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martedì 29 ottobre 2013

Franco Santellocco (Cgie): “La sfera di cristallo e l’ossessione”

INTERVENTI
Franco Santellocco (Cgie): “La sfera di cristallo e l’ossessione”

Osservare e cercare di interpretare la sfera di cristallo: è l’ultima speranza degli italiani all’estero.

Entro il 2014 si dovranno (dovrebbero) rinnovare i Comites: la soppressione di alcune circoscrizioni consolari ha forse già complicato i giochi, come se non lo fossero già abbastanza.

La data delle elezioni, a meno che il prossimo Consiglio di presidenza non sciolga il rebus, resta un mistero.

E’ presumibile che l’evento coincida con le elezioni europee, nella prossima primavera.

Con le gatte da pelare che ha il Parlamento è anche probabile che nessuno, salvo forse il Sen. Micheloni, voglia mettere mano alla legge istitutiva.

Da più voci si sente affermare che la legge elettorale sarà cambiata entro il prossimo 3 dicembre, data in cui la Corte Costituzionale emetterà la propria sentenza sulla attuale normativa.

E’ augurabile che in questo contesto il voto in loco degli italiani all’estero non venga messo in forse, che in attesa dell’applicazione della tecnologia digitale il voto per corrispondenza sia mantenuto.

Le solite cassandre alzeranno la voce per denunciare i rischi di brogli, per insinuare dubbi sulla effettiva segretezza della espressione del voto.

Il voto per corrispondenza, oltre all’immenso pregio di assicurare la espressione delle proprie scelte a chi è lontano dal luogo di origine, porta inevitabilmente come annesso il rischio di brogli: ma si é certi che il voto in cabina non ne ha? Il voto è un diritto inalienabile di ciascun cittadino: se uno è disonesto e se lo vuole vendere troverà sempre il sistema per farlo.

La segretezza poi è una ossessione tutta italiana: è certamente indicata nella Costituzione, nata nel 1948 alla fine di una dittatura che non prevedeva la libertà di espressione fra le prerogative dei cittadini. In quel contesto storico appariva prioritario sconfiggere, con l’ausilio della segretezza, il timore che la espressione della propria opinione potesse dare origine a rappresaglie. Ancora ricordo, alle elezioni del 1948, nelle periferie delle grandi città del Nord i manifesti volti ad influenzare l’opinione delle donne di famiglie operaie, tradizionalmente comuniste, che tuttavia frequentavano la parrocchia: “In cabina Dio ti vede, Togliatti no”.

Dopo 60 anni di democrazia, di confronti anche duri ma sempre democratici, non dovrebbe più trovare cittadinanza il timore di esprimere con sincerità ed apertamente la propria opinione politica: la Costituzione nel corso degli anni è stata talvolta pragmaticamente adeguata alle mutate esigenze della vita democratica. Può benissimo esserlo anche in questa circostanza.

L’augurio è che il nodo venga sciolto al più presto, che si torni alle urne per ridare nuova linfa, forza, idee ad uno strumento di rappresentanza che è ormai sfilacciato e privo di fiducia. (Franco Santellocco* -Inform)

* Presidente Quinta Commissione CGIE “Formazione, Lavoro, Impresa, Cooperazione”, segretario generale dell’A.I.E.

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