IMMIGRAZIONE
La delusione del Cir per le conclusioni del Consiglio
Europeo sul tema delle migrazioni
Hein: “Non sono state introdotte le misure per
l’apertura di canali di ingresso legale e protetto nel territorio dell’Unione
per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale”
ROMA - “Dobbiamo riconoscere che c’è stato un cambiamento
importante nel linguaggio utilizzato al Consiglio Europeo: si parla in maniera
diffusa dei principi di solidarietà e collaborazione che dovranno impregnare le
future politiche europee, e questo ci sembra un risultato della politica
portata avanti con fermezza dal Governo Italiano. Ma siamo allo stesso tempo
fortemente delusi perché non sono state introdotte le misure per l’apertura di
canali di ingresso legale e protetto nel territorio dell’Unione per le persone
che hanno bisogno di protezione internazionale. Con le operazioni di soccorso
si potrà cercare di limitare le vittime nel Mediterraneo, ma senza l’apertura
di un canale umanitario non si potrà evitare che altre persone rischieranno le
loro vite in disperati viaggi via mare. Speravamo nei visti umanitari, nella
possibilità di chiedere asilo nei Paesi di transito, nel re insediamento: tutto
questo è assente.” dichiara Chirstopher Hein direttore del Consiglio Italiano
per i Rifugiati (CIR). “Su questo versante – si spiega nella nota - le uniche
risposte concrete identificate dal Consiglio Europeo sono quelle che rafforzano
i sistemi di sorveglianza e controllo che per la prima volta vengono messi in
agenda come compiti europei che dovranno essere portati avanti dall’agenzia
Frontex. Sicuramente un riconoscimento importante alla posizione dell’Italia,
ma il tema del soccorso in mare deve essere però coniugato, e questa sembra una
grande assenza, con il rispetto del diritto d’asilo. Quali saranno le regole di
ingaggio delle operazioni Frontex? Dove verranno fatti sbarcare i migranti
intercettati?”
“Deve essere chiaro per l’Italia, come per gli altri Paesi
Europei, - continua Christopher Hein - che né la Libia né l’Egitto possono
essere considerati porti sicuri: le missioni di pattugliamento devono servire
per mettere in salvo vite e portarle sul territorio dell’Unione Europea. A
questo proposito l’enfasi messa nel sottolineare l’importanza della
cooperazione coi paesi terzi, che nelle intensioni del Consiglio Europeo
dovrebbe rendere più efficace anche il ritorno dei migranti, deve
obbligatoriamente sottostare al rispetto degli obblighi internazionali nei
Paesi di confine e di transito per garantire la dignità umana e il diritto alla
protezione. Ad oggi fare accordi con la Libia che impediscano l’arrivo dei
rifugiati o che favoriscano la loro riammissione sul territorio è semplicemente
inimmaginabile”.
“Se non verrà rivisto e rimarrà invariato il
Regolamento Dublino III, che prevede che il richiedente asilo sia legato allo
Stato che per primo lo faccia entrare nel territorio dell’Unione, -
conclude Hein - non solo non verrà rispettato il diritto di scelta individuale,
ma non verrà neanche favorito una reale condivisione di responsabilità, in
termini di messa a punto di soluzioni di accoglienza, tra i diversi Stati
dell’Unione Europea per quanti arriveranno con gli sbarchi sulle coste
meridionali dell’Unione. Il Consiglio Europeo ha annunciato un ri-orientamento
generale per il prossimo Giugno, la Task-force per il Mediterraneo così come la
Commissione Europea dovranno fare un intenso lavoro per ampliare e migliorare
le politiche d’asilo oggi esistenti”.(Inform)
Nessun commento:
Posta un commento