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venerdì 8 marzo 2013

Napolitano: “La crisi non aspetta. Adesso l’Italia si dia un governo”


RASSEGNA STAMPA
Da “La Stampa.it”, 8.3.2013
Nel giorno della festa della donna

Napolitano: “La crisi non aspetta. Adesso l’Italia si dia un governo”

Il Capo dello Stato: “Momento complicato, ma lo supereremo. Mi auguro un clima disteso per eleggere i presidenti delle Camere”

ROMA - «I problemi urgenti e le questioni di fondo che riguardano l’economia, la società, lo stato non possono aspettare, debbono ricevere risposte e dunque richiedono che l’Italia si dia un Governo ed esprima uno sforzo serio di coesione». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al Quirinale in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna. 

Il Capo dello Stato ha ricordato il «momento complicato per il nostro sistema democratico e per il nostro Paese. Lasciatemi osservare - ha continuato - che il mio settennato non è mai stato al riparo da tensioni e da bruschi alti e bassi. Anche se in fondo siamo sempre riusciti a superare i più acuti momenti di crisi e rischi di scontro sul piano istituzionale. Dobbiamo riuscirvi anche questa volta». Il Paese deve darsi un Governo e dimostrarsi coeso «anche perché i problemi e le questioni cui mi sono riferito si ripercuotono nella vita quotidiana della gente, per le persone e le famiglie più disagiate, spesso drammaticamente». 

Nel giorno della festa della donna, Napolitano ha rivolto a tutte le neoparlamentari «l’augurio di adempiere con passione e serietà al proprio incarico, avendo come punto di riferimento l’interesse generale e il benessere del nostro Paese. Lo stesso augurio - ha aggiunto Napolitano - rivolgo anche ai prossimi presidenti delle Camere, ai membri del futuro esecutivo, a tutti coloro che saranno chiamati ad assumere i diversi incarichi istituzionali. Sarebbe auspicabile e costituirebbe un segnale positivo per chi guarda all’Italia - ha sottolineato il Capo dello Stato - che le scelte relative, appunto, ai vertici delle istituzioni rappresentative, avvenissero in un clima disteso e collaborativo». 

E un messaggio al nuovo governo ha voluto darlo anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha fermato sul nascere i rumors che già avevano iniziato a circolare circa un suo eventuale coinvolgimento nel prossimo esecutivo. I vertici delle banche centrali - come lo stesso istituto di credito nazionale che dirige -, ha sottolineato durante una conferenza all’Accademia dei Lincei, dovrebbero rifiutare compiti diversi dai propri ruoli primari. «La legittimazione delle banche centrali, ha spiegato ancora il numero uno di via Nazionale , «viene dalla competenza, dalla moderazione, dall’orientamento al medio-lungo periodo, dal rifiuto di assumere compiti esulanti dai propri». (La Stampa.it dell’8 marzo 2013) 

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