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martedì 29 ottobre 2013

A Benevento il convegno dell’Ital Uil “Cittadinanza prossima”

IMMIGRAZIONE
A Benevento il convegno dell’Ital Uil “Cittadinanza prossima”

A pochi giorni dalla tragedia di Lampedusa, un incontro per riflettere sulla normativa che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana e la necessità di una sua riforma

BENEVENTO – Il patronato Ital Uil ha organizzato anche a Benevento, presso il Museo del Sannio “Vergineo”, un convegno intitolato “Cittadinanza prossima”, riflessione dedicata al tema della cittadinanza italiana e alla necessità di una riforma della normativa attualmente in vigore.

L’incontro si è svolto a breve distanza dalla tragedia di Lampedusa, ricordando attraverso la lettura di alcune parole del giornalista Domenico Quirico la sofferenza di tanti migranti in fuga da territori difficili.

Fioravante Bosco, segretario generale della Uil di Benevento, ha poi dimostrato, attraverso un excursus sociale, storico, giuridico e comparato, la necessità “complessiva, particolareggiata, urgente” di una nuova legge che regoli l’acquisizione della cittadinanza italiana. “Tutti gli indicatori - ha rilevato Bosco - dimostrano che l’Italia su questi temi sta indietro rispetto a tutti i paesi europei e quindi abbiamo bisogno di uno scatto imperioso nell’impegno”. “Si devono correggere le discriminazioni, occorre favorire l’occupazione legale, c’è la necessità di perseguire una concreta politica a favore dei rifugiati – ha aggiunto, sottolineando la necessità di accelerare “il confronto tra le forze politiche specie nelle Commissioni affari costituzionali del Parlamento, cercando di superare le barricate di alcuni partiti”.

Di seguito – si legge nella nota diffusa dall’Ital Uil in proposito – è stato letto il messaggio inviato dal Commissario straordinario della Provincia, Aniello Cimitile, che ha sottolineato come il tema dalla “cittadinanza prossima” sia di “straordinaria importanza ed attualità” e “molto sentito in questo territorio”.

Lorenza Cavuoto Rimeto della Uiltemp di Benevento ha evidenziato come la Uil sia “impegnata ad offrire un’assistenza morale e mentale alle richieste e all’ottenimento della cittadinanza, facendo sì che i diritti degli immigrati possano avere piena attenzione”. “Dobbiamo rendere il percorso della cittadinanza ed integrazione più lineare, meno burocratico e soprattutto – conclude - non bisogna avere alcun pregiudizio”.

Gabriele Di Mascio ha poi descritto le varie norme relative alla cittadinanza presenti in alcuni Paesi europei, rilevando come “la varietà della legislazione sia riconducibile alla particolarità della storia di ogni singola nazione”. “In Italia – sostiene Di Mascio - la normativa è più restrittiva sia per ius soli che per naturalizzazione e a causa della discrezionalità della pubblica amministrazione”.

Sulla necessità di un intervento normativo orientato alla regolarizzazione della cittadinanza dei figli nati in Italia da genitori stranieri si è soffermata in particolare la psicologa Maura Luciano, mentre Emilia Maccauro, assessore ai Servizi Sociali del Comune, ha posto alcuni interrogativi sui criteri che dovrebbero rientrare in una nuova legge in materia e sulle finalità del legislatore. “La prima attenzione nell’attività per gli immigrati è quella di permettere alle persone impegnate in questo terreno, anche volontariamente, di esprimere a pieno la loro voglia di fare, la loro passione, la loro generosità – ha affermato il coordinatore regionale dell’Ital, Pasquale Scuotto, cui sono seguite le conclusioni affidate al vice presidente Ital Alberto Sera. “La tragedia di Lampedusa è uno spartiacque, bisogna chiudere una strategia in cui le politiche migratorie sono state prevalentemente politiche di sicurezza. La legge sulla cittadinanza – ha affermato Sera - è anacronistica, obsoleta e non risponde più alla realtà sociale in atto. L’Italia deve essere uno spazio accogliente per tutti, che consenta a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita e in cui è possibile costruire un Paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza paura di cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. Difendere i diritti e la libertà nel rispetto di tutti: migranti e residenti”. (Inform)

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