Per il reindirizzamento cliccate link to example

venerdì 27 settembre 2013

A Brescia il convegno “Cittadinanza Prossima” promosso dall’Ital Uil

PATRONATI
A Brescia il convegno “Cittadinanza Prossima” promosso dall’Ital Uil

BRESCIA – “Il tema della cittadinanza deve andare oltre il dibattito disordinato e oltre l’emotività, per questo occorre fare alcune riflessioni prima di ‘prendere partito’, soprattutto se si è componenti di organizzazioni sociali costrette quotidianamente a fare i conti con le difficoltà del tema irrisolto”. Lo ha affermato Daniele Bailo, segretario generale della Uil Brescia introducendo il dibattito all’interno del convegno “Cittadinanza Prossima” che lo scorso mercoledì 25 settembre ha fatto tappa a Brescia. Nella sua relazione, il segretario generale della Uil Brescia ha evidenziato come attualmente la facilità e la rapidità degli spostamenti , non solo da un paese all’altro ma da un continente all’altro, pongano nuovi problemi e la necessità di rivedere gli ordinamenti che regolano il fenomeno migratorio. “In primo luogo – spiega la nota del Patronato - occorre sostenere con forza come la cittadinanza debba essere condizione imprescindibile in ogni democrazia che si definisce tale e che non può essere data o tolta sulla base di valori e disvalori praticati a seconda dei tempi. Identità e appartenenza ad una determinata comunità politica rappresentano importanti valenze sociologiche, per questo devono consolidarsi precocemente, potenziando il lavoro della scuola e della comunità”. La necessità che il tema della cittadinanza non rappresenti solo una questione giuridica, ma anche sociale e culturale e di affiancare al mero discorso burocratico un’attività concreta di integrazione è stata sostenuta da Alberto Sera, vicepresidente dell’Ital Uil nazionale.

Alle parole del vicepresidente Sera si sono aggiunte quelle di Emilio del Bono, sindaco di Brescia, che nel suo intervento ha ribadito la necessità di costruire un ordinamento giuridico efficace in grado di affrontare l’immigrazione non più come fenomeno congiunturale, ma strutturale. “Il futuro dell’Italia - ha proseguito del Bono - è multietnico, multi religioso, oggi le nostre città hanno vinto la sfida della convivenza, ma non quella dell’integrazione. Considerare un bambino nato in Italia, da genitori stranieri, come un immigrato significa alimentare il senso di precarietà e inadeguatezza di un’intera generazione, dar luogo a tensioni derivanti non solo da una legge confusa e inadeguata ma anche comportamenti che trovano nella richiesta di cittadinanza un modo per mettersi in pace con la burocrazia italiana e null’altro”. “Occorre - ha dichiarato Gianpaolo Trevisi, direttore della scuola di Polizia di Peschiera - dunque rendere il percorso della cittadinanza, e di conseguenza quello dell’integrazione, più consapevole e per farlo è necessario che chi si approccia a questo tema lo faccia senza alcun tipo di pregiudizio, da analfabeti. Il pregiudizio pone un velo sulla realtà, non ci permette di confrontarci e approfondire il fenomeno secondo verità, e la verità è che oggi siamo di fronte ad un mondo che vede bambini dare risposte ai loro genitori, bambini nati e cresciuti in Italia che fungono da ponte tra culture diverse, tra i genitori stranieri e il Paese che li ha accolti. Il compito di ognuno di noi –concluso Trevisi – è quello di far coincidere le strade della giustizia e della legge ma oggi, con questa normativa, non sempre le due strade si incontrano”.

A fornire un quadro completo della situazione in cui le forze di Polizia si trovano nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione ci ha pensato il vice questore di Brescia Emanuele Ricifari. “Alla Polizia – ha spiegato Ricifari - è stato affidato il fenomeno dell’immigrazione, ma non il governo di esso, i limiti di tale scelta appaiono ancora più evidenti se si considera che la percezione di tale fenomeno, anche da parte delle istituzioni, è figlia di una disciplina emergenziale che, data la sua natura, oggi appare assolutamente inefficace. Ricifari, nel suo intervento, ha poi posto l’accento sulla difficoltà degli operatori del settore a fare luce su una disciplina tanto complessa quanto farraginosa. “Gli stessi Patronati- ha dichiarato il vice questore di Brescia – sono stati messi ai margini di questo sistema, coinvolti dalla politica più per snellire la quantità di istanze che per dare qualità al servizio.

