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giovedì 2 maggio 2013

Le Acli per il Primo Maggio; “Riscoprire la forza del lavoro”


ASSOCIAZIONI
Le Acli per il Primo Maggio; “Riscoprire la forza del lavoro”

ROMA - “Grazie a Dio non ho famiglia”: comincia con questa frase il documento di proposte della presidenza nazionale delle ACLI in occasione del 1 Maggio. "E' una frase, detta da un operaio in cassa, nella quale rischia però di ritrovarsi una intera generazione di lavoratori se non ridiamo al lavoro la dignità e lo spazio che merita" sostiene Stefano Tassinari, vice presidente nazionale con delega al Lavoro. "Ma il lavoro è anche il nostro tesoro nascosto, un patrimonio di ingegnosità e di solidarietà che può tenerci tutti insieme e farci valicare la crisi facendo squadra e realizzando una nuova idea di sviluppo, più consistente perché centrata sulla qualità, e non sullo spreco, più sostenibile perché orientata verso una società più giusta, e non ad arricchire il potere di pochi". 

In particolare le ACLI richiamano la necessità di: rifinanziare la cassa in deroga e estendere a tutti gli ammortizzatori sociali, realizzare politiche attive del lavoro, facendo perno sulla formazione e sulle competenze; rendere strutturale il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, un piano industriale insieme al resto dell’Unione Europea che freni la vistosa e gigantesca deindustrializzazione in atto e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro; puntare su una produttività autentica, fatta di qualità e innovazione, garantendo il diritto a una effettiva rappresentanza sindacale e rilanciando la partecipazione dei lavoratori nelle aziende; prevedere forme di più forte detrazione o di vouchers familiari, anche con il concorso delle stesse aziende, per fare da volano ad una economia dei servizi alla persona e della conciliazione; un contratto di ingresso a tutele progressive, per chi non può usufruire dell’apprendistato, “per vivere la flessibilità come una fase e non come una costante; una gestione migliore della spesa pubblica, più giusta, efficace e lungimirante, che comincia da una riduzione delle spese per armamenti. 

Infine - ricorda Tassinari - servirebbe riaprire un dibattito sulle possibilità, non per legge, ma con agevolazioni, di redistribuire il lavoro. Forme come i contratti di solidarietà o i progetti ponte stimolano a riaprire una riflessione su come, in situazione di crisi, “lavorare meno lavorando tutti”. (Inform)

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