano-romagnoli del mondo si è riunita a Bologna dal 24 al 26 ottobre, in un momento difficile per il Paese e anche per la Regione. Anche in una terra economicamente non fragile come l’Emilia-Romagna batte forte il vento della crisi, tant’è che per la prima volta il livello di risorse a disposizione della Regione per il servizio sanitario è inferiore a quello dell’anno precedente. A livello nazionale, il Rapporto Svimez diffuso dal Sole 24 Ore e tutti gli indicatori statistici evidenziano dati drammatici: il Pil è in calo del 2,1 per cento al centro-nord e del 3,2 al sud, l’industria è a rischio desertificazione, l’emigrazione torna quella del dopoguerra. Nel 2012 hanno lasciato l’Italia oltre 132mila persone, con un aumento del 3,1 per cento.
In un contesto economico e sociale come questo, i consultori arrivati da varie parti del mondo in rappresentanza delle proprie comunità e i consultori che rappresentano enti e associazioni della regione, hanno dovuto affrontare il problema – posto ormai da tre anni – di una riforma della Consulta in accordo con la “spending review” della Regione.
La riunione della Consulta si è svolta quindi, il primo dei tre giorni, come una specie di “udienza conoscitiva” sulle sorti della Consulta stessa. “L’obiettivo principale di questa riunione – ha introdotto la presidente Silvia Bartolini – è un confronto tra i consultori e i consiglieri regionali che fanno parte del gruppo di lavoro che sta rivedendo la legge regionale”. Rammaricandosi per il mancato confronto, in quanto erano presenti solo due dei sette consiglieri incaricati di redigere la riforma, Silvia Bartolini  ha detto di non essere contraria a una riforma della legge. “Tutto può essere fatto meglio. Ma come? Sono una riformista conscia che si debbano adeguare le istituzioni al cambiamento della società. Che si decida però, in tempi brevi, cosa fare per poter lavorare e portare avanti i nostri  progetti di formazione, corsi di italiano, proposte culturali, ricerche storiche, scambi giovanili. C’è una crisi economica, politica e sociale molto forte, ne siamo consapevoli, e non a caso negli ultimi quattro anni il bilancio della Consulta  è stato  dimezzato.  Nel frattempo è cresciuta l’auto-organizzazione delle associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo. La rete quindi c’è e funziona bene, ma è fondamentale un punto forte di riferimento e di raccordo che la ottimizzi e la sostenga”.
Sul ruolo della Consulta è intervenuto il sottosegretario alla Presidenza della Regione Alfredo Bertelli. Ricordando la tragedia del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna e ringraziando le associazioni per il loro contributo e la vicinanza, Bertelli ha affermato che al momento è ancora questa  la priorità della Regione. “ Stiamo  operando una riduzione drastica delle spese più di ogni altra Regione in Italia – ha riferito – e non possiamo più permetterci gli standard che abbiamo avuto fino ad ora, anche nella sanità, purtroppo. Bisogna cambiare tutti, ed è necessario uno stile più sobrio. I principi della Consulta sono intoccabili, nessuno li ha mai messi in discussione. La Giunta è disponibile a lavorare mantenendo il buono costruito in questi anni, cercando anzi di amplificarlo”.  Bertelli ha quindi chiesto ai consultori  un aiuto per riformare la Consulta trovando un accordo che soddisfi tutte le forze politiche. “Se la nostra regione potrà risollevarsi in futuro – ha concluso - è solo puntando sulle sue imprese e la loro internazionalizzazione, e a questo gli emiliano-romagnoli nel mondo potranno contribuire in modo fondamentale”.
Gianguido Naldi ha aggiunto che le proposte di riforma sono nate in una situazione politica che soffre di una crisi di credibilità molto forte. Un fatto che porta a un attacco duro alla politica stessa e ai suoi costi, con tendenze a semplificare.  “E’ stato istituito un  gruppo di lavoro tra noi e i proponenti la riforma della Consulta – ha precisato Naldi. Noi vogliamo riformarla e non abolirla, con l’obiettivo di valorizzare il lavoro e le potenzialità della Consulta e, attraverso questo, valorizzare anche i prodotti della nostra terra”. E’ necessario quindi, secondo il consigliere, portare la Consulta fuori dalle periodiche polemiche mediatiche “affinché possiate lavorare tranquillamente, e cercheremo di farlo trovando una convergenza istituzionale che tenga conto del lavoro svolto”.
Roberta Mori, consultrice e consigliera regionale in rappresentanza del gruppo di lavoro per la riforma della Consulta, ha detto ai consultori “che le cose  non sono allo stesso punto di un anno fa e la costituzione del gruppo è già un successo politico”. La Consulta è uno strumento molto importante, diretta emanazione della Giunta e del presidente, e di grande valore nell’ottica di una internazionalizzazione del sistema Regione.  “E’ vero che nel gruppo di lavoro si parte da posizioni distanti  - ha detto la Mori - ma tentiamo di fare una proposta sul tema dei rapporti con l’estero che sia condivisibile. La proposta finale andrà in Commissione dopo che sarà stata sottoposta al giudizio dei consultori. Mi impegno a sottoporvi una proposta che abbia un respiro ampio”.(Emiliano-Romagnoli nel mondo/Inform)

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