Silvano Sangalli, coordinatore regionale Ital Lombardia, ha ripercorso la storia dell’impegno dell’Ital per gli immigrati, descrivendo il valore aggiunto che tale impegno, propedeutico a quello della cittadinanza, segna per gli operatori e per la struttura. “Il lavoro sull’immigrazione - ha detto Sangalli - ha arricchito lo spessore umano delle persone, è stato un forte antidoto contro i razzismi quotidiani, è stata una finestra sul mondo. Uno dei protagonisti di questa attività sul territorio per la Uil di Brescia è Claudio Comincini, che ha dichiarato: “La cittadinanza è un diritto fondamentale prioritario, gli immigrati costituiscono un’importante risorsa per questo Paese, come anche i familiari dei neo cittadini italiani. Non bisogna avere paura di accogliere queste persone, perché integrazione è ricchezza.

“Emigrazione ed immigrazione vengono oggi affrontati come due facce della stessa medaglia” ha ricordato Alberto Sera, vicepresidente Ital Uil nazionale, che nell’ affrontare il tema dei diritti fondamentali ha citato un intervento del presidente del Senato Pietro Grasso, che in occasione di una recente visita a Marcinelle (Belgio), luogo simbolo del sacrificio di tanti nostri emigrati, ha dichiarato: “ è impensabile che si dia un apporto lavorativo ad un Paese e non si abbia il diritto di cittadinanza. Il fatto di entrare dentro la cultura di un Paese deve poter far sì che questo Paese, l’Italia in particolare, riconosca i diritti e i meriti acquisiti lavorando”.

Un approfondimento sulla legislazione europea in materia di concessione della cittadinanza, è stato poi fornito da Gabriele di Mascio, della Uim. Di Mascio ha evidenziato come la normativa italiana sia tra le più restrittive in Europa. “L’Osservatorio per la democrazia dell’UE – si ricorda nel comunicato del Patronato - ha infatti elaborato alcuni indicatori relativi alla normativa sulla cittadinanza i cui valori oscillano tra 0 e 1, dove 0 è il valore nullo per disposizioni di legge più restrittive e 1 è il valore che indica provvedimenti più inclusivi. Nel caso dell’Italia i due indicatori relativi rispettivamente allo ius soli e alla naturalizzazione assumono i seguenti valori: 0.23 per lo ius soli, agli estremi troviamo la Danimarca con lo 0.08 e il Portogallo con lo 0.81, e 0.48 per la naturalizzazione ordinaria, agli estremi la Danimarca con lo 0.08 e il Belgio con lo 0.95. Ciò dimostra come il nostro Paese sia tra quelli meno inclusivi in materia di concessione della cittadinanza, sconfessando così vari luoghi comuni strillati sui mass media secondo cui in Europa non ci siano esempi di buona legislazione”.

L’intervento conclusivo di Guglielmo Loy, Segretario confederale Uil è stato preceduto dalla segnalazione di alcuni slogan utilizzati per la festa dei popoli, celebrata ogni anno dalla diocesi di Brescia e che ricordano molte riflessioni della Uil :“conoscere l’altro attraverso i suoi occhi” (2010); “costruiamo un mondo di concittadini”(2011); “Brescia aperta e solidale” (2012); “Vieni a scoprire i mille volti della tua città “(2013).

Il segretario confederale Loy, dopo aver espresso soddisfazione per i tanti luoghi comuni superati, ha invece criticato la chiusura nei confronti dell’accoglienza di lavoratori provenienti da zone dell’Africa a noi vicine. Una chiusura che, secondo Loy, in questi Paesi è stata vissuta come un rifiuto di rapporti, proprio da chi ha potenzialità e giovani energie tanto da rappresentare una ricchezza per l’Italia. 

In un crescendo di proposte Loy ha così concluso: “Costruire da noi una legge più adeguata alla realtà , - ha concluso Loy - rivisitare le regole è ‘ultramaturo’, dare libertà di scelta sulla cittadinanza, avere una legge razionale con una maggioranza composita. Su queste linee i parlamentari devono respirare un’aria diversa, quella che noi costruiamo con queste iniziative dell’Ital Uil. (Inform)

Nessun commento:

Posta un commento