INTERVENTI
Franco Santellocco (CGIE): Mediterraneo, una frontiera
aperta
C’è voluta una ecatombe per ricordare all’Italia
ed all’Europa l’esistenza di una frontiera meridionale che attraversa il
Mediterraneo.
E’ una frontiera che migliaia di disperati tentano
di varcare ogni giorno per fuggire a fame, guerre, miseria, disprezzo dei più elementari
diritti umani.
A fronte di tanta disperazione le Nazioni evolute
devono mettere in atto ogni sforzo per far cessare questo esodo, per dare
speranza ai diseredati nelle loro terre di origine.
E’ però indispensabile scendere in campo con
risorse adeguate per sostenere un network internazionale per lo sviluppo delle
piccole e medie imprese dell’area euro-mediterranea che, nonostante la crisi,
hanno dato segni di vivacità e che occorre sostenere con convinzione e
determinazione.
E’ questa la finalità principale della fondazione
Centro Euro-Mediterraneo per le Pmi, vera e propria rete di sostegno tecnico e
logistico per i piccoli e medi attori economici del Mediterraneo.
Questa struttura é stata presentata al ministro
degli Esteri Emma Bonino ed è costituita dalla Camera di Commercio di Milano,
dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dello Sviluppo Economico con
il Gruppo Unicredit e Banca Intesa Sanpaolo che hanno già annunciato la loro
adesione in qualità di “sostenitori”.
Prende così forma e sostanza quella diplomazia
economica tracciata dalla Farnesina e sostenuta dal Ministro Bonino per
garantire servizi e strumenti di assistenza tecnica utili alla nascita di
start-up imprenditoriali innovative e sostenibili, alla creazione di impiego, alla
promozione della cooperazione economica e dello sviluppo e
dell’internazionalizzazione tra le due sponde del mediterraneo.
Il Nord Africa si è presentato prepotentemente
all’attenzione degli italiani come regione di partenza di migliaia di
diseredati che rischiano ogni bene, anche la vita, sulle rotte della speranza.
Un’ora di aereo, sei ore di navigazione, eppure
sembra che un oceano separi le due sponde.
Diffidenza, ignoranza e intolleranza verso il
diverso agitano, sia pure inconsciamente, i sentimenti delle Nazioni verso cui
si indirizzano i movimenti migratori.
Forse anche nel CGIE, dove la parola Nord Africa è
talvolta sottolineata da un sorriso di sopportazione.
Le comunità italiane in Europa soprattutto, ma
ovunque nel mondo, debbono essere sensibilizzate al dramma che ogni giorno si
ripete nel Mediterraneo e prendere coscienza che soltanto creando condizioni di
vita accettabili nei Paesi di origine potrà essere messa fine all’ecatombe in
mare.
Uno sforzo comune è richiesto a tutte le Nazioni
della sponda settentrionale del Mediterraneo per concorrere non soltanto alle
politiche di accoglimento ma soprattutto a quelle di sviluppo.
“Non regalare del pesce, ma insegna loro a
pescare” (Franco Santellocco* -Inform)
* Presidente Quinta Commissione CGIE “Cooperazione, Formazione, Lavoro, Impresa”, segretario generale dell’A.I.E.
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